Morfologia della Parola Italiana: Struttura, Formazione e Classificazione
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Introduzione alla Morfologia della Parola
L'unità base della comunicazione linguistica è la parola, che può essere definita come quell'unità linguistica costituita da uno o più monemi, intendendo per monema la parte più piccola, dotata di significato lessicale o grammaticale, in cui una parola può essere divisa. Per esempio, la parola portafoglio ha due monemi: porta- che fa riferimento al concetto di 'portare' (come 'portare carte/soldi') e -foglio che indica il 'contenitore' o 'dove qualcosa è archiviato' (riferendosi a fogli, banconote).
Tipi di Monemi
I monemi, a loro volta, possono essere:
- Lessemi, che sono i monemi che contribuiscono al significato concettuale della parola e sono la parte immutabile di un insieme di parole appartenenti a un campo lessicale.
- Morfemi, che sono i monemi la cui funzione è:
- Cambiare il significato della parola (es. in panettiere, il suffisso -iere).
- Dare informazioni grammaticali (genere e numero, la voce verbale, persona, tempo...).
- Inserire o collegare parole, come i determinanti e i connettivi (preposizioni e congiunzioni).
Classificazione dei Morfemi
I morfemi, a loro volta, possono essere:
- Dipendenti, quelli che non possono apparire da soli nel discorso, ma devono necessariamente far parte di un lessema. A loro volta possono essere:
- Flessivi o desinenziali (di genere, numero e verbali).
- Derivativi o affissi (prefissi, suffissi e interfissi che si legano al lessema per modificarne il significato e formare nuove parole all'interno di una famiglia lessicale).
- Indipendenti, che possono apparire da soli nel discorso, come le preposizioni, congiunzioni e determinanti. Il loro significato non è puramente grammaticale, ma anche concettuale.
Classificazione delle Parole
A) Parole Semplici
Costituite da un solo lessema e non presentano morfemi derivati. Possono, tuttavia, presentare morfemi desinenziali. Ad esempio, contenitore(i).
Sono anche considerate parole primitive, ovvero parole che non derivano da altre della nostra lingua e possono, tuttavia, dare origine ad altre, formando una famiglia lessicale. Nel nostro esempio, contenitore è una parola primitiva che dà luogo a contenere, contenuto, ecc.
B) Parole di Morfologia Complessa
Questo gruppo comprende le parole che derivano da uno o più lessemi e possono essere:
- Derivate
Costituite da un unico lessema a cui si legano uno o più morfemi derivazionali, come cavalleria o pregiudizio. Questi morfemi derivazionali possono essere: prefissi quando precedono il lessema (es. iperattivo); suffissi quando seguono il lessema (es. panettiere); o interfissi quando sono un segmento senza significato la cui unica funzione è quella di unire il lessema e il suffisso (es. caffettiera). Possono presentare morfemi desinenziali (es. ragazzo/a).
È importante notare che le parole derivate con valore valutativo (diminutivi, accrescitivi e dispregiativi), anche se formate con suffissi derivazionali, non sono considerate parole derivate in senso stretto. Questo perché il cambiamento non riguarda il significato lessicale della parola, ma solo la percezione o l'atteggiamento del parlante verso il referente. Così, una parola come ragazzina deve essere considerata semplice.
- Composte
Sono quelle che consistono di più di un lessema, ma non presentano morfemi derivati (possono comunque assumere morfemi desinenziali). Ad esempio, capostazione.
- Parasintetiche
Uniscono composizione e derivazione. Si tratta di parole formate con l'aggiunta simultanea di un prefisso e un suffisso a una base che, da sola, non può esistere come parola indipendente se privata di uno solo dei due affissi. Ad esempio, invecchiare (da vecchio, non esiste vecchiare né invecchio come verbo).
Alcune grammatiche considerano parasintetiche anche quelle parole in cui il lessema è accompagnato da un prefisso e un suffisso, a condizione che l'unione del lessema e del suffisso da soli non costituisca una parola indipendente. Per esempio, sotterrare (non esiste terrare).
- Sigle e Acronimi
Le sigle sono parole nuove formate con le lettere iniziali di altre parole (es. NATO, da North Atlantic Treaty Organization; ONU, da Organizzazione delle Nazioni Unite).
Gli acronimi sono parole formate con 'tagli' o parti di altre parole (es. Polfer da Polizia Ferroviaria). Allo stesso modo, dovremmo considerare i troncamenti (o accorciamenti) di parole usate frequentemente, come prof (da professore) o bici (da bicicletta).
C) Sintagmi e Locuzioni
I sintagmi sono strutture lessicali fisse e immutabili, funzionalmente equivalenti a una categoria grammaticale, che ne consente la classificazione:
- Nominali (es. metà arancia)
- Verbali (es. tenere in considerazione)
- Aggettivali (es. prognosi riservata)
- Avverbiali (es. senza capo né coda, a scatti)
- Preposizionali (es. a proposito di)
- Congiuntive (es. a meno che)
Per quanto simili al concetto di parola, al punto che in alcuni casi è difficile distinguerli, ci sono i modi di dire (o locuzioni idiomatiche), frasi immutabili dal significato figurato, come essere al verde, fare orecchie da mercante, essere sulla cresta dell'onda, ecc.