Pedagogia Speciale: Compiti Motori, BES e Principi di Inclusione Educativa
Classificato in Psicologia e Sociologia
Scritto il in italiano con una dimensione di 8,76 KB
Compiti Motori: Struttura, Natura e Complessità
I compiti motori sono fondamentali per lo sviluppo e l'apprendimento. La loro comprensione si articola in diversi aspetti chiave:
Struttura dei Compiti Motori
La struttura è determinata dalla definizione o meno dell'obiettivo del compito, dall'azione da intraprendere e dal condizionamento del mezzo. Si distinguono:
- Attività non definite:
- Fattore non definito.
- Definita solo a medio termine + slogan.
- Mezzo di scansione.
- Attività semidefinite:
- Definisce l'obiettivo.
- Definisce gli obiettivi e l'ambiente.
- Compiti definiti:
- Definizione del contesto e dell'azione da intraprendere.
- Definizione di tutti i fattori.
Natura dei Compiti Motori
Definisce il tipo o il livello di fonti di energia richieste e mobilitate per svolgere il compito:
- Bioenergetica: Requisiti fisici e funzionali che comportano un notevole impegno.
- Bioespressiva: Sviluppo di schemi motori che richiedono molta coordinazione e fluidità del movimento.
Grado di Complessità dei Compiti Motori
Si riferisce al livello di richiesta che il compito impone al partecipante. Riguarda:
- Il meccanismo di percezione: Secondo il livello cognitivo di partecipazione (Knapp).
- Il grado di controllo ambientale: (Poulton) Grado di controllo sul soggetto dell'azione.
- Lo stato del sistema soggetto-oggetto: (Fitts).
- Lo scopo del movimento: (Robb).
- Il meccanismo decisionale:
- Numero di decisioni da prendere.
- Numero di alternative con decisione.
- Tempi del processo decisionale.
- Grado di incertezza (medio, complesso, avanzato).
- Livello di rischio (oggettivo e soggettivo) di attuazione.
- Aspetti qualitativi: Del movimento e del numero di gruppi muscolari coinvolti. Struttura di velocità e accuratezza richiesta (Cratty).
- Aspetti quantitativi: Definire il livello di forma fisica necessaria (fattori modificabili, fattori ereditari).
- Il meccanismo di controllo (Posner e Fitts): Il partecipante deve essere in grado di interpretare l'adeguatezza dell'esecuzione rispetto al compito. I compiti motori possono essere diversi durante la sua esecuzione:
- Discreti: Movimento unitario dall'inizio alla fine.
- Periodici: Sequenza di movimenti specificata dall'inizio alla fine.
- Continui: Senza un ordine o di ordine noto.
Diversificazione Curricolare
I programmi di diversificazione curricolare mirano a studenti di età superiore ai 16 anni, applicando una metodologia specifica, attraverso contenuti e aree diverse per genere, istituiti per realizzare gli obiettivi fissati per la fase dell'Istruzione Secondaria.
Bisogni Educativi Speciali (BES)
Si ritiene che un alunno abbia 'bisogni educativi speciali' se richiede, per un periodo di istruzione o al suo interno, particolare attenzione e sostegno educativo a causa di una disabilità, un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo o un grave disturbo della condotta.
Disturbi Pervasivi dello Sviluppo
Sono caratterizzati da gravi e diffuse compromissioni nella capacità di interazione sociale, nella capacità di comunicazione, o dalla presenza di comportamenti, interessi e attività stereotipati. Tra gli altri, si evidenziano:
- Disturbo Autistico.
- Disturbo di Asperger.
- Disturbo di Rett.
- Disturbo Disintegrativo dell'Infanzia.
- Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato.
Gravi Disturbi del Comportamento
Includono:
- Gravi disturbi mentali (psicosi e schizofrenia).
- Disturbi emotivi (causati da ansia e problemi emotivi, come depressione e fobie).
- Disturbi della condotta (disturbo oppositivo provocatorio, disturbo della condotta, sindrome di Tourette).
