Nazionalismo e Imperialismo in Europa: Unificazione, Potenze e Rivoluzione Industriale (1851-1900)

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1. L'Unificazione Francese

Nel 1851, il Presidente della Repubblica francese, Luigi Bonaparte, attuò un colpo di stato e si proclamò imperatore con il nome di Napoleone III. Il regime bonapartista rappresentava una sintesi di liberalismo e ordine, caratterizzato da una politica estera aggressiva. Napoleone III intervenne nelle crisi delle grandi potenze:

  • Partecipò alla guerra di Crimea per limitare l'espansione russa nel Mar Nero.
  • Sostenne il Piemonte in Italia, salvo poi ostacolare l'unificazione completa della penisola.
  • Tentò di instaurare un impero satellite francese in Messico.
  • Pose le basi per l'espansione francese in Indocina.
  • Appoggiò la Prussia contro l'Austria, ma in seguito, geloso dell'egemonia prussiana, le dichiarò guerra.

Dopo la sconfitta francese, il regime di Napoleone III crollò.

2. L'Unificazione Tedesca

Il nazionalismo tedesco era diviso in due correnti:

  • I sostenitori della Grande Germania, riuniti attorno all'Austria, potenza cattolica il cui monarca era stato imperatore del Sacro Romano Impero.
  • I fautori di una Piccola Germania guidata dalla Prussia, potenza protestante in ascesa.

Il Cancelliere prussiano Bismarck, sostenitore della Piccola Germania, realizzò l'unificazione attraverso una serie di guerre:

  • La guerra dei Ducati, combattuta contro la Danimarca da Austria e Prussia per il possesso dei ducati di Schleswig e Holstein.
  • La guerra austro-prussiana, in cui la Prussia si impose dopo una breve campagna, dimostrando la sua superiorità militare e ottenendo l'unificazione della Germania settentrionale.
  • La guerra franco-prussiana. Un incidente legato alla candidatura prussiana al trono spagnolo spinse la Francia a dichiarare guerra alla Prussia, che ottenne il sostegno degli altri stati tedeschi. Napoleone III si arrese nella battaglia di Sedan, i prussiani invasero la Francia e fu firmata la pace.

Il re di Prussia fu proclamato imperatore a Versailles. Il Secondo Reich tedesco, o impero, avrebbe avuto una struttura federale. La Germania annesse due province francesi, l'Alsazia e la Lorena.

3. L'Unificazione Italiana

Il caso italiano fu molto complesso, con il nord-est occupato dall'Austria e la presenza dello Stato Pontificio, che costrinse il nazionalismo a confrontarsi con il potere temporale del papa. Lo stato che incanalò il sentimento nazionalista fu il Piemonte, il cui sovrano, Vittorio Emanuele II, aveva il titolo di re di Sardegna. Il protagonista dell'unificazione fu Cavour, che si avvalse delle idee di Mazzini e delle imprese di Garibaldi. Il processo di unificazione si articolò in diverse fasi:

  • La guerra contro l'Austria, con il sostegno francese, che liberò la Lombardia ma lasciò Venezia in mani austriache.
  • L'insurrezione nazionale nei ducati di Parma, Modena e Toscana, e nella Romagna pontificia. Referendum sancirono l'annessione di questi territori al Piemonte.
  • Un esercito di camicie rosse, guidato da Garibaldi, conquistò il Regno delle Due Sicilie. Nel frattempo, i piemontesi invasero l'Umbria e le Marche. Vittorio Emanuele II fu proclamato re d'Italia dopo l'annessione di questi territori.
  • Alleato con la Prussia nella guerra contro l'Austria, il Regno d'Italia conquistò il Veneto.
  • Approfittando della guerra franco-prussiana, le truppe italiane entrarono a Roma, mentre Papa Pio IX si proclamò prigioniero in Vaticano.

Nei decenni successivi all'unificazione, l'Italia dovette affrontare diversi problemi:

  • Il divario tra il Nord industriale e il Sud rurale.
  • La questione romana, che complicò la vita politica italiana.
  • La difficoltà di entrare in possesso di un impero coloniale in Africa.

