L'Impero Spagnolo nel XVI Secolo: Potere, Conflitti e Società sotto Carlo V e Filippo II
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L'Impero Spagnolo nel XVI Secolo: Da Carlo V a Filippo II
8.1 - L'impero di Carlo V: Conflitti interni, *Comunidades* e *Germanías*
Carlo d'Asburgo fu la prima persona a riunire sotto il suo potere le corone di Castiglia e Aragona. Oltre a questi territori, possedeva l'Austria, i Paesi Bassi, la Franca Contea, la Navarra, le Canarie, possedimenti nel Nord Africa, le Americhe e il titolo imperiale. Ottenne la corona imperiale di Germania nel 1519, comprando il voto degli elettori.
Il suo regno in Spagna iniziò con una doppia crisi:
- Le *Comunidades* di Castiglia: La rivolta scoppiò a causa dell'aumento delle tasse imposte per finanziare la sua elezione imperiale. Iniziò nel 1520, quando le città castigliane sostituirono i *corregidores* (funzionari reali) con organi comunali e avanzarono diverse richieste: la residenza del re in Castiglia, l'esclusione degli stranieri dalle cariche pubbliche, la partecipazione delle *Comunidades* al governo attraverso le *Cortes*, la riduzione delle tasse e delle spese di corte, e la limitazione dell'esportazione della lana. Successivamente, si unirono i contadini, trasformando la rivolta in un movimento anti-nobiliare, che fallì venendo sconfitta a Villalar nel 1521.
- Le *Germanías* di Valencia e Maiorca: Queste fratellanze si riunirono inizialmente con il pretesto di difendere la costa dalle minacce barbaresche, ma presto proposero di ridurre i privilegi della nobiltà. Si radicalizzarono fino alla ribellione aperta e furono anch'esse sconfitte nel 1521.
Per quanto riguarda la politica estera, il regno di Carlo V fu segnato dalla costante rivalità con la Francia per l'egemonia europea, dalla minaccia turca nel Mediterraneo e dal conflitto religioso e politico con i principi luterani nel Sacro Romano Impero.
8.2 - La monarchia ispanica di Filippo II: L'unità iberica e i fronti europei
A differenza del carattere europeo e itinerante di suo padre, la monarchia di Filippo II ebbe un carattere prettamente ispanico e centralizzato. La sua politica interna si basava su due pilastri fondamentali: l'assolutismo monarchico e l'intolleranza religiosa.
Utilizzò l'Inquisizione come strumento di controllo ideologico e repressione, oltre ad adottare misure come il divieto di importare libri stranieri o di studiare in università estere. Portò a compimento il Concilio di Trento (1545-1563), che definì la dottrina cattolica della Controriforma.
La politica intollerante della monarchia e dell'Inquisizione provocò la ribellione dei *moriscos* (discendenti dei musulmani convertiti) nelle Alpujarras (Granada) tra il 1568 e il 1570. La rivolta fu soffocata duramente e portò alla deportazione dei *moriscos* e alla loro dispersione in tutta la Castiglia.
In Aragona, si verificò un grave conflitto istituzionale tra il 1590 e il 1592 (Alterazioni di Aragona), nato dal tentativo di difendere i privilegi aragonesi (*fueros*) contro la nomina di un viceré castigliano. La situazione precipitò quando Antonio Pérez, ex segretario del re accusato di omicidio, fuggì in Aragona e si appellò alla protezione del *Justicia Mayor* (supremo magistrato aragonese). Il rifiuto di consegnarlo portò all'intervento militare regio e all'esecuzione del *Justicia Mayor*, segnando una riduzione dell'autonomia aragonese.
In politica estera, Filippo II ereditò i conflitti con la Francia (risolti inizialmente con la Pace di Cateau-Cambrésis nel 1559), l'Impero Ottomano (culminati nella vittoria navale di Lepanto nel 1571) e il protestantesimo. Dovette affrontare inoltre:
- La rivolta nei Paesi Bassi: Iniziata per motivi religiosi (diffusione del calvinismo) e politici (contro la centralizzazione), portò a una lunga guerra. Le province si divisero tra l'Unione di Arras (cattolica e fedele al re) e l'Unione di Utrecht (protestante, che dichiarò l'indipendenza come Province Unite nel 1581).
- La guerra contro l'Inghilterra di Elisabetta I: Motivata da ragioni economiche (rivalità commerciale e attacchi corsari), religiose (Inghilterra anglicana) e dal sostegno inglese ai ribelli olandesi. L'episodio più noto fu il fallimento della spedizione dell'Invincibile Armata nel 1588.
Un successo significativo fu l'Unità Iberica: nel 1581, Filippo II fu riconosciuto re del Portogallo, unendo l'intera penisola sotto un unico sovrano.
8.3 - Il Modello Politico Asburgico e l'Unione dei Regni
Nel 1561, Filippo II fissò la capitale permanente del regno a Madrid. L'impero era governato attraverso un complesso sistema polisinodale (basato su più consigli):
- Il Consiglio di Stato: Incarnava il principio unitario della monarchia e si occupava della politica estera e delle questioni generali di maggior rilievo.
- Consigli territoriali: Gestivano affari specifici di ciascun regno o territorio (Castiglia, Aragona, Italia, Indie, Portogallo, Fiandre).
- Consigli tecnici: Dedicati a materie specifiche come il Consiglio delle Finanze (*Hacienda*), il Consiglio della Guerra, il Consiglio dell'Inquisizione.
Tutti questi consigli emettevano pareri (*consultas*) che venivano inviati al monarca per la decisione finale. Importante era la figura dei segretari reali, che fungevano da tramite tra i consigli e il re.
Ogni territorio manteneva le proprie leggi e istituzioni:
- I Viceré o Governatori rappresentavano il re nei diversi regni.
