Fondamenti dell'Etica: Azioni Umane, Libertà e Responsabilità Morale

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1. Definizione e Portata dell'Etica

1.1. Definizione di Etica

Trattato pratico che riguarda le azioni umane e morali della vita, non solo per conoscerle, ma soprattutto per dirigerle.

Studia il comportamento delle persone e i problemi che affrontano, che sono universali.

La scienza fornisce i criteri per ordinare gli atti dell'uomo libero, in quanto sono indirizzati a un fine ultimo per ogni persona, che è la felicità: la meta finale.

L'etica è chiamata all'elezione di un comportamento dignitoso, allo sforzo di fare il bene, ed è la scienza e l'arte per farlo.

1.2. Campo di Applicazione

Quando la persona agisce, le azioni, siano esse buone o cattive, formano la persona e, una volta compiute, non è possibile modificarle.

2. La Necessità dell'Etica

L'etica intende istituire, attraverso la ragione, le norme che disciplinano il comportamento umano per risolvere i problemi che riguardano la nostra vita, fornendo soluzioni reali.

3. Oggetto dell'Etica

3.1. Oggetto Materiale dell'Etica

L'oggetto materiale dell'etica sono gli atti umani: volontari, motivati e liberi.

3.2. Oggetto Formale dell'Etica

È il punto di vista da cui osservare la moralità degli atti umani (diversa dalle qualità naturali come l'intelligenza), considerati desiderabili o meno.

È il punto di vista da cui partire per studiare il soggetto materiale. Bene e male influenzano tutta la persona, rendendo gli uomini migliori o peggiori.

4. L'Azione Volontaria

4.1. Concetto e Caratteristiche dell'Azione Volontaria

È un'azione che proviene da un principio intrinseco e che ha una conoscenza formale del fine.

Caratteristiche dell'azione volontaria:

  • Principio intrinseco: l'appetito interno della persona, la parte più intima della persona.
  • È contraria alle azioni coattive, esterne alla volontà.
  • Conoscenza formale: la chiara consapevolezza di ciò che si vuole ottenere.
  • Fine: è ciò che vogliamo raggiungere quando sentimenti o bisogni iniziano a essere coinvolti.
  • Intenzionale: consapevoli di ciò che accadrà, è attivo e guidato dalla ragione.

4.2. Tipi di Atti Umani

  • Atti elicitati: sono quelli che provengono direttamente dalla volontà, come l'amore e l'odio; sono interni.
  • Atti comandati: sono quelli esercitati da una volontà diversa, che agiscono attraverso altre facoltà. La volontà li userà come mezzo. Sono esterni perché visibili. Utilizzano i sensi.
  • Perfettamente volontario: c'è avvertenza (essere chiari su ciò che si fa e tutte le sue conseguenze) e consenso (l'atto della volontà di dire sì o no, o di rimandare).
  • Imperfettamente volontario: mancano una o entrambe le condizioni precedenti (avvertenza o consenso), ad esempio in caso di fretta.
  • Azione involontaria: è l'ignoranza di qualcosa che si dovrebbe sapere; è involontaria se non si doveva sapere, ma è volontaria se si doveva sapere e non si è saputo.
  • Azione non-volontaria: i dubbi la causano; in caso di dubbio, si dovrebbe astenersi, quindi si ha l'obbligo di risolvere i dubbi.

4.3. L'Oggetto Diretto della Volontà

L'oggetto diretto della volontà è il bene in sé e il fine.

Il bene è ciò che al soggetto appare desiderabile e buono; può essere un bene reale o solo apparente.

Il fine è tutto ciò che è visto come buono e desiderabile di per sé, attraente.

Ci sono tre tipi di beni/fini: il bene onesto (che ha valore oggettivo), il bene dilettevole (tutto ciò che si presenta come piacevole perché procura soddisfazione) e il bene utile (che è un mezzo per raggiungere un fine onesto o dilettevole).

4.4. Il Fine Ultimo

Il fine ultimo è ciò che si desidera in assoluto e per il quale si desiderano tutte le altre cose. Per raggiungerlo, si passa da molteplici scopi per arrivare a un'unica, suprema e definitiva felicità e appagamento.

4.5. L'Oggetto Indiretto della Volontà

Chiamato anche azione volontaria indiretta.

È il risultato di un'azione diretta che non si vuole affatto, non è né fine né oggetto principale, o non è nemmeno previsto, ma è inevitabilmente collegato ad essa.

