L'Impatto Rivoluzionario di Beccaria: Illuminismo, Giustizia e Riforma Sociale
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Perché critica in nome della ragione una prassi accettata da secoli
Dei delitti e delle pene è uno dei testi più esemplari e importanti dell'Illuminismo ed è anche uno dei pochi libri che hanno direttamente contribuito a modificare il proprio tempo.
Il libro esce in anonimo in una città straniera, Livorno.
Già nel 1766, Dei delitti e delle pene viene inserito nell'Indice dei libri proibiti.
Viene discusso dai filosofi francesi e ampiamente lodato sia da Diderot sia da Voltaire, che ne scrivono un commento. La zarina Caterina II invita l'autore a presiedere alla riforma del Codice Penale Russo, e il libro ispira la riforma giuridica del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, che nel 1786 è il primo sovrano europeo ad abolire la pena di morte.
Perché questo saggio riscuote un successo così grande in tutta Europa?
Al tempo di Beccaria, la pena di morte è praticata da tutti i sistemi giudiziari e si basa sul diritto medievale. Negando la possibilità etica e giuridica della pena di morte, Beccaria mette in crisi la concezione stessa del potere assoluto.
Tuttavia, Beccaria rifiuta la concezione tradizionale del potere come investitura divina e porta avanti la concezione di Rousseau, secondo cui la vita sociale è il frutto di un libero contratto stipulato fra uomini per il bene comune.
Questa critica al sistema giuridico e ai valori esistenti in nome della ragione è il tratto fondamentale non solo dell'opera di Beccaria, ma dell'Illuminismo.
La ragione è interpretata come il criterio che può emancipare l'uomo dalle false credenze.
Che cos'è l'Illuminismo, secondo Kant nel saggio del 1784?
Kant ha definito l'Illuminismo come “lo stato di minorità”, cioè lo stato di soggezione intellettuale alle autorità della tradizione. L'Illuminismo sostiene dunque il riscatto dell'individuo nell'ambito originario del pensiero e della vita sociale.
Perché esprime una visione integralmente laica della società
In questo brano, un aspetto decisivo è proprio l'esemplarità delle pene.
Beccaria mostra l'inutilità di questo apparato anche attraverso un'accurata analisi di tipo psicologico, evidenziando la maggiore efficacia di pene più umane ma non meno dure, come la condanna a vita ai lavori forzati.
Questa "presa di parola" del criminale raggiunge sicuramente l'apice del capitolo, esprimendo una visione senza finzioni della realtà sociale.
Il delitto è conseguenza necessaria di determinate condizioni sociali ed economiche.
È una laicizzazione della giustizia: il crimine non è un peccato.
Crimini e punizioni sono trattati come realtà esclusivamente umane. Il male non è più una realtà metafisica, ma il delitto viene definito come un'infrazione di accordi che gli uomini stessi hanno stabilito al fine di garantire una convivenza non violenta.
Con l'opera di Beccaria e gli altri Illuministi si afferma definitivamente una concezione laica della vita sociale.
La cultura illuministica sottopone a una fortissima critica il concetto stesso di potere assoluto. Paradossalmente, proprio nella Francia dell'assolutismo, l'Illuminismo si radicalizza e acquisisce la sua fisionomia "rivoluzionaria".
Perché dà voce al nuovo modello dell'intellettuale illuminista
Questo brano unisce qualità di chiarezza e di linearità.
Nel primo aspetto rientra innanzitutto la struttura argomentativa, che parte da una serie di domande con funzione di ipotesi, per poi svolgere le dovute considerazioni analitiche.
Il libro di Beccaria è infatti un pamphlet, ossia un saggio breve dal carattere polemico.
Il genere saggistico è la forma espressiva privilegiata nel secondo Settecento, perché permette agli intellettuali di prendere posizione e di dar voce al proprio impegno.
Negli anni di svolta si rinnova profondamente il ruolo dell'intellettuale che si propone come agitatore di idee: è l'intellettuale ora a teorizzare riforme giuridiche e interventi civili.
Caffè e circoli privati (i cosiddetti salotti) subentrano alle accademie e diventano luoghi di aggregazione e confronto culturale.
A differenza dei filosofi francesi, Beccaria è un nobile, come quasi tutti gli intellettuali che si riunivano nella casa di Pietro Verri a Milano. L'appartenenza all'aristocrazia è uno dei tratti che caratterizzano gli Illuministi Lombardi, come Verri e lo stesso Beccaria. L'organo di diffusione delle loro idee è il giornale Il Caffè, destinato a un pubblico ampio e non specialistico, che trattava questioni scientifiche, economiche, giuridiche e letterarie, spaziando in ogni campo del sapere umano.