Letteratura Latina: Origini, Influenze e Generi

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Le Origini tra Oralità e Scrittura

Noi conosciamo la letteratura latina dai testi scritti, essendo quasi perduta la letteratura orale. Sono sopravvissuti solo i documenti che vennero trascritti:

  • orazioni = rielaborate a seconda dell’argomento trattato
  • testi teatrali = per essere recitati

La scrittura era nota ai Romani già dal VII secolo a.C. e utilizzata per fini pratici.

Le più remote attestazioni sono le iscrizioni o epigrafi, cioè testi scritti o incisi su qualsiasi oggetto per la necessità di comunicare.

Nell’ambito sacrale e pubblico ci sono vari generi (calendari, testi di legge) e in ambito privato venivano usati come testimonianze.

Nella scrittura letteraria il più antico testo fu l’orazione, trascritta e conservata ma non ci è pervenuta. Essa fu tenuta da Appio Claudio Cieco in Senato nel 280 a.C.

Opere propriamente letterarie nacquero dalla traduzione in latino dell’Odissea, svolta dal poeta Livio Andronico. Verso la metà del III secolo a.C. altre opere furono messe per iscritto per esigenze didattiche, infatti Livio non era solo un poeta ma anche insegnante di lingua e letteratura.

La Lingua, l’Alfabeto, i Rapporti Culturali con la Civiltà Greca

Il latino era una lingua appartenente al ceppo occidentale delle lingue indoeuropee.

Essa venne poi influenzata da lingue indoeuropee (greco, lingue italiche) e non indoeuropee (etrusco). Anche quando ci fu la dominazione etrusca il latino rimase la lingua ufficiale.

Molti altri elementi indicano che Roma era stata in contatto con il mondo greco anche prima, verso il VI secolo a.C., attraverso scambi commerciali, tradizioni e culti di divinità che furono scoperti di origine greca.

I Carmina Triumphalia

Un'altra forma preletteraria, affine ai Carmina convivalia per l'uso del verso per l’oralità, è costituita dai Carmina triumphalia. Si trattava di brevi componimenti poetici cantati durante la cerimonia sacra del Trionfo dei soldati che seguivano il carro del comandante vittorioso. I soldati non esultavano soltanto ma inserivano nei Carmina battute scherzose nei confronti del comandante.

I Primi Documenti Scritti

VI secolo a.C. cippo del foro di Roma

IV secolo a.C. cista Ficoroni

II secolo a.C. Annales maximi

450-451 a.C. leggi delle XII tavole


L’Ellenizzazione della Cultura Romana e la Nascita della Letteratura Latina

Dopo la conquista dell’Italia meridionale molti Greci arrivarono nel territorio romano, sia come prigionieri di guerra sia come immigrati in cerca di fortuna. Tra questi molti erano letterati, artisti ed insegnanti di lingua e letteratura, tantoché si diffuse nei ceti più elevati l’insegnamento del greco fin dall’infanzia. Per questo in media tutti i Romani sono bilingui.

Livio Andronico, originario di Taranto, è considerato il primo “grammatico”, cioè professore di lingua e letteratura alle scuole superiori. Fu il primo ad inaugurare la letteratura latina con la messa in scena nel 240 a.C. di una fabula, un’opera teatrale di un autore greco volta in latino. La letteratura di Roma nacque quindi per imitazione di quella greca.

La Difesa dell’Entità Culturale Romana

Questo processo di ellenizzazione con la cultura greca creò delle resistenze e dei conflitti nella popolazione. Una parte del mondo romano rappresentata dai Filelleni, si aprì con entusiasmo alla cultura greca; Il settore dei più tradizionalisti chiamati Antielleni, videro la cultura greca come un fattore di corruzione morale e una minaccia per il mos maiorum, l’insieme dei valori su cui si fondava la res publica romana. Nel 155 a.C. gli ateniesi inviarono a Roma come Ambasciatori tre filosofi, che erano anche abili oratori e che tennero pubbliche conferenze. L'esibizione di Carneade riscosse particolarmente successo: in essa i filosofi sostennero la tesi favorevole all'esistenza del diritto naturale. Catone, dopo aver ascoltato Carneade, intervenne presso il Senato perché ricevesse al più presto l'ambasceria ateniese in modo che i filosofi ritornassero ad Atene. Catone aveva riconosciuto in questa tesi una minaccia allo spirito di disciplina e di obbedienza, caratteri fondamentali dell'educazione romana che i giovani dovevano accettare e seguire senza discutere.