- Le *Cortes* (assemblee rappresentative) mantenevano alcune funzioni legislative e fiscali, essendo particolarmente influenti in Aragona, Navarra e Paesi Baschi.
- Le *Audiencias* fungevano da tribunali superiori di giustizia.
A livello locale, ogni comune importante era controllato da un *corregidor*, magistrato di nomina regia. Le entrate fiscali provenivano da diverse fonti, tra cui la vendita di cariche municipali (che in Aragona erano estratte a sorte, *insaculación*) e dalla concessione di privilegi di *villazgo* (status di città indipendente da un signore).
La politica matrimoniale con la casa reale portoghese e la crisi dinastica portoghese aprirono la strada all'unione della penisola. Quando Filippo II divenne re del Portogallo nel 1581, la monarchia ispanica riunì sotto il suo controllo l'intera penisola iberica, oltre ai vasti possedimenti nelle Indie Orientali, in America e nel Nord Africa. Si poteva affermare che sul suo impero "non tramontava mai il sole".
8.4 - Economia e Società nella Spagna del Cinquecento
Il XVI secolo fu, nella sua prima parte, un periodo di crescita demografica (la popolazione della Castiglia raggiunse forse i 6-7 milioni, e l'intera Spagna circa 8 milioni) ed espansione economica. L'agricoltura si espanse con l'aumento delle terre coltivate (cereali, vite, olivo). L'artigianato nelle città era organizzato in corporazioni (*gremios*), con centri importanti per la lana (Segovia, Toledo), la seta (Granada, Valencia) e la metallurgia (Paesi Baschi). La domanda di prodotti crebbe, stimolata anche dal mercato americano.
La conquista dell'America portò un afflusso senza precedenti di metalli preziosi (oro e soprattutto argento). Tuttavia, questi tesori furono in gran parte utilizzati per finanziare le costose guerre europee e la politica imperiale, piuttosto che per investimenti produttivi interni. Questo, unito all'aumento dei prezzi (la "rivoluzione dei prezzi"), ai costi enormi della corte e dell'amministrazione, finì per causare ripetute bancarotte della Corona (*Hacienda Real*).
Per finanziare le spese, si fece massiccio ricorso all'indebitamento pubblico (emissione di titoli di debito chiamati *juros*) e a una crescente pressione fiscale, che gravava soprattutto sulla Castiglia e sui ceti produttivi non privilegiati. Questo indebitamento e la tassazione eccessiva contribuirono alla rovina dei settori produttivi sul lungo periodo, preparando la crisi del XVII secolo.
La società manteneva la tradizionale struttura tripartita (nobiltà, clero, terzo stato), rigidamente gerarchica. La nobiltà e il clero godevano di ampi privilegi fiscali e giuridici. Al vertice della nobiltà si trovava un gruppo ristretto di famiglie, i *Grandes de España*, che detenevano immense ricchezze e occupavano le più alte cariche politiche, militari e diplomatiche. Si generalizzò il requisito della *limpieza de sangre* (purezza di sangue, ovvero non avere antenati ebrei o musulmani) per accedere a molte cariche, corporazioni e ordini militari, generando discriminazione verso i *conversos* (discendenti di ebrei convertiti).
Persisteva una mentalità che considerava il lavoro manuale e le attività commerciali come disonorevoli e incompatibili con lo status nobiliare, a differenza di quanto avveniva in altri paesi europei, specialmente quelli protestanti. L'ideale sociale dominante era quello del nobile che viveva di rendita o serviva il re nelle armi o nella burocrazia.
8.5 - Cultura, Mentalità e Inquisizione nel XVI Secolo
Culturalmente, la Spagna del XVI secolo visse una fase di grande splendore (il *Siglo de Oro*), ma anche di crescente tensione tra l'apertura dell'Umanesimo rinascimentale e lo spirito difensivo e dogmatico della Controriforma cattolica.
Nella prima metà del secolo, si svilupparono gli studi umanistici, con una significativa influenza iniziale di Erasmo da Rotterdam. L'umanesimo fiorì nelle rinnovate università, come quella di Alcalá de Henares (fondata dal Cardinale Cisneros) e quella di Salamanca. La politica internazionale di Carlo V e l'espansione coloniale stimolarono gli studi legati alla navigazione, alla cosmografia, alle scienze naturali e alla cartografia.
Emerse una riflessione importante sul diritto e la morale della conquista, con figure come il domenicano Francisco de Vitoria, della Scuola di Salamanca, considerato uno dei fondatori del diritto internazionale (*ius gentium*). Importanti teologi spagnoli ebbero un ruolo cruciale nel Concilio di Trento.
Parallelamente, si affermò lo spirito della Controriforma. Sant'Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù (Gesuiti), che divenne uno strumento potentissimo della Chiesa cattolica per la difesa della fede contro il protestantesimo, l'educazione delle élite e l'attività missionaria nel mondo.
L'Inquisizione spagnola, già attiva dal secolo precedente, divenne sotto Filippo II lo strumento principale per vigilare sull'ortodossia, reprimere ogni forma di eresia (in particolare i rari focolai protestanti) e controllare la circolazione delle idee. Nel 1559 fu pubblicato il primo Indice dei libri proibiti spagnolo. Tra il 1558 e il 1559 furono scoperti e duramente repressi, con processi ed esecuzioni pubbliche (*autos da fé*), i gruppi luterani di Valladolid e Siviglia. Lo stesso Filippo II presenziò a un solenne *auto da fé* a Valladolid nel 1559. L'Inquisizione esercitò un controllo profondo sulla cultura e sulla mentalità della società spagnola, contribuendo a isolarla da alcune correnti di pensiero europee ma godendo anche di un certo consenso sociale come garante dell'unità religiosa.