I Pastori di D'Annunzio: Il Viaggio Autunnale tra Nostalgia e Natura Abruzzese

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Il Viaggio dei Pastori e il Declino dell'Estate

La lirica racconta il viaggio dei pastori abruzzesi che, con l'arrivo di settembre, lasciano gli stazzi montani per dirigersi verso il Mare Adriatico. Il poeta descrive il paesaggio e le tradizioni di questa migrazione, un atto che rappresenta il passaggio dal fresco delle montagne al caldo del mare. Il tono del poeta è nostalgico e riflessivo, suggerendo una tristezza nell'abbandonare la montagna per la pianura. La migrazione segna il declino dell'estate, portando con sé un senso di separazione e di perdita, anche per il poeta, che si sente distante da quella vita.

L'Espressione della Nostalgia

La nostalgia è espressa chiaramente nell'ultima strofa: “Ah, perché non son io co' miei pastori?” Qui il poeta manifesta un desiderio profondo di partecipare alla migrazione, suggerendo che la separazione dalla propria terra e dalla propria tradizione lo rende privo di qualcosa di essenziale, come se il legame con la sua terra fosse irrinunciabile.

La Malinconia della Marcia Verso il Mare

Nella terza strofa, la sensazione predominante è di malinconia. Il poeta non descrive i pastori come felici di essere arrivati al mare, ma piuttosto suggerisce una continua e silenziosa marcia lungo il tratturo, seguita da un'atmosfera immutata e placida. Il mare, pur essendo una meta naturale, non appare come una meta piena di gioia, ma piuttosto come una continuazione di un cammino silenzioso e quasi solenne.

Il Significato di "Cuori Esuli"

L'espressione «cuori esuli» si riferisce ai pastori che, pur essendo fisicamente in movimento, portano con sé il ricordo della loro terra d'origine, e dunque si sentono come «esuli», ovvero lontani da casa, anche se si trovano ancora all'interno della loro stessa regione. Il termine richiama il concetto di esilio, ma in senso affettivo, suggerendo che la nostalgia della terra rimane viva nel cuore, come un ricordo che conforta ma che al contempo fa soffrire.

Immagini Visive e Acustiche: Una Transizione Sensoriale

Nella prima parte del testo dominano immagini visive, come «verdi come i pascoli dei monti», «l'Adriatico selvaggio», «il sole imbionda la lana», che dipingono un paesaggio naturale ricco di colori e movimento. Nella seconda parte, invece, prevalgono immagini acustiche come «isciacquìo, calpestìo, dolci romori», che rendono l'ambiente più sensibile al suono e alla quiete del cammino verso il mare. La transizione tra le due tipologie di immagini segna un cambiamento nella percezione del paesaggio, più riflessiva e sensoriale nella seconda parte.

Stile e Musicalità: Riflesso del Viaggio Emotivo

Le frasi brevi e spezzate nelle ultime due strofe, interrotte da una frequente interpunzione, contribuiscono a creare una sensazione di interruzione, inquietudine e riflessione. Il ritmo spezzato e frammentato sembra riflettere il passo incerto dei pastori e il continuo movimento della gregge. Questa scelta stilistica enfatizza la tensione tra l'immobilità dell'ambiente e il movimento dei pastori, rendendo l'idea di un viaggio che è insieme fisico ed emotivo. La disposizione delle rime è variegata, alternando rime baciate e incrociate, il che contribuisce a una musicalità fluttuante e ritmica, che evoca la dolcezza ma anche il peso della migrazione.

Conclusione sulla Musicalità del Testo

La musicalità complessiva del testo è un mix di morbidezza e riflessione, in perfetta sintonia con il contenuto della lirica, che esplora il passaggio dal paesaggio montano al litorale marino con un senso di nostalgia e introspezione.

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