Origini e Sviluppo della Sociologia: Comte, Durkheim, Marx e Weber

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Autori Classici della Sociologia

Auguste Comte (1798-1857), filosofo francese del XIX secolo, è noto per aver coniato il termine "sociologia". Inizialmente, Comte utilizzava l'espressione "fisica sociale" per riferirsi a questo nuovo campo di studio, ma poiché anche i suoi rivali intellettuali adottarono tale termine, decise di differenziarsi coniando il termine "sociologia". Comte credeva che questa nuova disciplina potesse generare una conoscenza della società basata su dati scientifici. Riteneva che la sociologia fosse l'ultima scienza ad essere creata, nonché la più significativa e complessa di tutte. Secondo la sua visione, la sociologia avrebbe dovuto contribuire al benessere dell'umanità, utilizzando la scienza per comprendere, prevedere e controllare il comportamento umano.

Émile Durkheim (1858-1917) ha avuto un'influenza più duratura sulla sociologia moderna rispetto ad Auguste Comte. Secondo Durkheim, per essere scientifica, la sociologia doveva studiare i "fatti sociali", ovvero gli aspetti della vita sociale - come lo stato dell'economia o l'influenza della religione - che plasmano le nostre azioni individuali. Durkheim sosteneva che la vita sociale dovesse essere studiata con la stessa oggettività con cui gli scienziati si approcciano alla natura. Con l'espandersi della divisione del lavoro, le persone diventano sempre più dipendenti le une dalle altre, poiché ognuno necessita di beni e servizi forniti da coloro che svolgono altre occupazioni. Secondo Durkheim, i processi di cambiamento nel mondo moderno sono così rapidi e intensi da creare gravi disordini sociali, che egli collegava all'"anomia", un senso di mancanza di scopo e di disperazione prodotto dalla vita sociale moderna.

Karl Marx e la Concezione Materialistica della Storia

Karl Marx (1818-1883), contemporaneo di Durkheim, ha cercato di spiegare i mutamenti sociali che avvenivano durante la Rivoluzione Industriale. Gran parte del suo lavoro si concentra su questioni economiche, ma considerando che ha sempre cercato di collegare i problemi economici alle istituzioni sociali, la sua opera è ricca di interessanti osservazioni sociologiche. La prospettiva teorica di Marx si basa su quella che lui chiamava la "concezione materialistica della storia". Secondo questo approccio, le cause principali del cambiamento sociale non sono le idee o i valori degli esseri umani, bensì le influenze economiche. Il conflitto tra le classi - tra ricchi e poveri - costituisce il motore dello sviluppo storico. Marx si concentrò sul cambiamento nell'epoca moderna. Per lui, le trasformazioni più importanti di questo periodo sono legate allo sviluppo del capitalismo, un sistema di produzione che contrasta nettamente con i precedenti sistemi economici della storia, in quanto comporta la produzione di beni e servizi da vendere a una vasta gamma di consumatori. Coloro che possiedono il capitale - fabbriche, macchinari e grandi somme di denaro - formano una classe dominante. Il resto della popolazione costituisce una classe di lavoratori dipendenti, o classe operaia, che non possiede i mezzi per la propria sopravvivenza e che, pertanto, deve cercare lavoro presso coloro che detengono il capitale. Di conseguenza, il capitalismo è un sistema di classi in cui il conflitto è costante. Per Marx, il capitalismo sarà sostituito in futuro da una società senza classi, senza grandi divisioni tra ricchi e poveri. Il sistema economico diventerà di proprietà comune e si creerà una società più egualitaria di quella attuale.

L'opera di Marx ha avuto una profonda influenza sul mondo del XX secolo. Fino al recente crollo del comunismo sovietico, più di un terzo della popolazione della Terra viveva in società i cui governi si consideravano eredi delle sue idee.

Max Weber: Idee, Valori e Burocrazia

Max Weber (1864-1920), connazionale e contemporaneo di Marx, fu influenzato dalle opere del suo contemporaneo, ma criticò alcune delle sue idee principali. Respinse la concezione materialistica della storia e riteneva che i conflitti di classe fossero meno rilevanti di quanto supponesse Marx. Per Weber i fattori economici sono importanti, ma l'impatto delle idee e dei valori sul cambiamento sociale è altrettanto significativo. Weber giunse alla conclusione che alcuni aspetti della dottrina cristiana avessero contribuito alla nascita del capitalismo. Contrariamente a Marx, questa visione non nasce solo dalle trasformazioni economiche, ma, per Weber, le idee e i valori culturali contribuiscono a creare una società e a plasmare le nostre azioni individuali. Secondo Weber, il capitalismo, un modo caratteristico di organizzare l'attività economica, è solo uno dei molti fattori importanti che costituiscono lo sviluppo sociale. L'impatto della scienza e della burocrazia sono fattori che stanno alla base del capitalismo e, per certi versi, sono più importanti di esso. La scienza ha plasmato la tecnologia moderna e continuerà a farlo in futuro, mentre la burocrazia è l'unico modo per organizzare in modo efficace grandi gruppi di persone e, pertanto, continuerà inevitabilmente ad ampliarsi con lo sviluppo economico e politico.

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