Pensiero, Linguaggio e Realtà: Prospettive Filosofiche e l'Influenza di Wittgenstein

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Il Pensiero e il Linguaggio

Le posizioni che possono essere sostenute riguardo al rapporto tra pensiero e linguaggio sono principalmente tre:

  • Il pensiero si basa sul linguaggio e dipende da esso: il linguaggio permette il flusso del pensiero, lo forma e lo limita. È più facile pensare a vuoto che pensare appoggiandosi a qualcosa.
  • Il pensiero è linguaggio: il linguaggio è un sistema di segni, che non devono necessariamente essere detti o scritti.
  • Il linguaggio si basa sul pensiero: Il pensiero è una facoltà innata, ma può essere sviluppato e perfezionato. Il linguaggio non lo è, si apprende. Nessuno nasce sapendo parlare; quindi, il pensiero deve precedere il linguaggio.

Linguaggio e Realtà

Le relazioni tra linguaggio e realtà sono le seguenti:

  • Il linguaggio umano è convenzionale. Le parole non emergono naturalmente dalle cose, ma "tutte le nostre lingue sono opere d'arte", autentici manufatti. Nemmeno le parole onomatopeiche hanno un rapporto diretto con la realtà. (Esempi di canti di galli, pg. 145)
  • Il linguaggio umano è simbolico, perché usa segni che significano cose, piuttosto che le cose stesse.
  • La lingua è soggettiva. Le parole esprimono la realtà attraverso convenzioni accettate da tutti, ma sono pronunciate soggettivamente, a seconda della percezione della realtà da parte di chi parla. Il linguaggio non esprime idee pure, ma la realtà, anche se a volte si confonde una realtà con un'altra.

La Filosofia del Linguaggio

I primi filosofi si interrogavano sul cosmo, la realtà che li circondava. In epoca moderna, i filosofi vollero capire cosa fosse la conoscenza e come si producesse. Questo interesse portò alla cosiddetta svolta linguistica e alla nascita della filosofia analitica.

Il movimento analitico si è sviluppato in tre fasi principali:

  • Atomismo logico: Considerava la logica come modello ideale del linguaggio scientifico. Il suo principale rappresentante fu Bertrand Russell (1872-1970).
  • Positivismo logico: Sviluppò l'analisi logica del linguaggio e la sua applicazione, promosso dal Circolo di Vienna.
  • Filosofia analitica (successiva): Sosteneva che il ruolo della filosofia fosse la chiarificazione del linguaggio. Rappresentante eccezionale fu Ludwig Wittgenstein.

Wittgenstein e la Filosofia Analitica

Wittgenstein si chiede: qual è la condizione a priori che rende possibile il linguaggio?

Il pensiero è reso possibile dal linguaggio. Il pensiero arriva fino al limite consentito dal significato del linguaggio. Oltre questo limite, il linguaggio perde il suo significato e non esprime nulla. Pertanto, il linguaggio determina il pensiero e lo rende possibile.

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