Pedagogia Attiva e Pensiero Educativo: Freinet, Ferrière, Maritain e Gramsci

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Célestin Freinet: Tecniche e Scuola Moderna

Esponente dell'attivismo francese, Célestin Freinet promuove le "Scuole del Popolo" in una visione di società socialista. Dopo la Prima Guerra Mondiale, intraprende la carriera di insegnante.

Nel 1923, partecipa al congresso della Lega Internazionale dell'Educazione Nuova, rimanendone deluso. Nel 1927, fonda la Cooperativa dell'Insegnamento Laico e, successivamente, l'Istituto Cooperativo di Scuola Moderna, una scuola inclusiva basata sulla collaborazione attiva.

Le Tecniche di Freinet

Freinet non elabora un metodo rigido, ma una serie di tecniche modificabili e adattabili. Un incidente fisico, che gli impedisce di tenere lezioni lunghe, lo spinge a ideare lezioni collaborative.

  • Passeggiata osservativa: i bambini imparano attraverso l'osservazione diretta, scrivendo poi una storia di ciò che hanno visto.
  • Testo libero: temi liberi che favoriscono la creatività e creano un ponte tra casa e scuola, permettendo la condivisione di esperienze e problemi. L'insegnante valuta *cosa* si scrive, prima del *come*.
  • Tipografia in classe: stampa e pubblicazione dei testi attraverso una macchina tipografica, creando un laboratorio dove il "sapere" è legato al "saper fare". I bambini partecipano attivamente alla scelta e alla stampa dei testi.
  • Corrispondenza: scambio di lettere con bambini di altre scuole, per confrontarsi e ampliare i propri orizzonti.
  • Schedario: sostituisce il materiale didattico tradizionale, favorendo l'autoeducazione e la collaborazione tra studenti e insegnanti.
  • Calco vivente: recupero di oggetti per attività concrete. Utilizzo di dischi e immagini.
  • Libro della vita: raccolta dei testi scritti e stampati durante l'anno. Il bambino viene educato sia nella dimensione individuale (esprimendo liberamente i propri pensieri) sia in quella collettiva (confrontandosi e condividendo).

Freinet critica la scuola attiva, considerandola espressione della società borghese/capitalista, il cui desiderio di rinnovamento si è spento.

La Scuola Moderna secondo Freinet

  • Popolare/aperta a tutti.
  • Antidogmatica: senza riferimenti alle tradizioni.
  • Promuove l'agire sperimentale (prove ed errori).
  • Laica.
  • Il lavoro è fondamentale per una crescita sana.

L'obiettivo è formare menti pensanti e mani abili nel lavoro. Freinet vuole formare uno sperimentatore che non smetta mai di ricercare, un "uomo nuovo" che non accetta passivamente la società. Non dà importanza agli errori, ma all'espressione dei bambini.

Insegnare è l'arte di far emergere le domande e accompagnare nella ricerca delle risposte. L'educazione deve tener conto del contesto. La crescita è caratterizzata da uno slancio vitale che deve essere assecondato dall'ambiente. L'educazione è un processo collettivo, dove la collaborazione tra bambini è essenziale. Gli individui sono singoli, ma all'interno di un contesto che li condiziona e che, a loro volta, possono condizionare.

Adolphe Ferrière e la Scuola Attiva

Adolphe Ferrière inizia lavorando con bambini con difficoltà. Fonda l'Ufficio Internazionale delle Scuole Nuove.

Nel 1920, "Scuola Attiva" offre i principi della Scuola Nuova:

  • Far esprimere l'energia mentale del fanciullo, mettendolo al centro.
  • Far esprimere interessi e potenzialità.
  • Attenzione alle fasi di sviluppo.
  • Atteggiamento cooperativo, co-educazione tra bambini e insegnanti.
  • Educazione dell'uomo e del cittadino, soprattutto educazione alla libertà.

Jacques Maritain e l'Attivismo Cattolico

Jacques Maritain è un esponente dell'attivismo cattolico. Durante i suoi studi accademici, non trova risposta alla domanda: "Che cos'è l'uomo?".