L'oggetto indiretto non può essere la causa di ciò che vogliamo davvero.

Esempio: Estrarre un dente non è un male in sé, ma il fine è migliorare la salute orale.

4.6. I Diversi Livelli dell'Azione Volontaria

  • Prima apprensione di un fine: la soddisfazione del desiderio, l'amore.
  • Intenzione efficace o volizione di base: si vuole il fine, anche se distante da noi e non immediatamente realizzabile attraverso azioni già compiute.
  • Decisione o scelta: suscita un atto di volontà che è destinato, immediatamente azionabile in vista del fine previsto. (Cosa posso fare adesso, o non ora, o mai, in questo modo o nell'altro).
  • Mezzi: sono le azioni concrete individuate e attuate per raggiungere il fine. (Hanno un valore strumentale).

5. Fattori che Influenzano l'Azione Morale

5.1. L'Esemplarità

È l'influenza, acquisita o prevista, delle mie azioni sulla volontà degli altri (es. personaggi pubblici). Può essere positiva (buona azione) o negativa (scandalo).

5.2. La Cooperazione

È il sostegno o l'agevolazione che la mia azione presta all'azione degli altri, che hanno deciso autonomamente di agire. La cooperazione può essere formale (voluta da noi) o materiale (tollerata, ma necessaria per fare la nostra parte).

5.3. I Diversi Concetti di Libertà

  • Stoicismo: Non ci si sente legati dall'ordine cosmico. Accetta l'inevitabilità del destino. La libertà è accettare la destinazione predefinita nell'universo.
  • Sufismo: Introduce il concetto di responsabilità nei concetti di malattia, violenza, che influenzano la libertà e la suggestione della passione. La responsabilità è legata alla libertà.
  • Socrate e Platone: La libertà è una virtù, ha le sue radici nella scienza e nella conoscenza; queste sono le condizioni della libertà.
  • Filosofia aristotelica: Si riferisce alla libertà come condizione per l'atto volontario di un cambiamento radicale, perché la libertà è un cambiamento interiore.
  • Pensiero cristiano: Parla di grazia; la libertà è la caratteristica degli esseri razionali.
  • Pensiero moderno: È una proprietà della volontà, ovvero il potere di agire come si vuole.
  • Concetto attuale: La libertà è la capacità della volontà di muoversi verso ciò che la ragione presenta.

5.4. Le Dimensioni della Libertà

La libertà ha due dimensioni:

  • Autodeterminazione: È la più importante. Sono io che decido cosa fare per conto mio, ed è la scienza dell'azione libera.
  • Intenzione: Questo è ciò che si ottiene a livello personale. L'intenzione si dirige all'oggetto.

5.5. Passione e Affetto

Il termine "affetto" si riferisce a tutti gli atti delle potenze appetitive della sensibilità umana (passioni, emozioni, sentimenti, ecc.). È l'idealizzazione che produce qualcosa, e questo è l'affetto nel suo senso più restrittivo.

Passioni: sono tendenze di atti o movimenti sensibili o appetiti, sempre derivanti da una conoscenza precedente acquisita dai sensi, che diventa una risorsa.

5.6. L'Influenza dell'Affettività sulla Libertà

L'affetto non è una condizione di libertà, ma la influenza. La libertà è sempre guidata dalla ragione, dalla conoscenza e dalla volontà; l'affetto no.

La passione può influenzare l'immaginazione e il pensiero della persona riguardo a certi oggetti e condizionare il processo decisionale della ragione pratica.

La ragione deve temperare la passione. Il dominio delle passioni è ciò che si chiama virtù.

5.7. Avvertenza e Consenso

5.7.1. Avvertenza

È l'influenza della conoscenza dell'atto umano che coinvolge l'intelligenza di sapere che intende fare e le sue conseguenze. Può essere:

  • Corrente: allo stesso tempo, l'azione viene eseguita.
  • Virtuale: il tempo prima del compimento dell'atto.
  • Piena: la conoscenza perfetta di ciò che viene fatto e la sua moralità. L'atto è perfettamente umano (volontario).
  • Prima facie: conoscenza imperfetta.

5.7.2. Consenso

È l'accettazione o il rifiuto dell'ordine, un'azione cosciente, attiva e guidata dalla ragione. Può essere:

  • Diretto volontario: si desidera la stessa azione.
  • Volontario indiretto: possibili effetti secondari previsti e direttamente collegati a ciò che è destinato.
  • Coatto: proviene dall'esterno ed è contrario alla volontà.
  • Interno: proviene da un potere spirituale e dalla libertà.
  • Esterno: può essere libero o coatto.