L’Apertura verso la Cultura Greca: “Il Circolo Scipionico”

Con l'espressione “circolo scipionico” si indica il gruppo di uomini politici e letterati romani e Greci, vissuti nel II secolo a.C., che si raccoglieva intorno a Scipione Emiliano.

I Generi della Letteratura Latina delle Origini

L'epica, inaugurata dalla traduzione dell'Odissea di Omero da parte di Livio Andronico si sviluppa in modi e con caratteri propri e originali che la caratterizzano, su essa ci lavoravano letterati di professione. I generi teatrali, commedia e tragedia, rimangono invece più legati ai modelli greci, essi erano gestiti direttamente dai magistrati a cui spettava la decisione se un'opera dovesse e potesse essere messa in scena. Nei generi della prosa, ossia l'oratoria e la storiografia, essendo direttamente collegati con la vita politica furono coltivati dagli stessi uomini politici.

Le Origini della Letteratura: Oralità e Anonimato

Con l'influenza greca a Roma oltre alla letteratura altri suoi caratteri furono influenzati tuttavia anche da alcune manifestazioni e tradizioni culturali indigene. Queste forme preletterarie indigene erano caratterizzate dall'oralità: erano testi concepiti non per essere trascritti, ma per essere recitati e tramandati oralmente, inoltre erano anonimi perché venivano viste come espressioni dell'intera comunità.


La Laudatio Funebris

Un’altra importante forma preletteraria, espressa in prosa è la laudatio funebris, parte integrante del rituale funebre in uso presso le grandi famiglie aristocratiche. Durante il funerale il parente più stretto del defunto lo leggeva per celebrare le virtù e le imprese dei suoi antenati.

I Carmina Convivalia

I Carmina convivalia, composizioni in versi caratterizzate anch'esse dall'oralità, di cui nulla si è conservato, destinate all'esecuzione nel corso delle riunioni conviviali delle famiglie aristocratiche. Il Convito era un importante momento di aggregazione e il canto era sia un mezzo di intrattenimento ma era anche un utile strumento per esprimere e ribadire gli ideali aristocratici attraverso la celebrazione delle glorie e delle virtù degli antenati. Si suppone che i romani manifestassero nei Carmina convivalia quella propensione per la poesia celebrativa che avrebbe costituito il necessario supporto per il futuro sviluppo dell'epica latina.

I Carmina Religiosi

Particolarmente significativi sono i testi letterari appartenenti alla sfera sacrale, dei riti e delle cerimonie religiose, che a Roma accompagnavano ogni situazione di evento pubblico. Di questa vasta produzione conosciamo soltanto alcuni testi, trascritti in età molto più tarda rispetto a quella di origine. La religione romana concepiva le divinità come forze misteriose, incontrollabili e minacciose, che l'uomo doveva cercare di placare e di propiziarsi per mezzo della pietas: cioè pregando, facendo sacrifici e atti di culto. Carmina è il nome dato fin dall'antichità a questi testi arcaici, formulati per pregare una divinità, per celebrare un sacrificio. Nel latino dell'età classica la parola carmen indica una composizione di versi che non implica necessariamente una struttura metrica. I carmen si suddividono in:

saliare —> canti in onore di Marte, dove nel corso della processione si agitavano degli scudi

arvale —> canti propiziatori cantati dalla confraternita degli Arvali per i campi, per chiedere abbondanza durante una festa in primavera. Si facevano libagioni e offerte sacrificali nei campi coltivati

lustrale —> preghiera propiziatorio dedicata a Marte in cui i Pater familias chiedevano la protezione della famiglia