Due eventi cambiano la sua vita e il suo pensiero: le lezioni di Bergson (filosofo spiritualista) e la conversione al cristianesimo.

Nel 1943, pubblica "Educazione al bivio", tratto dalle sue lezioni sull'educazione cristiana.

La conversione lo porta a interrogarsi. I cattolici avevano sempre guardato con sospetto l'attivismo (considerando l'uomo come natura istintiva e sensibile), dimenticando la natura spirituale.

L'uomo non è solo un essere naturale, ma ha una dimensione spirituale. Il sapere è un mezzo per raggiungere fini più alti. Non basta che il bambino sia attivo; bisogna indicargli il bene per cui vale la pena sforzarsi.

Con l'enciclica di Pio XI, la Chiesa sostiene che l'educazione deve tener conto dell'imperfezione dell'uomo, delle esigenze spirituali e delle verità che il giovane deve considerare.

Educazione Attiva Cattolica (secondo San Tommaso)

  • Uomo = corpo e anima: la dimensione spirituale lo differenzia dagli altri esseri.
  • Maestro: possiede la Sapienza che il giovane ha solo in potenza. Il suo compito è attualizzarla nel giovane.

Il Personalismo Neotomista di Maritain

Il personalismo (neotomista) mira a ritrovare il concetto di *persona*, l'aspetto più spirituale e complesso dell'uomo, distinto da quello di *individuo*. L'essere umano come persona.

Maritain cerca di superare il positivismo e l'idealismo, che hanno dimenticato la parte spirituale unita a quella fisica.

È necessario definire il concetto di persona per agire in campo educativo. Persona:

  • Anima razionale.
  • Essere in rapporto personale con Dio, riconosciuto come creatore.
  • Creatura limitata, peccatrice, che ricostruisce il rapporto con Dio attraverso l'amore.

Nel rapporto con Dio, l'uomo si riscopre, possiede qualcosa di soprannaturale. Il fine della vita non è soddisfare i bisogni, ma ricongiungersi con Dio.

L'uomo è una persona inserita in una società che lo condiziona, ma non lo determina.

Maritain è un pensatore antimoderno: nell'epoca moderna si è dimenticata una parte dell'uomo che è necessario recuperare.

Gli Errori della Pedagogia secondo Maritain

  1. Misconoscimento dei fini: la pedagogia ha perso di vista il fine dell'educazione, non si pone la domanda su quale tipo di uomo voglia formare.
  2. False idee riguardo il fine dell'educazione: si concentra sul soddisfare bisogni e interessi.
  3. Pragmatismo: il ragazzo è inteso come essere naturale stimolato dall'ambiente. Educazione = adattamento. Per Maritain, l'educazione deve far raggiungere il fine assoluto.
  4. Sociologismo: l'educazione deve adattare il giovane al contesto sociale. Per Maritain, la formazione di una persona deve contribuire a formare una società migliore.
  5. Intellettualismo: insiste sulla specializzazione. Per Maritain, questo disumanizza l'uomo; prima bisogna formare la sua integrità.
  6. Volontarismo: dare troppa importanza alla volontà.
  7. A differenza della pedagogia contemporanea, per Maritain non tutto si può insegnare.

Proposta Educativa di Maritain

La proposta educativa di Maritain è liberale e rivolta a tutti: l'uomo non nasce libero, ma si libera attraverso l'educazione, interiorizzando norme civili e religiose.

L'educatore, testimone della verità, è invitato a proporla, non a imporla. L'educando è chiamato a interrogarsi su verità, giustizia e virtù, per poi scegliere liberamente.

È necessario coltivare l'intelletto e la volontà.

L'educazione è una relazione tra educatore ed educando, in cui nessuno dei due deve essere posto al centro. Bisogna far attuare le disposizioni che l'allievo ha in potenza:

  • Amore della verità e del bene.
  • Atteggiamento positivo verso la vita.
  • Senso del lavoro ben fatto.
  • Apertura e collaborazione con gli altri.

Due gradi di istruzione:

  • Primo grado: conoscenze universali, uguali per tutti: immaginazione, senso del bello e della verità.
  • Secondo grado: si articola in due indirizzi: lavoro intellettuale e lavoro manuale.

