Metafisica di Leibniz e Hume: Monadi, Armonia Prestabilita e Causalità
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Metafisica di Leibniz: Monadi e Armonia Prestabilita
Leibniz propone una visione pluralistica e dinamica della realtà, composta da infinite unità elementari e indivisibili chiamate monadi. Queste monadi sono prive di estensione, simili ad atomi di energia o punti metafisici semplici. La realtà è definita dall'energia, una forza intrinseca che caratterizza ogni monade. Le monadi sono ingenerabili e indistruttibili; nascono per creazione divina e possono scomparire solo per annientamento da parte di Dio.
Ogni aggregato reale è un insieme di monadi. Gli esseri inorganici sono costituiti da una semplice giustapposizione di monadi, mentre gli esseri organici possiedono una monade dominante, l'"anima", che coordina le altre.
Caratteristiche delle Monadi
Le monadi possiedono due caratteristiche fondamentali:
- Percezione: la capacità di rappresentare qualcosa di esterno.
- Appetizione: la forza interna o tendenza a passare da uno stato all'altro.
Ogni monade è un microcosmo che riflette l'intero universo. Nell'uomo, la percezione diventa cosciente, dando origine alla "comprensione", e l'appetizione diventa libera, ovvero "volontà".
Le monadi sono unità chiuse e isolate, ma apparentemente interagiscono, specialmente nell'interazione tra anima e corpo. Leibniz spiega questa interazione attraverso il concetto di armonia prestabilita: le attività di anima e corpo sono state perfettamente sincronizzate da Dio fin dall'inizio.
Ottimismo Cosmico
Leibniz difende un ottimismo cosmico, sostenendo che viviamo nel migliore dei mondi possibili tra i molti che Dio avrebbe potuto creare. Dio è guidato dal principio di perfezione, che è ragione sufficiente per la creazione del mondo. Il male è considerato una condizione necessaria per il funzionamento del sistema.
Tipi di Conoscenza in Leibniz e Hume
LEIBNIZ | HUME | |
---|---|---|
Prima verità o conoscenza | Verità di ragione (innate): vere indipendentemente dall'esperienza (a priori), necessarie (non possono essere altrimenti). Si basano sul principio di non contraddizione (una cosa non può essere e non essere allo stesso tempo). Sono analitiche (l'idea del predicato è già contenuta nel soggetto). | Relazioni tra idee: non richiedono il ricorso all'esperienza; la verifica è a priori, necessaria e analitica. Non forniscono informazioni nuove perché il predicato è già implicito nel soggetto. Si basano sul principio di non contraddizione: il contrario è impossibile. Appartengono a questa categoria le scienze formali. |
Seconda verità o conoscenza | Verità di fatto (acquisite): derivano dall'esperienza (a posteriori), contingenti (possono essere in un modo o nell'altro, o non essere). Si basano sul principio di ragion sufficiente (tutto ciò che accade ha una ragione per la sua esistenza). Sono sintetiche (il predicato amplia la nozione del soggetto). | Questioni di fatto: caratteristiche della conoscenza scientifica sperimentale. Proposizioni che descrivono fatti, la cui validità dipende dalla verifica a posteriori (empirica). Hanno origine nelle impressioni. Il contrario di una questione di fatto non implica contraddizione. Ogni conoscenza dei fatti si basa sul principio di causalità. |
Contesto Storico e Filosofico della Filosofia Moderna
Secoli XVII-XVIII: periodo di scontri tra paesi europei ed espansione coloniale. Consolidamento dello stato moderno e affermazione della monarchia assoluta come sistema politico dominante. Ascesa della borghesia commerciale come classe dirigente.
Contesto Culturale e Filosofico
Secolo del Barocco; nascita e sviluppo della scienza come forma di conoscenza autonoma. Separazione netta tra scienza e filosofia, con un rapido sviluppo della prima. I filosofi si interrogano sul rapido progresso della scienza e sul relativo stallo della filosofia.
Il tema centrale della filosofia moderna è il problema della conoscenza: origine, tipi, metodi per ottenere una conoscenza vera, validità, limiti e giustificazione. Si afferma la fiducia nella ragione come strumento per spiegare tutti gli interrogativi.
Tutti i filosofi di questo periodo subiscono l'influenza di Cartesio, sia per sostenerlo sia per criticarlo. In questo periodo si confrontano due grandi correnti filosofiche:
Razionalismo | Empirismo |
---|---|
Area: Continentale (Europa) | Britannico |
Fonte della conoscenza: La ragione è la fonte principale di conoscenza | Esperienza sensoriale (i sensi) |
Contenuti fondamentali della mente: Idee innate (a priori), indipendenti dall'esperienza. Conoscenza illimitata | Idee acquisite. Derivano dall'esperienza. Conoscenza limitata |
Metodo per ottenere conoscenza valida: Deduzione | Induzione |
Modello scientifico: Matematica | Fisica |
La Causalità secondo Hume
La nostra conoscenza dei fatti si riduce alle impressioni. Non possiamo avere conoscenza degli eventi futuri, eppure nella vita quotidiana parliamo con certezza di eventi che accadranno, affermando anche il nesso di causalità. Hume utilizza l'esempio delle palle da biliardo per illustrare questo concetto.
Analizzando il nesso di causalità, Hume individua tre circostanze fondamentali:
- Contiguità nel tempo e nello spazio tra causa ed effetto.
- Priorità della causa rispetto all'effetto.
- Congiunzione costante tra causa ed effetto: il collegamento tra i due si verifica regolarmente.
Tuttavia, Hume osserva che non esiste una connessione necessaria tra causa ed effetto. La filosofia precedente sosteneva che il principio di causalità implicasse un nesso reale e necessario tra causa ed effetto, ed è proprio questo che Hume mette in discussione.
Non si tratta di una relazione tra idee, apprezzabile a priori. È un dato di fatto, poiché l'esperienza mostra che esiste una successione, ma non una successione necessaria. Non troviamo l'impressione che corrisponde a questa connessione necessaria.
Il principio di causalità è valido solo se applicato all'esperienza, e quindi solo agli eventi di cui abbiamo osservato la successione. L'applicazione del principio di causalità alla conoscenza di oggetti di cui non abbiamo esperienza non ha valore. La ragione non può andare oltre l'esperienza, il che porta alla critica dei concetti metafisici.
L'idea di causalità è una mera presunzione o credenza personale. Del futuro possiamo solo affermare la credenza. Questa credenza deriva dall'abitudine, dall'esperienza. Siamo abituati a vedere che esiste un collegamento regolare tra due eventi, e questo ci porta a credere che il primo sia la causa necessaria del secondo. Non si tratta di una legge delle cose, ma del nostro modo di pensare le cose.