4. Le Grandi Potenze Europee

4.1. Il Secondo Reich Tedesco

Il Secondo Reich si consolidò come prima potenza continentale. Dopo la riconciliazione con l'Austria, Bismarck si impegnò a isolare diplomaticamente la Francia per impedirne la rivincita per la perdita dell'Alsazia e della Lorena:

  • Il suo primo sistema di alleanze, il Patto dei Tre Imperatori, fallì a causa della questione d'Oriente.
  • Nel 1882 organizzò la Triplice Alleanza con Austria-Ungheria e Italia, garantendosi al contempo l'appoggio russo e la neutralità della Gran Bretagna.

In questi anni, Berlino divenne il centro della diplomazia mondiale. Nel 1890 Bismarck fu allontanato dal potere dal nuovo Kaiser Guglielmo II, che smantellò il suo complesso sistema di alleanze. La Germania conobbe una rapida industrializzazione. Bismarck, intelligente conservatore, introdusse riforme sociali per contrastare l'influenza del partito socialdemocratico tedesco.

4.2. La Terza Repubblica Francese

Dopo la caduta del Secondo Impero, a Parigi fu proclamata la Terza Repubblica.

  • In politica estera, la diplomazia bismarckiana la costrinse a un pericoloso isolamento, dal quale uscì solo grazie all'avvicinamento alla Russia. Contemporaneamente, si verificò una grande espansione oltreoceano.
  • All'interno, si acuì la divisione tra la sinistra repubblicana e laica e la destra clericale e autoritaria. Alla fine del secolo, le tensioni esplosero con l'Affare Dreyfus, uno scandalo di spionaggio e corruzione che coinvolse i militari, divise la società e mise in luce la forza dell'antisemitismo.

4.3. L'Impero Austro-Ungarico

La sconfitta austriaca segnò la fine del sogno della Grande Germania e la perdita degli ultimi possedimenti in Italia: da allora la monarchia asburgica proiettò le sue ambizioni verso i Balcani, dove rivaleggiò con la Russia nella spartizione dei resti dell'Impero Ottomano. La crisi interna fu risolta con il compromesso del 1867: l'impero fu ribattezzato Impero Austro-Ungarico e divenne una monarchia duale, unita nella persona del monarca, al contempo Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria. La minaccia più grande alla sopravvivenza dell'impero proveniva dai nazionalismi separatisti slavi e di altri gruppi etnici.

4.4. L'Impero Russo

L'Impero Russo era un colosso territoriale e demografico a lungo arretrato dal punto di vista sociale, politico ed economico:

  • Era l'unica grande potenza a non avere ancora un sistema parlamentare.
  • La servitù della gleba fu abolita solo nel 1861.

Alla fine del secolo, la Russia avviò una rapida industrializzazione che portò a gravi tensioni sociali. Ne è un esempio la costruzione della Transiberiana, che collegava Mosca al Pacifico. Le ambizioni dell'Impero Russo si diressero verso l'Europa orientale, l'Asia centrale e l'Estremo Oriente.

5. L'Imperialismo

5.1. Il Nuovo Imperialismo

A partire dal XV secolo, gli europei avevano costruito grandi imperi coloniali oltremare, soprattutto in America. Questo primo colonialismo entrò in crisi dopo l'indipendenza degli Stati Uniti. Sebbene una nuova fase di espansione coloniale fosse iniziata nel 1830, fu a partire dal 1870 che l'imperialismo raggiunse il suo apogeo.

5.2. Le Cause Economiche

La rivoluzione industriale fornì agli europei i mezzi per consolidare il loro potere sull'intera umanità, grazie alla loro superiorità tecnica, organizzativa ed economica, senza che questa venisse profondamente trasformata. Vi furono forti motivazioni economiche:

  • Le colonie fornivano alla metropoli materie prime e manodopera a basso costo per estrarle, ed erano anche mercati per i suoi manufatti.
  • Gli europei cercavano aree in cui investire i loro capitali in eccesso per ottenere il massimo profitto.

Le reti del colonialismo si estesero anche verso stati sovrani, che accolsero grandi quantità di capitali europei.