La Storiografia: gli Annales Maximi

La storiografia la cui nascita come vero e proprio genere letterario è stimolata e favorita dal contatto con la produzione greca, ha un importante precedente indigeno nei cosiddetti Annales maximi (Annali massimi). Essi erano costituiti da una tavola bianca contrassegnata dall’indicazione cronologica costituita dai nomi dei consoli e degli altri magistrati, veniva esposta fuori dalla residenza ufficiale del pontefice massimo e veniva poi riempita con annotazioni finché ad anno concluso veniva poi conservata nell'archivio. Lo scopo per cui venivano compilati gli annales era duplice: informare il popolo degli avvenimenti importanti via via che si verificano, offrendo in forma scritta e pubblica una versione ufficiale, e mantenere nel tempo il ricordo dei fatti.


Le Più Antiche Iscrizioni Latine

La più antica e significativa testimonianza diretta dell'uso della scrittura in ambito pubblico-sacrale a Roma è rappresentata dall'iscrizione del cippo in pietra rinvenuto sotto il foro di Roma, un testo risalente all'inizio del VI secolo a.C. e contenente prescrizioni rituali. In esso era scritta una maledizione per chi superava questo limite.

In ambito privato invece si hanno antichissime iscrizioni dedicatorie su oggetti di uso comune, che riportano spesso i nomi dell'artista, del committente dell'opera e del destinatario del dono. Ne è un esempio la cista Ficoroni, manufatto in rame risalente al IV secolo a.C. su cui è inciso il mito degli Argonauti, con precisione è un portagioielli che poi sarà il regalo di una mamma ad una figlia.

Dindia Macolnia fileai dedit. Novios Plautios med Romai fecid.

Dindia Macolnia donò alla figlia. Mi fabbricò in Roma Novio Plauzio.

Un altro tipo di iscrizione che ha dei punti di contatto delle analogie con il laudatio funebris, è l'epigrafe sepolcrale nella sua forma più estesa detta elogium, l’elogia. Essa conteneva oltre al nome del defunto anche le lodi delle sue virtù e le sue imprese.

Le Forme Preletterarie Teatrali

Le forme preletterarie teatrali sono caratterizzate dall'oralità. Nel mondo greco e romano elemento del gioco e dello svago era spesso collegato con il culto in quanto alle divinità veniva attribuita una propensione per forme di divertimento umane. Nelle feste che si svolgevano al tempo del raccolto scaturirono i Fescennini, vivaci scambi di battute salaci e di grossolane facezie che avvenivano tra contadini mascherati, le caratteristiche principali sono la mordidita e l’improvvisazione.

A una circostanza religiosa risale anche l'introduzione ufficiale dei ludi scaenici a Roma.

Sulla matrice etrusca si inserì una componente latina, allo spettacolo si aggiunsero lo scambio di battute di spirito. In una fase successiva l'elemento poetico assunse maggiore rilievo e si sviluppò in una forma metricamente complessa e con melodie prestabilite, chiamata satura. Il termine satura è nato dalla satira cioè d'ironia su temi attuali e su cui non si può ridere. Un'altra Antica forma teatrale di cui abbiamo notizia è la Fabula Atellana, una forma teatrale in maschera di origine campana. Essa comportava l'improvvisazione da parte degli attori su un canovaccio prestabilito, cioè un abbozzo. Gli attori avevano maschere fisse su cui si creava uno spettacolo teatrale rudimentale, es. “il ghiottone balordo”, “il vecchio rincitrullito”.

Il Diritto: le Leggi delle XII Tavole

La transizione dalla fase orale a quella della redazione scritta si carica perciò di precisi significati sociali e politici. Una legge scritta è infatti di per sé stessa una conquista per le classi subalterne, o comunque per i gruppi sociali esclusi dal processo di sapere giurisprudenziale. La più antica codificazione scritta di Roma sono le leggi delle XII tavole. Nel 451-450 a.C. dopo le rivendicazioni della plebe, vennero nominati 10 magistrati con il compito di redigere un codice di leggi scritte, i decemviri legibus scribundis (dieci persone scrivono le leggi). Al termine del mandato i decemviri esposero nel foro, su dodici tavole (andate poi distrutte) il risultato del loro lavoro.

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