Giovanni Boccaccio: Biografia, Formazione e Capolavori Letterari

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Giovanni Boccaccio

Vita e Percorso Intellettuale

Gli Anni Giovanili e la Formazione a Firenze

Non si conoscono con esattezza né il luogo né la data di nascita di Giovanni Boccaccio, ma con alcune testimonianze si presume che nacque a Firenze tra giugno e luglio del 1313, figlio di Boccaccio di Chiellino (mercante). Trascorse i primi anni di vita con il padre, che voleva avviarlo all'attività di mercante. Studiò quindi le arti del trivio e dell'aritmetica.

L'Esperienza Cruciale a Napoli (1327-1340/41)

Nell'estate del 1327, suo padre fu nominato a Napoli rappresentante della compagnia commerciale e bancaria dei Bardi, e portò con sé il figlio. Boccaccio vi rimase a Napoli dai 14 ai 27 anni: questi furono gli anni cruciali per la sua formazione umana, artistica e intellettuale. Grazie alla professione paterna, venne a contatto con le più diverse realtà umane e sociali. Questa esperienza fu determinante per la composizione del Decameron.

Boccaccio capì di essere estraneo al mondo dell'economia e sentì invece una forte passione per la letteratura. La Napoli del tempo era il luogo ideale per assecondare la sua inclinazione. Qui ebbe l'opportunità di frequentare gli ambienti della corte angioina.

Conobbe prestigiosi dotti e studiosi, tra questi il monaco calabrese che lo iniziò alla conoscenza della letteratura greca e bizantina. Apprese le tecniche più raffinate della prosa e retorica medievali. A corte era diffusa la lettura dei canzonieri trovadorici e dei romanzi francesi; erano vivi gli interessi per i classici latini. Un incontro speciale fu quello con il poeta Cino da Pistoia.

Partecipò alla raffinata vita mondana dell'aristocrazia partenopea. Visse un'intensa e appassionata storia d'amore che trasfigurò in mito letterario. La donna amata fu Fiammetta.

Il Ritorno a Firenze e le Difficoltà (1340/41-1348)

Nell'inverno tra il 1340 e il 1341, padre e figlio tornarono a Firenze. Boccaccio passò dall'agiata vita sociale e mondana di Napoli a una situazione di incertezza economica e politica. Frequentò senza risultato le corti romagnole: tra il 1345 e il 1346 fu a Ravenna, nel 1347 fu a Forlì. Boccaccio trovò una compensazione alle difficoltà nell'attività letteraria. Nonostante le avversità, questo fu un periodo molto produttivo.

Nel 1348 fu a Firenze. Morirono per la malattia molti suoi amici, la matrigna Bice e il padre. È possibile che l'esperienza drammatica della morte lo spinse a trasfondere in un'opera letteraria un più intenso amore per la vita.

L'Incontro con Petrarca e la Nuova Tensione Morale

La fama acquisita da Petrarca lo incoraggiò a scriverne una biografia in latino. Lo incontrò nel 1350, evento di straordinario rilievo. Boccaccio lesse i classici latini e rifletté sul significato della letteratura. Petrarca risvegliò in Boccaccio una nuova tensione morale. Alla fine degli anni '50, Boccaccio prese gli ordini religiosi e divenne chierico per ottenere benefici ecclesiastici.

Impegno Politico e Ritiro a Certaldo (1350-1375)

Tra il 1350 e il 1360, Boccaccio si allineò alla politica del comune fiorentino e partecipò alla vita pubblica: fu nominato camerlengo del comune e ricevette molti incarichi diplomatici che non gli impedirono di dedicarsi al lavoro erudito. Egli non dimenticò Napoli e vi ritornò nel 1355, 1362 e 1370.

Tra il 1360 e il 1361, Boccaccio subì le conseguenze di un tentato colpo di stato contro il governo di Firenze. Così si ritirò a Certaldo, dove condusse una vita solitaria e frugale.

Nel 1365, la situazione politica a Firenze cambiò e Boccaccio poté riprendere la collaborazione con la Repubblica. Fu inviato ad Avignone e due anni dopo andò a Roma. Nel 1373, accettò dal comune fiorentino l'incarico di commentare in pubblico la Commedia dantesca e lì iniziò a non sentirsi bene. La sua salute peggiorò e il commento si interruppe. Nel 1374, si ritirò definitivamente a Certaldo. Morì il 21 dicembre 1375.

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