Libertà e Determinismo: Esplorando i Concetti di Kant, Hume e Aristotele

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L'Indeterminismo Etico

L'indeterminismo è la corrente di pensiero che sostiene che quando siamo liberi di scegliere e di agire, agiamo in modo indipendente. Le origini di questa tendenza possono essere fatte risalire alla Grecia classica, con il relativismo etico dei sofisti e l'intellettualismo morale di Platone. Dal XVIII secolo, l'indeterminismo ha iniziato a recuperare una certa importanza.

Kant e la Ragione

Kant ritiene che esista una sola ragione, ma che possa essere utilizzata in modi diversi. La ragione umana ha due usi principali:

  • Uso della ragione pura (Ragione Pura): ci permette di conoscere come stanno le cose nel mondo fisico. I fenomeni si verificano in modo ineludibile, quindi in questo mondo fisico non c'è libertà.
  • Uso pratico della ragione (Ragione Pratica): è responsabile di conoscere come agire, quali sono i principi del comportamento umano e che tipo di leggi o regole guidano il comportamento. Solo in questo ambito si può parlare di libertà.

Secondo Kant, i principi che guidano l'azione umana formano la coscienza, che governa il nostro comportamento e ci dice se le nostre azioni sono giuste o sbagliate, buone o cattive.

Inoltre, per Kant, solo la volontà umana può essere classificata come buona o cattiva, non i singoli atti. Non è lo stesso tagliare una gamba per evitare il cancro che per torturare.

Kant afferma che la ragione umana opera sotto forma di imperativi. Gli imperativi possono essere di due tipi:

  • Imperativi ipotetici: sono quelli soggetti ad una condizione. "Se vuoi X, allora devi fare Y".
  • Imperativi categorici: non sono soggetti ad alcuna condizione, non fanno riferimento a nessun contenuto morale e sono validi per qualsiasi azione. Sono universali. "Fai X, devi fare X".

Un'azione è morale solo quando si basa su imperativi categorici. Cioè, quando la persona sceglie l'azione perché la considera un dovere, senza aspettarsi nulla in cambio. In caso contrario, l'azione può essere legale, ma non morale. Se non rubo per non essere punito, l'azione è legale, ma non morale. Tuttavia, se non rubo perché ritengo mio dovere non rubare, ci troviamo di fronte ad un'azione legale e morale.

Autonomia ed Eteronomia

Kant distingue tra autonomia ed eteronomia della volontà. La volontà è autonoma quando si dà la propria legge, ed è eteronoma quando riceve la legge passivamente da qualcosa o qualcuno diverso da sé. Pertanto, qualsiasi etica teologica è sempre eteronoma.

Solo la volontà può essere giudicata buona o cattiva. Quindi, solo una volontà autonoma che obbedisce all'imperativo categorico è buona.

Il Determinismo

Le teorie deterministiche sostengono che gli esseri umani non sono liberi. Le nostre decisioni e le azioni sono parte di una catena di eventi da cui non possiamo sottrarci. Il comportamento umano è determinato da tre punti di vista: biologico, psicologico e sociale.

Hume e l'Emotivismo Morale

Hume sostiene che la morale non può dipendere dalla nostra ragione, poiché la funzione di quest'ultima è quella di comprendere le relazioni tra le idee o gli eventi.

Per questo filosofo, i giudizi morali nascono dal piacere o dal dispiacere che ci produce un determinato fatto. Hume fa appello al sentimento di approvazione o disapprovazione che nasce in noi.

Quindi, la morale non si trova nella ragione o nei fatti, ma nelle emozioni che questi producono in noi. Pertanto, l'etica di Hume è chiamata emotivista.

Per sostenere la sua teoria, Hume afferma l'esistenza di sentimenti universali, determinati dalla natura umana. Questo garantisce che eventi simili provochino in tutti gli individui (ad eccezione di qualche disturbo mentale o malattia) emozioni simili.

Aristotele: la Felicità come Attività Razionale

Aristotele chiama "politica" la scienza che comprende l'attività morale dell'uomo. Questa "politica" si suddivide in etica e politica propriamente detta. Per Aristotele, l'individuo esiste in funzione della città e quindi il sommo bene deve essere sempre il bene comune.

Nelle loro azioni, gli esseri umani cercano sempre un fine, che è inteso come bene. Tali fini possono essere classificati come:

  • Fini relativi: si perseguono per raggiungere altri fini e beni. "Lavoro per ottenere denaro per vivere".
  • Fine assoluto: è il fine ultimo e più grande a cui tende ogni azione umana. ("Perseguo la felicità perché voglio essere felice, non perché mi serva per qualcos'altro").

Aristotele ritiene che il bene supremo e assoluto di ogni azione sia la felicità. Ma cos'è la felicità? Come si raggiunge? Quali caratteristiche possiede? Per rispondere a queste domande, Aristotele descrive diversi tipi di beni che le persone ritengono necessari per raggiungere la felicità:

  • Il volgo identifica la felicità con il piacere. Aristotele afferma che, secondo questa concezione, non c'è differenza tra noi e le bestie.
  • Le persone più istruite credono che la felicità risieda nell'onore. Aristotele sostiene che questo è un bene individuale, lontano dal bene comune della polis.
  • Infine, l'idea che l'accumulazione di ricchezza serva solo per ottenere altri beni, ma non per raggiungere la felicità.

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