Alla base, comunque, una formazione umanistica.

L'educazione deve sviluppare determinati valori:

  • Responsabilità.
  • Senso del dovere.
  • Esercizio dell'autorità.
  • Rispetto dell'umanità.

È importante indirizzare verso lo spirito democratico.

Antonio Gramsci e l'Educazione del Collettivo

Antonio Gramsci propone l'educazione del collettivo, in cui il contesto sociale è più importante dell'individuo ed è il luogo in cui egli ha senso. L'individuo si sente parte di questo contesto e la sua formazione avviene al suo interno, formando una persona capace di agire in funzione del bene collettivo, superiore a quello individuale.

Si interessa di politica. Nel 1921, fonda il Partito Comunista Italiano e viene eletto in Parlamento. Con il fascismo, si schiera con le masse popolari per liberarsi dai capitalisti, ma viene incarcerato per 12 anni. Durante la prigionia, scrive "I 33 quaderni del carcere" e "Lettere dal carcere".

Il Pensiero di Gramsci

  • Riprende il pensiero teorico di Marx.
  • Si interroga su come cambiare, dal punto di vista pratico, la situazione italiana. Nell'azione risiede la forza del cambiamento.

Il suo sogno è vedere l'Italia guidata dalla classe operaia.

Ritiene che non ci sia nulla di determinato e che tutto dipenda dalla volontà. Le masse operaie devono capire che possono e devono agire per cambiare le cose. A differenza di Marx, Gramsci non crede nel determinismo; sostiene che il popolo deve prendere coscienza e combattere per modificare la società.

Il problema della società è la lotta per l'egemonia, che è principalmente culturale. Acquisendo l'egemonia culturale, si potrà accedere all'egemonia politica. Tutto ciò attraverso la formazione di intellettuali, portatori degli interessi e dei bisogni della massa, che possano combattere attraverso una lotta ideologica, non con la violenza.

Tipi di Intellettuali secondo Gramsci

  • Organici: rappresentanti dei bisogni di una determinata classe sociale, che combattono per soddisfare tali necessità (Partito Comunista).
  • Persuasori: connessi alla classe dominante, conservatori.

Riguardo alla questione meridionale, Gramsci afferma che è conseguenza del modo in cui si è formata l'Unità d'Italia, gestita dalla borghesia e non dalle classi popolari, che non si sono unite per l'unificazione.

Per Gramsci, l'uomo è l'insieme delle relazioni che ha con gli altri uomini e con la natura in un determinato momento storico. Non considera la parte spirituale, ritenendo l'uomo l'insieme dei rapporti sociali storicamente determinati. Finché l'uomo non ne prende coscienza, non può agire. Per fare ciò, è importante l'aiuto degli intellettuali.

La Scuola secondo Gramsci

Gli intellettuali si formano attraverso una scuola aperta a tutti, capace di formare le persone, non nozionistica.

  • Per le elementari, propone lo sviluppo di capacità legate al lavoro intellettuale e manuale, senza trascurare nessuna dimensione.
  • Nel ciclo intermedio, indirizza verso un collegio con diverse strutture, dove i giovani possono confrontarsi.
  • A 16 anni, la scelta tra un liceo umanistico o scientifico.

La scuola deve basarsi sullo sforzo e sull'impegno; gli studenti devono faticare di più, non provenendo da contesti agiati e pieni di stimoli. Si tratta di una scuola meritocratica. Le potenzialità vanno fatte emergere, non indirizzate; per questo, Gramsci non vede di buon occhio le scuole professionali, volte unicamente a creare abili lavoratori.

Inizialmente, pensava a una formazione umanistica, ma si rende conto della necessità degli studi tecnici e scientifici. L'idea di Gramsci è superare l'opposizione tra cultura umanistica e scientifica, per preparare i giovani in modo completo.

Generalmente, l'intellettuale è visto come una persona al di sopra delle masse, ma per Gramsci è necessario un nuovo tipo di intellettuale, che nasce dalla massa e ne conosce i problemi. Egli si eleva, ma non dimentica il punto di partenza.

L'obiettivo è formare non solo individui competenti, ma anche persone capaci di contribuire alla creazione di una società migliore.

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