6. La Responsabilità Morale

6.1. L'Imputabilità

È lo stato dell'uomo come soggetto di azione, in base al quale l'azione può essere attribuita al suo autore.

Quando gli atti sono merito o colpa morale, si parla di responsabilità etica o morale, che è propria degli atti umani liberi.

6.2. L'Oggetto Morale: Proporzionalismo e Consequenzialismo

L'ordine morale è un comportamento che segue una libera scelta: per deliberare, l'azione perseguita è qualcosa di oggettivo che ci dice cos'è l'atto.

Questo ordine morale dipende in primo luogo dalla conformità di un oggetto o dell'atto del volere al bene della persona, come giudicato dalla ragione. Solo se l'atto è buono per il suo scopo, può essere ordinato al fine ultimo.

Ci sono atti che, per il loro oggetto, sono intrinsecamente cattivi, perché sono sempre malvagi in se stessi, cioè, a prescindere dalle intenzioni del colpevole e dalle circostanze.

Tuttavia, si riscontrano due errori:

  • Il proporzionalismo: l'oggetto morale dell'azione è determinato in base all'equilibrio tra il bene e il male da raggiungere.
  • Il consequenzialismo: l'oggetto morale dell'azione è determinato dalle conseguenze che possono derivare.

6.3. L'Intenzione nelle Vicende Umane

Si tratta di un movimento della volontà verso il fine. L'intenzione è soggettiva, ciò che il soggetto intende conseguire attraverso l'azione.

Essa ci dice il "perché", che punta al bene.

Tuttavia, una cattiva intenzione rende malvagio un atto che in sé sarebbe stato buono. Ad esempio, rubare ai ricchi per dare a un orfanotrofio.

6.4. Le Circostanze

Le circostanze sono elementi accidentali che modificano l'ordine morale. Si può dire che sono "figlie" della legge morale.

Queste circostanze possono aumentare o diminuire la bontà o la malvagità di un atto, e possono rendere malvagio un atto che senza di esse non lo sarebbe; tuttavia, non potranno mai rendere buona un'azione intrinsecamente cattiva. Esse possono anche attenuare o aumentare la responsabilità di chi compie l'azione.

Alcuni esempi di circostanze sono:

  • La mancanza di avvertenza.
  • Ignoranza.
  • Le abitudini morali.
  • La coercizione o violenza.
  • La malattia mentale.
  • Le passioni.

7. Gli Elementi della Moralità

7.1. I Tre Principi degli Elementi di Moralità

Gli elementi o fonti dell'agire morale si uniscono in base a tre principi:

  1. L'oggetto morale: esso conferisce all'azione la sua moralità intrinseca ed essenza.
  2. L'intenzione: è necessaria affinché un'azione sia buona per il suo oggetto.
  3. Le circostanze: che possono aumentare o diminuire il bene o il male.

8. Passioni e Compito della Persona

8.1. Problemi Sollevati dalle Passioni e Compito della Persona

Il problema principale delle passioni è quando la persona non è in grado di dominarle, avendo qualcosa di sé al di fuori del proprio dominio e della propria libera decisione, non potendo così decidere pienamente per sé o per gli altri.

Il compito della persona è non estinguerle, ma moderarle, orientarle al bene e dirigerle ad agire in modo appropriato.

8.2. Valutazione Etica delle Passioni

Stoici e Kant: ritenevano che le passioni fossero incompatibili con la corretta purezza etica e morale.

Aristotele e Tommaso d'Aquino: ritenevano che le azioni temperate dalla passione fossero caratteristiche dell'atto virtuoso.

Tuttavia, le passioni umane non sono né buone né cattive in se stesse; lo sono, invece, a seconda dell'oggetto (azione) e di come agiscono o non agiscono in conformità con la ragione.

8.3. Il Controllo delle Passioni

Le passioni dell'uomo sono disciplinate dal dominio della ragione e della volontà, che si influenzano a vicenda.

L'uomo virtuoso non agisce per sola passione, ma attraverso il giusto equilibrio tra passione e ragione, cioè, fa il bene con la passione correttamente orientata.

Una persona incapace di controllare le proprie passioni ha qualcosa di sé al di fuori del proprio dominio e della propria libera decisione, non potendo così decidere pienamente per sé o per gli altri.

Voci correlate: