Il Franchismo: Ideologia, Potere e Repressione in Spagna (1936-1945)
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Il Primo Dopoguerra: Esaltazione e Repressione
Introduzione
Francisco Franco fu un dittatore che concentrò un potere senza precedenti nella storia della Spagna. L'esaltazione febbrile della sua figura come *leader* nazionale contribuì a porlo al di sopra di tutte le tendenze politiche del regime. Questo fu rafforzato da una brutale repressione contro l'opposizione.
Il 1° ottobre 1936, Franco fu nominato Generalissimo delle tre forze armate e capo del partito unico.
Fino alla sua morte, Franco fu convinto del suo ruolo provvidenziale come salvatore del paese. A ciò contribuì una diffusa propaganda elogiativa che iniziò nel dopoguerra. Gli ideologi del regime coniarono l'espressione secondo cui il *Caudillo* era responsabile "solo davanti a Dio e davanti alla storia".
Esercito e Nazionalpatriottismo
Il contributo principale all'ideologia del regime militare fu il nazionalpatriottismo, una visione unitaria e tradizionalista della Spagna che Franco assunse come propria, data la sua storia personale e la sua formazione esclusivamente militare.
Si trattava di una concezione della Spagna in cui la difesa dell'integrità territoriale del paese doveva essere la priorità del governo. Pertanto, qualsiasi accenno di particolarismo regionale fu sempre etichettato come separatismo e, in un'ottica di uniformità, fu vietato l'uso pubblico di qualsiasi lingua diversa dal castigliano.
L'esercito fu il principale baluardo del nuovo Stato. Con spirito tradizionale e profondamente intriso delle idee totalitarie del momento, assumeva la guida del Generalissimo, circondandolo ai più alti livelli di governo. Negli anni '40, una grande percentuale di ministri e sottosegretari di Stato era militare.
La Falange e il Sindacalismo Nazionale
Negli anni '40, la Falange Spagnola Tradizionalista e delle JONS contribuì al regime con i più recenti elementi di ideologia sociale e con la sua immagine esterna. Antiliberale, antimarxista e antidemocratica, la Falange propugnava un sistema totalitario chiamato sindacalismo nazionale. La base di questo sistema si ispirava alle teorie fasciste italiane sull'organizzazione dello Stato corporativo, uno Stato controllato da un partito unico e da un sindacato che superava i conflitti tra le classi sociali promuovendo sentimenti di solidarietà nazionale.
La Falange fornì, inoltre, la memoria del suo *leader*, José Antonio Primo de Rivera, giustiziato durante la guerra, che il regime franchista stava trasformando in un mito e in un martire. Il grido di *"Presente!"*, per riferirsi all'assente José Antonio, divenne uno degli slogan del regime.
Se allo scoppio della guerra la Falange contava circa 6.000 membri, le cosiddette *"camicie vecchie"*, negli anni '40 arrivò a contare circa 600.000 iscritti. Esercitò la sua opera di indottrinamento e reclutamento di quadri attraverso organizzazioni parallele rivolte a specifici settori sociali come le donne (Sezione Femminile) e i giovani (Organizzazione Giovanile Spagnola, OJE).
In ambito sindacale e sotto la sua ispirazione, fu creato il sistema delle Centrali Nazionali Sindacali (CNS), una finzione di sindacato unico e interclassista in cui erano costretti ad aderire sia i datori di lavoro che i lavoratori.
La Falange occupava circa un terzo delle alte cariche del regime franchista all'inizio degli anni '40. La sconfitta di Italia e Germania nel 1945 consigliò di nascondere la componente fascista del regime.