5.3. Il Fattore Demografico

La transizione verso il regime demografico moderno provocò una vera e propria esplosione bianca: la popolazione europea aumentò del 75% nonostante l'emigrazione all'estero. Alcune colonie assorbirono gran parte dell'eccedenza demografica della metropoli: questo fu il ruolo del Canada o dell'Australia nel caso britannico, dell'Algeria in quello francese o di Cuba in quello spagnolo. Ma la maggior parte degli emigranti si stabilì in paesi che erano già indipendenti, come Stati Uniti, Brasile o Argentina. L'aumento della pressione demografica spinse alla conquista e alla colonizzazione effettiva dei territori occupati da popolazioni indigene. Le società che ne risultarono divennero esportatrici di materie prime e alimenti.

5.4. Motivazioni Politiche

  • Alcune colonie non avevano alcun interesse economico, ma si trovavano in una posizione strategica che permetteva il dominio delle rotte marittime, come le enclave britanniche di Gibilterra, Malta e Aden.
  • Le colonie conferivano prestigio: si riteneva che il possesso di un impero fosse una condizione per accedere allo status di grande potenza.

6. Le Potenze: Gli Imperi Europei e il Nuovo Imperialismo

6.1. Gli Imperi Coloniali Europei

  • L'Impero Britannico, il più vasto e ricco, possedeva circa un quarto delle terre emerse. La colonia più importante era l'India, fonte inesauribile di ricchezza e prestigio. Ma l'impero era composto anche da territori molto diversi: dalle colonie di sfruttamento in Africa ai dominion bianchi in America e Australasia.
  • L'Impero Russo era una grande massa compatta che si estendeva in tutta l'Eurasia. La sua debolezza era la mancanza di sbocchi su mari aperti e liberi dai ghiacci. Fu spinto a farsi strada nell'Oceano Indiano e nel Mar del Giappone.
  • L'Impero Francese si estendeva in Africa, Indocina e isole nell'Oceano Indiano, nel Pacifico e nei Caraibi. La sua colonia principale era l'Algeria.
  • Germania e Italia arrivarono in ritardo alla spartizione. La Germania ottenne possedimenti in Africa e nel Pacifico, mentre l'Italia, dopo aver fallito in Etiopia, dovette attendere di sottrarre Tripoli ai turchi.
  • La Spagna perse i resti del suo impero in America e nel Pacifico, e dovette accontentarsi di piccoli territori in Africa.
  • Il Congo fu un caso particolare: a lungo possedimento di una società privata del re del Belgio, fu poi trasferito allo stato belga.

Con poche eccezioni, come il Giappone e l'Etiopia, i territori rimasti indipendenti nel 1900 in Asia e in Africa erano:

  • Ex imperi come la Cina, la Persia e la Turchia, troppo vasti perché le potenze ne permettessero la spartizione.
  • Stati cuscinetto, che attutivano la tensione tra due aree di influenza, come il Siam, che separava le colonie inglesi e francesi in Indocina.

7. La Seconda Rivoluzione Industriale

7.1. Il Grande Capitalismo

Dopo decenni di euforia e crescita economica, nel 1873 si iniziarono a notare i segni di una Grande Depressione, che durò fino al 1898. Sebbene la crescita economica non si arrestasse, si registrò un calo generalizzato dei prezzi e dei profitti, che portò all'aumento della disoccupazione e all'emergere di una maggiore concorrenza tra paesi e imprese. Il capitalismo finanziario fu caratterizzato da:

  • Diffusione di processi di concentrazione aziendale: il fallimento di piccole e medie imprese portò alla formazione di grandi trust industriali e finanziari con tendenze monopolistiche.
  • Introduzione di nuove forme di organizzazione del lavoro, come il taylorismo, che permise la riduzione dei costi di produzione attraverso la produzione di massa.
  • Di fronte al libero scambio che aveva caratterizzato le prime fasi dell'industrializzazione, si impose una tendenza verso il protezionismo.

Il capitalismo su larga scala portò alla nascita di una nascente società dei consumi, in cui i prodotti della produzione di massa erano disponibili per le classi medie. Allo stesso tempo, apparvero tecniche per stimolare i consumi, come la pubblicità, rivolta a un pubblico vasto, o la vendita a rate.

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