Locke e Berkeley: Empirismo, Conoscenza e Immaterialismo
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Locke: Empirismo del Senso Comune
Locke, pur essendo un empirista del senso comune, mostra influenze cartesiane. Difende la necessità di riflettere sulle proprie conoscenze e, in modo cartesiano, definisce la conoscenza come accordo o disaccordo tra le idee, e non come un accordo tra le idee e le cose, come nel pensiero classico. L'attenzione si sposta da ciò che il mondo è in sé (irraggiungibile) a ciò che accade nella nostra coscienza, ovvero alle nostre idee.
Source Idee e Tipo di Idee
Cartesio sosteneva che la mente possiede idee innate generate dalla ragione. Locke rifiuta questa possibilità, affermando che la ragione non è creativa, ma ricettiva, limitandosi a percepire l'accordo o il disaccordo tra le idee. L'esperienza è la fonte e il limite di ciò che può riempire la mente.
Tipi di Idee
Locke distingue tra idee semplici e complesse. Le idee semplici derivano direttamente dall'esperienza, sia attraverso i sensi (sensazione) sia attraverso la riflessione (desideri, emozioni). Le idee complesse, invece, sono prodotte dalla mente a partire dalle idee semplici. Entrambe sono alla base della conoscenza.
L'idea di sostanza è un'idea complessa che non è innata: è ciò che è responsabile di ciò che possiamo sentire e guardare, ma non esistono.
Berkeley: Empirismo Idealista
Berkeley era consapevole del successo della nuova scienza e dei pericoli che questo successo avrebbe potuto portare alla religione, in particolare al materialismo.
Il cristianesimo, per sopravvivere, doveva trovare un modo di convivere con le nuove conoscenze. Berkeley scelse di utilizzare l'empirismo, la filosofia moderna e scientifica più in voga, per giustificare la legittimità e persino la necessità della religione. Locke aveva affermato l'esistenza di un mondo esterno di natura materiale come fonte delle nostre idee, senza però fornirne una prova definitiva. Berkeley insiste sul fatto che, se rimaniamo fedeli a ciò che l'esperienza ci mostra, dobbiamo riconoscere che la realtà consiste unicamente di idee e nel fatto di essere percepite. Una componente essenziale delle idee è la loro immaterialità.
Materia come Inutile Complicazione
Volendo rispondere alla domanda sull'origine delle idee che percepiamo, Cartesio aveva già evidenziato la difficoltà di collegare la coscienza alla materia. Berkeley ebbe il coraggio di negare l'esistenza del regno materiale. Il mondo ontologico di Berkeley è semplice e chiaro: un Dio che crea idee e menti che le percepiscono. Questo è sufficiente per giustificare la nostra esperienza. Berkeley rifiuta la realtà delle cose materiali, considerandola inutile e incompatibile con un empirismo rigoroso, e difende una concezione immaterialista che esclude qualsiasi possibilità di ridurre la realtà alla materia.