Studenti con Necessità Specifiche di Supporto Educativo (NSSE)
Si intendono per 'studenti con necessità specifiche di supporto educativo' coloro che hanno bisogni educativi speciali o altre necessità educative dovute a difficoltà specifiche:
- Difficoltà Specifiche di Apprendimento (DSA): Si riferisce agli alunni che mostrano un disturbo in uno o più dei processi psicologici di base che coinvolgono l'uso del linguaggio parlato o scritto. Queste alterazioni possono manifestarsi come anomalie nell'ascolto, nel parlare, nel pensare, nel leggere, nello scrivere o nel calcolare. Includono:
- Dislessia.
- Disgrafia.
- Discalculia.
- Difficoltà specifiche di apprendimento nel linguaggio orale.
- Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD): Quando il comportamento dell'alunno mostra un modello persistente di disattenzione o iperattività-impulsività che è più frequente e grave di quello osservato nei coetanei in età scolare, e che incide negativamente sulla loro vita sociale, scolastica e familiare. I sintomi devono essere apparsi prima dei sette anni e non devono essere motivati da altri disturbi chiaramente definiti.
- Condizioni Personali o Scolastiche Particolari (CPSP): Quando si manifesta uno squilibrio temporaneo nello sviluppo dell'apprendimento e nell'acquisizione delle competenze di base rispetto agli obiettivi e ai coetanei. I problemi sono motivati da:
- Vincoli socio-culturali (ambiente sociale e familiare non idoneo).
- Istruzione inadeguata o insufficiente (alto tasso di assenteismo, assenze, frequenti cambi di scuola o di indirizzo).
- Ingresso tardivo nel sistema di istruzione.
- Condizioni di salute o problemi funzionali, cognitivi o neuropsicologici.
- Difficoltà di comunicazione, di lingua o di linguaggio.
- Ingresso Tardivo nel Sistema di Istruzione: Si riferisce agli alunni che, provenendo da altri paesi o per qualsiasi altro motivo, ritardano la scolarizzazione e hanno problemi nell'acquisizione delle competenze di base e degli obiettivi rispetto ai loro coetanei.
- Alte Capacità: Si riferisce agli alunni che gestiscono e utilizzano in modo efficace e simultaneo diverse risorse cognitive di tipo logico, numerico, spaziale, di memoria verbale, e/o che sono eccezionalmente creativi nella gestione di una o più di esse.
- Studenti con Malattie Prolungate, Ospedalizzati o in Aule Scolastiche che Necessitano di Assistenza Domiciliare.
Principi di Inclusione Educativa
- Principio di Normalizzazione:
- Mantenere uno stile di vita quotidiano, settimanale e annuale normale.
- Sperimentare lo sviluppo di esperienze normali lungo il ciclo di vita e le diverse fasi di sviluppo: prima infanzia, età scolare, età adulta e terza età.
- Ricevere normale rispetto e considerazione per le proprie scelte e desideri, e il diritto all'autodeterminazione.
- Vivere in un mondo equo come gli altri.
- Applicare le stesse regole economiche come prerequisito per una vita il più normale possibile.
- Essere guidati dalle stesse regole delle altre persone quando si prendono decisioni ambientali.
- Principio di Settorializzazione: Prevede l'adeguamento dei servizi per regione, sito e/o luoghi dove c'è domanda, il decentramento dei servizi in modo che le esigenze dei cittadini siano soddisfatte dove si verificano, non in luoghi speciali e distanti.
- Principio di Inclusione: L'inclusione sociale si riferisce a un cambiamento nei valori che porta ad apprezzare la natura intrinseca della diversità umana e a ritenere che una società democratica non solo debba garantire pari opportunità a tutti i suoi membri, ma possa anche beneficiare di tutti loro (Parrilla, 1992).
Modelli di Inclusione Educativa
- Inclusione Fisica o Locale: Le classi speciali nelle scuole ordinarie condividono lo stesso ambiente fisico, ma la loro funzione e organizzazione sono completamente indipendenti.
- Inclusione Sociale: Gli alunni frequentano classi speciali all'interno di una scuola tradizionale, ma partecipano con gli altri ad attività extrascolastiche.
- Inclusione Funzionale: Le persone con disabilità e i loro coetanei partecipano insieme, a tempo parziale o a tempo pieno, a programmi educativi e classi regolari.