Mill e i Limiti della Libertà: Riflessioni Critiche
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Riflessioni sulla Libertà in John Stuart Mill
Mill sottolinea che la libertà di opinione non distrugge la verità perché questa prevarrà. Essendo meno ottimista, sono propenso a difendere la libertà di opinione affinché la verità non scompaia, per il diritto di difesa sempre. Intendo il principio di non ingerenza dello Stato nella formazione dei tribunali per giudicare i casi non politici, ma credo che sia più necessario garantire l'indipendenza della magistratura competente a risolvere le questioni politiche rispetto al potere legislativo, al fine di garantire un funzionamento democratico autentico, senza il quale la libertà degli individui è condannata a scomparire.
Sarebbe anche utile ricordare qualche intervento dello Stato – contro quanto raccomandato da Mill – nei luoghi di lavoro e trasferito allo sfruttamento economico del capitalismo selvaggio in Europa, denunciato da Marx, ma sostenuto da coloro – liberali – che lo giustificano invocando il principio della libertà umana e il diritto umano di determinare la propria destinazione e di partecipare liberamente nei contratti che sono stati favorevoli ai loro interessi sotto la bandiera della "libera concorrenza e pari per tutti".
Infine, credo che Mill fosse in errore nel consentire la libertà di espressione a condizione che non istigasse alla violenza, perché possiamo cadere nel paradosso della democrazia e della tolleranza: se siamo tolleranti con gli intolleranti, se siamo democratici con gli antidemocratici, non stiamo forse cementando la distruzione della tolleranza e della democrazia? Dovremmo, in un esercizio di rispetto per la libertà individuale, permettere opinioni discriminatorie, xenofobe, intolleranti e antidemocratiche? Se coloro che le sostengono non hanno alcun potere di imporle agli altri e di determinare il loro stile di vita, possono offendere il resto senza causare lesioni. Ma la libertà di esprimere queste opinioni può promuovere un'opinione corrente e potente nella maggioranza che non esita a violare i diritti delle minoranze. Non sarebbe giustificato l'intervento fin dall'inizio? Dovremmo aspettare fino a quando il danno si verifica, al rischio di non essere in grado di intervenire per invertire il processo?
Il Principio del Danno e la sua Definizione
Considero di grande successo il limite che Mill ha posto alla libertà individuale: non danneggiare gli altri. Ma Mill è impreciso nel definire cosa si intende per pregiudizio (danno). Rifiuto l'idea che sentirsi offesi equivalga a essere lesi, perché quasi tutti i ceti sociali sono offensivi per qualcuno. Mi rendo conto che non esiste un'azione unica che non pregiudichi gli altri e che la vittima sia stata lesa. Mill dovrebbe pertanto stabilire chiaramente quale interferenza sia giustificata dai pregiudizi sociali. In caso contrario, l'applicazione del principio può essere soggetta a fattori sociali e soggettivi, come sembra essere accaduto al nostro filosofo, se si pensa che alcune azioni ammissibili e innocue in privato dovrebbero essere vietate nei luoghi pubblici che entrano in conflitto con l'intervento giustificato solo in caso di infortunio e senza offesa per gli altri.
Inoltre, la mancanza di criteri chiari consente il dubbio nella risoluzione dei casi specifici, come il rispetto o la riduzione della libertà di coloro che incoraggiano gli individui, a scopo di lucro, a impegnarsi in attività considerate nocive, come nei casi di sfruttamento della prostituzione e dei promotori del gioco d'azzardo. Mill ritiene che fornicatori e giocatori non danneggino gli altri, ma coloro che li incitano sì, in quanto limitano la loro capacità di decidere liberamente, pur riconoscendo la sua incertezza nel decidere in questo caso. Ha sottolineato che lo Stato, solo per garantire la libera scelta dei cittadini, dovrebbe relegare tali pratiche in locali sotterranei, ma invece, nel caso dei locali di vendita di alcolici, dice che non spetta a lui decidere cosa la classe operaia, non essendo infantile o selvaggia, dovrebbe fare. Sembra che la maturità del popolo vari in base alle tentazioni. Penso, piuttosto, che le condizioni individuali e sociali determinino la decisione.
Educazione e Vera Libertà
Sembra positivo che Mill difenda la necessaria formazione e istruzione come condizione dello studente, perché non c'è vera libertà se non si conosce la verità, che si ottiene attraverso l'esame critico delle posizioni in conflitto e non l'adesione dogmatica a una. Ma la vera libertà individuale in questa e in altre aree si raggiunge solo rimuovendo gli ostacoli che la impediscono, ma assicurando che la società fornisca i mezzi per rendere questo possibile. L'argomento utilizzato da Mill, che la verità deve essere discussa per fortificarsi, sembra corretto, ma inutile perché, come egli dice, nessuno è infallibile. Potrebbe essere una concessione, forse ironicamente, per convincere i detentori di una verità, certa o diffusa, che ritengono legittimo imporla agli altri, dei vantaggi di non farlo.