Interpretazione Approfondita di un Sonetto: Dolore, Amore e Simbolismo Poetico

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Struttura e Metrica del Sonetto

La poesia è un sonetto, composto da 14 versi endecasillabi, raggruppati in due quartine e due terzine. Una particolarità metrica è che l'ultimo verso di ogni terzina ripete la rima che appare nella prima e nell'ultima riga delle due quartine. Inoltre, l'ultimo verso di ciascuna delle quattro strofe (due quartine e due terzine) presenta la stessa rima, configurando una variazione rispetto alla metrica classica del sonetto. Lo schema del sonetto è, ad esempio, ABBA ABBA CDE CDE, con rime riprese dalle quartine.

Analisi Tematica e Stilistica

L'Inizio Oscuro e il Dolore

Il poema inizia con toni scuri, creando un ambiente buio e privo di allegria. La caratteristica più significativa è la scelta inusuale di parole, che possiedono un'estetica speciale. Il sostantivo "dolore" completa l'effetto di questa prima riga e segna l'inizio della poesia con il segno della sofferenza.

L'espressione "che annerisce quando esplode", presente nel secondo verso, rivela l'associazione metaforica interna tra il dolore e l'oscurità che esplode. Il verbo "esplode" indica un'espressività veemente, un modello che caratterizzerà tutta l'opera.

Iperbole e Sinalefe: Espressività Poetica

Nel verso "dove mi trovo, l'uomo non è più dispiaciuto di così...", il poeta compie un'ultima iperbole in questa quartina per presentare al lettore la sua pena. Per quanto riguarda le dimensioni del verso musicale, si evidenziano due sinalefe: "dove mi trovo, non mi trovo".

Meritano attenzione anche due aspetti sintattici. Retoricamente, questa è una presentazione basata su due diverse forme del verbo "trovare" nei due versi, che insieme formano una perifrasi che potremmo classificare come eufemismo (understatement). Essa consiste nel dire qualcosa (che è l'uomo più sfortunato al mondo), negando il suo opposto (dove si trova lui, non c'è uomo più triste al mondo).

Per quanto riguarda questi due versi, si potrebbe concludere che in essi, e forse con una certa audacia formale, si eco il verso classico. L'analisi si riduce praticamente a una nuova ponderazione dell'esecuzione del poeta.

La Metafora del "Cane Fedele" e il Desiderio Frustrato

Un confronto che colpisce in particolare è: la morte del poeta è come un "cane fedele". Questa è la più chiara indicazione che il dolore del poeta è causato da un desiderio la cui soddisfazione sarebbe appagante, per una sensazione che, se realizzata, lo avrebbe reso felice. Poiché la proiezione di quel sentimento è frustrata e insoddisfatta, il risultato è la "morte" del poeta che parla in questo sonetto.

Si intuisce che la ragione di fondo della sofferenza di cui si parla nella poesia è l'amore. La natura tematica del libro di Miguel Hernández, di cui fa parte questo poema, supporta questa conclusione.

Solitudine e Amore: La Corona di Spine

Un altro riferimento chiave presente in questa quartina per chiarire il senso ultimo del sonetto si trova nel primo verso: "e si dorme da solo." La solitudine è la vera fonte del suo dolore, e il fatto che il poeta parli proprio di "dormire da solo" ci porta alla relazione tra la solitudine e il fallimento dell'amore. La "corona di spine" ritrae la metafora poetica e ci ricorda la corona di Cristo. Il poeta si presenta con un riferimento piuttosto irriverente, forse non molto appropriato dal punto di vista poetico. È come se il poeta portasse la croce del suo amore, il che si confronta con la questione del tragico destino amoroso che Miguel Hernández affronta spesso nella poesia della sua prima fase.

Le "Spine" e i "Leopardi": Simboli del Dolore

Sia le "spine" che i "leopardi" sono metafore comuni per rappresentare le lacrime di dolore.

La Confessione Finale e la Sofferenza Esistenziale

Arriviamo così all'ultima terzina: "... la sanzione non sono io stesso circondato da sanzioni e cardi e punire a morire quello!" La confessione dell'incapacità di sopportare il dolore sembra continuare l'allusione a una Via Crucis d'amore, distruzione e morte. Il primo verso è una visione fatalista della sua stessa esistenza, condizionata da quel dolore. Il dolore, così "cardo", alla fine distruggerà la sua resistenza.

L'ultimo verso giunge a una conclusione. Non è un pianto senza un tono di rimpianto o di protesta; la pena è amare, ma l'esclamazione finale, tratta da quello che potrebbe essere chiamato un linguaggio colloquiale, sembra dare una dimensione più ampia al dolore, come se la sofferenza d'amore fosse solo una parte di una sofferenza esistenziale che non può essere soffocata. E questo sarebbe, approssimativamente, il tema della poesia.

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