Le Fonti del Diritto Internazionale Pubblico: Trattati e Norme Fondamentali
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Le Fonti Formali del Diritto Internazionale Pubblico
Le fonti formali del Diritto Internazionale Pubblico (DIP) sono delineate, tra gli altri riferimenti, dall'articolo 38 dello Statuto della Corte Internazionale di Giustizia. Sebbene non specifichi un numero limitato di procedure, esso menziona le principali modalità per la creazione di norme internazionali. Tra queste, i Trattati Internazionali rivestono un ruolo fondamentale.
I Trattati Internazionali: Definizione e Rilevanza
Un Trattato, ai sensi dell'articolo 2.1 della Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati, è definito come "un accordo internazionale concluso in forma scritta e disciplinato dal diritto internazionale, sia esso contenuto in un unico strumento o in due o più strumenti connessi, e qualunque sia la sua particolare denominazione".
I trattati rappresentano la fonte principale delle norme del Diritto Internazionale Pubblico. Sono accordi volontari tra due o più Stati, formalizzati in documenti che stabiliscono per iscritto obblighi e diritti per le parti contraenti. Questo processo conferisce maggiore credibilità e sicurezza alle relazioni internazionali, regolando il comportamento degli Stati e degli organismi internazionali al fine di promuovere e tutelare il rispetto dei diritti umani, la pace e l'armonia tra gli Stati.
Classificazione dei Trattati
Esistono due principali modi per classificare i trattati internazionali:
Classificazione in base al numero delle parti
Trattati Multilaterali o Collettivi: In questo caso, le norme sono accettate dalla maggior parte degli Stati, come la celebre Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati.
Accordi Bilaterali: Coinvolgono solo due Paesi, come ad esempio il trattato tra Venezuela e Colombia relativo alla delimitazione del Golfo del Venezuela.
Classificazione in base al contenuto (o materiale)
Trattati-Contratto: Mirano a realizzare un'operazione giuridica specifica (es. alleanze commerciali, delimitazioni territoriali, accordi di cooperazione, ecc.). Generano vantaggi reciproci tra gli Stati, ma ciascuna parte persegue un proprio interesse distinto.
Trattati-Legge: Essi mirano a formulare una norma di diritto generale e sono caratterizzati dalla volontà comune di tutte le parti di stabilire una norma con contenuto identico, vincolante per tutti i firmatari.
Le Riserve ai Trattati
Gli Stati possono apporre riserve a un trattato al momento della firma, ratifica, accettazione, approvazione o adesione. Secondo la Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati (1969), una riserva è definita come:
"una dichiarazione unilaterale, quale che sia la sua formulazione o denominazione, fatta da uno Stato quando firma, ratifica, accetta, approva un trattato o vi aderisce, mediante la quale esso mira ad escludere o a modificare l'effetto giuridico di alcune disposizioni del trattato nella loro applicazione a tale Stato."
Validità e Invalidità dei Trattati: Il Ruolo dello Jus Cogens
I trattati sono una fonte di diritto scritto basata sul consenso degli Stati. Tuttavia, esistono vizi del consenso o altre circostanze che possono rendere un trattato nullo o annullabile. Un esempio significativo di causa di nullità assoluta è la violazione di una norma di Jus Cogens.
Le norme di Jus Cogens sono norme imperative del diritto internazionale generale, riconosciute e accettate dalla comunità internazionale degli Stati nel suo complesso come norme alle quali non è consentita alcuna deroga e che possono essere modificate soltanto da una successiva norma di diritto internazionale generale avente lo stesso carattere. Un trattato che, al momento della sua conclusione, sia in conflitto con una norma imperativa di diritto internazionale generale è nullo.