Fonti del Diritto Penale Italiano: Analisi di Leggi, Consuetudini e Principi
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Fonti del Diritto Penale: Dirette e Indirette
La fonte, in senso figurativamente primitivo, è la ragione che dà origine a un'idea o che promuove un generatore di eventi. In senso più tecnico, è il modo o la maniera in cui si manifesta la legge nella vita sociale. Le fonti del diritto penale si distinguono da altri settori del diritto per il principio di legalità, che regola tutte le aree, ma soprattutto il diritto penale.
Fonti Dirette
Le fonti dirette, immediate o di produzione sono quelle che hanno la funzione specifica di creare norme giuridiche. Un esempio è la legge.
Fonti Indirette
Le fonti indirette, mediate o di conoscenza, sono quelle che non hanno la capacità diretta di creare diritto, ma contribuiscono alla sua formazione. Per esempio, le altre regole, le consuetudini, i principi generali del diritto.
Le fonti del diritto sono disciplinate dal Codice Civile (CC), in generale e nell'art. 1 CC: le fonti del diritto sono la legge, i principi generali del diritto e le consuetudini. La consuetudine si applica in assenza di legge, purché non sia contraria all'ordine pubblico e al buon costume, e può essere provata. I principi generali del diritto si applicano, fatto salvo il loro carattere informatore della legge. Anche i trattati internazionali sono fonti del diritto quando vengono recepiti nell'ordinamento giuridico tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La Legge
Nel diritto penale, la legge è la fonte principale (insieme ai trattati internazionali), in virtù del principio di legalità. Oltre al principio di riserva di legge, le norme penali devono essere organiche. La legge opera in due sensi: formale e materiale.
Senso Formale
Ogni definizione è valida. Pérez Royo la definisce come la manifestazione della volontà del Parlamento, prodotta secondo la procedura costituzionale, redatta per iscritto e soggetta a ulteriori formalità, i cui requisiti devono essere seguiti dagli organi esecutivi e giudiziari.
Senso Materiale
Comprendiamo come legge ogni precetto che preveda una sanzione punitiva.
Caratteristiche del Diritto Penale Generale:
- Rivolto a tutti
- Proibitivo: vieta comportamenti
- Determina la fattispecie tipica: definisce i comportamenti vietati
- Determina la pena: stabilisce le sanzioni penali conseguenti ai comportamenti vietati
Consuetudine
Oltre alla legge, come fonte principale del diritto penale, la consuetudine viene applicata in via sussidiaria (tranne che in Navarra, dove ha valore di fonte primaria). La consuetudine consta di due elementi:
- Materiale: ripetizione continua e costante di un comportamento
- Formale o spirituale: convinzione che il comportamento ripetuto sia giuridicamente vincolante (opinio iuris ac necessitatis)
Non bisogna confondere la consuetudine con gli usi o con le cosiddette buone o cattive abitudini. La consuetudine è considerata una fonte indiretta nel diritto penale, in quanto non crea immediatamente norme giuridiche. La dottrina non esclude l'ammissibilità della consuetudine in diritto penale se favorisce l'imputato, ad esempio in alcune cause di giustificazione. Di solito, si applica in mancanza di una legge specifica, ma non automaticamente. Chi la invoca deve provarne l'esistenza. Il valore della consuetudine in materia penale si manifesta anche nella sua capacità di influenzare il legislatore, portandolo a modificare o abrogare leggi penali. È servita anche a interpretare alcuni reati ed è stata presa in considerazione in alcune leggi penali.
Principi Generali del Diritto Penale
Si applicano in assenza di legge e di consuetudini (art. 1, comma 4, CC), fatto salvo il loro carattere informatore della legge. Non si applicano direttamente nel diritto penale a causa del principio di legalità, ma possono essere considerati in un tribunale penale quando sono a favore dell'imputato. Sono intimamente legati ai principi generali di qualsiasi sistema giuridico.
Giurisprudenza
La giurisprudenza non è una fonte diretta di diritto, ma può essere considerata una fonte indiretta o di conoscenza. Ci sono diverse opinioni in dottrina sulla sua natura di fonte indiretta, e questa diversità si riflette nell'art. 1 CC. La maggior parte degli studiosi la considera una fonte perché, insieme alla dottrina, completa il sistema giuridico.
La Corte Suprema di Cassazione fu istituita con decreto del 4 novembre 1838. Ad essa si ricorre contro le sentenze dei tribunali di merito. La decisione della Corte Suprema di accogliere un ricorso comporta l'annullamento della sentenza impugnata e il rinvio per un nuovo giudizio. L'insieme delle decisioni della Corte Suprema costituisce giurisprudenza. In materia penale, la giurisprudenza proviene dalla Sezione Penale e dalla Sezione Militare (Diritto Penale Militare).
I fatti accertati non possono essere modificati o alterati dalla Corte Suprema. In caso di errore di diritto, la sentenza può essere annullata. Il divieto di reformatio in peius impedisce che, in seguito all'impugnazione di una sentenza, venga irrogata una pena più grave di quella stabilita in primo grado, a meno che l'accusa non abbia richiesto un aggravamento della pena o si tratti di una diversa qualificazione giuridica del fatto.
L'appello è un mezzo di impugnazione molto specifico. La Corte Suprema non può esaminare questioni diverse da quelle sollevate nel ricorso; quindi, se un reato viene omesso, non può essere considerato. La giurisprudenza non comprende l'obiter dictum (le allusioni, le considerazioni stilistiche, le frasi marginali) utilizzate dal giudice nella motivazione della sentenza. L'art. 849 del Codice di Procedura Penale disciplina il ricorso per Cassazione.