Gestione del Declino e Progettazione Organizzativa: Modelli, Fasi e Requisiti
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Il Declino Organizzativo: Cause, Fasi e Impatto
Il declino organizzativo è la fase in cui un’organizzazione non riesce ad affrontare adeguatamente pressioni interne o esterne, compromettendo la sua sopravvivenza a lungo termine. Per valutarne la salute, stakeholder e manager devono considerare due metriche fondamentali:
- Efficacia: il rapporto tra profitto e capitale investito.
- Redditività: la capacità di usare le risorse per generare profitti.
Se l’impresa è poco redditizia o inefficace, ciò può portare alla vendita di asset o, nel peggiore dei casi, alla chiusura.
Il Modello di Greiner sulla Crescita e le Crisi
Secondo il modello di Greiner, la crescita organizzativa si alterna a periodi di crisi. Tuttavia, la ripresa da queste crisi può essere ostacolata da due fattori principali:
- Inerzia organizzativa: caratterizzata da avversione al rischio, ricerca di ricompense personali e una cultura burocratica.
- Cambiamenti ambientali: dovuti a dinamismo, complessità e scarsità di risorse, che rendono difficile ottenere ciò che è necessario per operare efficacemente.
Le Cinque Fasi del Declino secondo Weitzel e Johnson
Il modello di Weitzel e Johnson descrive cinque fasi distinte del declino organizzativo:
- Fase 1 (Non percezione): L’organizzazione non riconosce i segnali di pericolo a causa di una mancanza di monitoraggio adeguato.
- Fase 2 (Inazione): Pur avendo segnali evidenti di declino, i manager non intraprendono azioni correttive.
- Fase 3 (Azione difettosa): Si adottano misure inadeguate o tardive, che non riescono a risolvere il problema.
- Fase 4 (Crisi): A questo punto, solo cambiamenti radicali e drastici possono salvare l'organizzazione.
- Fase 5 (Dissoluzione): Segna il punto di non ritorno; l’organizzazione perde sostegno, accesso alle risorse e si avvia inevitabilmente alla chiusura.
Progettazione Organizzativa: Approcci e Requisiti Fondamentali
Il processo della progettazione organizzativa si articola in due approcci principali:
- Progettazione top-down: La progettazione inizia formulando una visione generale del sistema, descrivendone la finalità principale senza scendere nel dettaglio.
- Progettazione bottom-up: Le parti individuali del sistema sono specificate in dettaglio, poi connesse tra loro in modo da formare componenti più grandi, a loro volta interconnesse fino a realizzare un sistema completo.
Requisiti della Progettazione Organizzativa
I requisiti fondamentali per una progettazione organizzativa efficace sono:
Identificazione dell'Attività
L'identificazione dell'attività viene ottenuta attraverso l'uso di conoscenze tacite ed esplicite che consentono la generazione di una Lista di Operazioni Elementari (LOP), ovvero le attività che devono essere svolte.
Modi di Connessione
Le conoscenze forniscono informazioni sul tipo di interdipendenze (complementarità e specificità) tra le operazioni elementari al fine di raggrupparle.
Raggruppamento
Questa fase include la costruzione dei Nuclei di Attività Omogenei (NAO) o dei Nuclei di Attività Complementari (NAC) in base a:
- Grado di interdipendenza
- Grado di affinità tecnica
- Grado di affinità culturale
Vengono raggruppate le mansioni più complementari per costituire un'unità organizzativa, per poi raggruppare le mansioni meno complementari, ottenendo una Lista delle Unità Organizzative (LUO).
Si procede anche al raggruppamento delle operazioni elementari in Compiti Uomo (LCU), che consiste nel raggruppamento degli individui a cui sono state assegnate delle mansioni in gruppi.
Nota: Nel contesto del raggruppamento, è utile distinguere tra:
- Efficacia: indica la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.
- Efficienza: valuta l'abilità di raggiungere tali obiettivi impiegando le risorse umane in modo ottimale.
Coordinamento
Il raggruppamento delle mansioni in un'unità è un modo fondamentale di coordinare il lavoro in quanto:
- Introduce un sistema di supervisione comune.
- Obbliga unità e posizioni a condividere le risorse.
- Favorisce il reciproco adattamento.