Nietzsche: Volontà di Potenza, Eterno Ritorno e Trasvalutazione dei Valori
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Filosofia Positiva di Nietzsche
Nichilismo e Volontà di Potenza
La morte di Dio, per Nietzsche, non è solo il trionfo del nichilismo passivo, ma anche il punto di partenza del nichilismo attivo, un trampolino di lancio verso una filosofia affermativa. La morte di Dio implica la perdita dei vecchi valori e della fede. La volontà di potenza è il concetto chiave: la vita stessa è volontà di potenza, un impulso incessante all'espansione e all'autoaffermazione.
Interpretando la vita come un'opera d'arte, come suggerito in La nascita della tragedia, possiamo concludere che la volontà di potenza è una forza creatrice. Come afferma Zarathustra, l'uomo è spinto a migliorarsi continuamente. È in questo contesto che la volontà di potenza si confronta con i valori morali, distruggendo quelli tradizionali e creandone di nuovi. Questo processo assume una dimensione cosmica, in contrasto con qualsiasi visione meccanicistica del mondo, introducendo il secondo tema fondamentale del pensiero nietzschiano: l'eterno ritorno.
L'Eterno Ritorno
L'eterno ritorno è il concetto della ripetizione ciclica dell'esistenza, in cui tutto ritorna all'infinito senza uno stato finale. Questa idea ha una connotazione materialistica e un chiaro effetto sulla percezione del tempo: non esiste altro che il presente. Il passato è passato, il futuro non esiste, e l'uomo deve essere fedele al presente, alla terra. Per Nietzsche, l'eterno ritorno va oltre: diventa un valore, un modo per affermare la vita, l'espressione della volontà di potenza che si libera dal peso del passato e dalla paura del futuro. È il luogo e il tempo propri della volontà di potenza.
Nietzsche sottolinea due aspetti dell'eterno ritorno: l'innocenza e la mancanza di senso del cambiamento. Il cambiamento è puro divenire, senza implicazioni morali o metafisiche. Esiste una sola realtà, il presente, e non c'è sviluppo in un altro mondo. Per abbracciare questa idea, l'uomo e la società devono intraprendere la trasvalutazione dei valori.
La Trasvalutazione dei Valori
La trasvalutazione dei valori è un ribaltamento della morale tradizionale. Secondo Nietzsche, l'umanità ha storicamente valorizzato ciò che è contro la vita, e la morale corrente è espressione di decadenza e malattia spirituale. L'obiettivo è invertire questi valori, rivalutare e riaffermare la vita. Nietzsche si definisce quindi immorale, cercando di recuperare l'innocenza primitiva dell'essere al di là del bene e del male.
Il Superuomo
Il Superuomo (Übermensch) non è semplicemente un uomo nuovo, ma un nuovo tipo morale. Nietzsche non spiega come si diventi Superuomo, ma suggerisce che il Superuomo è colui che abbraccia l'eterno ritorno, preferendo essere il primo uomo innocente piuttosto che l'uomo primitivo, un ideale che si può ritrovare anche nei presocratici.
Il Superuomo è il risultato di tre trasformazioni dello spirito: il cammello, il leone e il bambino. Il cammello si inginocchia per portare il peso del dovere, rappresentato dal grande drago. Poi lo spirito diventa un leone che vuole conquistare la propria libertà, rifiutando i vecchi valori e affermando la propria volontà ("Io voglio"). Tuttavia, il leone non è ancora in grado di creare nuovi valori. Per questo, lo spirito deve trasformarsi in un bambino.
Il Superuomo, quindi, possiede l'innocenza di un bambino. È al di là del bene e del male, è il primo uomo, il nuovo inizio dell'eterno ritorno, ha il potere di creare valori e vivere fedele alla terra. In breve, il Superuomo incarna l'intero messaggio di Nietzsche. La condizione per l'apparizione del Superuomo è la morte di Dio, intesa come la scomparsa di Dio in quanto antitesi della vita e negazione dell'innocenza dell'uomo. La morte di Dio, quindi, rappresenta la distruzione del cristianesimo, una condizione negativa necessaria per l'avvento del Superuomo.