Il Pensiero di Nietzsche: Superuomo, Verità e Nichilismo
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L'Influenza di Nietzsche: Dal Superuomo al Nichilismo
Nietzsche e D'Annunzio: L'Ideale del Superuomo
La scoperta della filosofia di Nietzsche rappresenta la chiave di volta della visione dannunziana, in quanto accoglie la teoria del superuomo, lo Übermensch tedesco. Per quanto riguarda il filosofo, questo ideale ha come protagonista un nuovo uomo che sorge dalle ceneri delle tradizioni, tra cui estetica, morale e religiosa, e che riesce a realizzarsi grazie al suo vitalismo. D’Annunzio riprende da questa teoria un uomo che supera i propri limiti e le proprie paure, disprezzando ed innalzandosi dalla massa, con la volontà di superare gli altri uomini.
La Critica Nietzscheana: Verità, Dio e Valori
La verità esiste per Nietzsche? Il filosofo sostiene che le verità passate erano menzogne e che l’uomo solo ora, nei tempi moderni, si sta rendendo conto che ognuno è in grado di realizzare la propria prospettiva e, di conseguenza, una verità universale e condivisa non è mai esistita. Inevitabilmente, durante il corso della storia, dati i diversi punti di vista dell’individuo, ci saranno numerosi scontri tra idee contrastanti.
Tra i concetti che Nietzsche mette a bersaglio nell’opera “La gaia scienza” ci sono il positivismo e lo storicismo. Credere alla scienza era come un’illusione, era l’affidarsi a una tesi con assoluta certezza, sfuggendo alle incertezze della vita. Per quanto riguarda lo storicismo, il filosofo critica il fatto che prendere troppo in considerazione la storia causi un danno alle potenzialità creatrici umane e blocchi le iniziative.
Un’altra certezza che viene a mancare è Dio. Con l’espressione “Dio è morto”, il filosofo vuole far capire quanto tutte le certezze siano crollate, anche quella più grande e apparentemente eterna. Critica anche le credenze extramondane, ad esempio l’esistenza di una vita dopo la morte, sostenendo che siano proiezioni illusorie e per i deboli.
Un tassello importante del pensiero di Nietzsche è la differenza tra forti e deboli: alla base di tutto c’è una distinzione tra una piccola parte di “forti” e una maggioranza di “deboli”. Questo porterà, ad esempio, alla separazione tra i forti e i deboli nel Terzo Reich, in cui si potevano affermare solo i forti. Inoltre, le sue idee estremamente forti hanno prestato fianco a ideologie naziste, pur non volendo, poiché il suo interesse era connesso non alla politica ma solo alla filosofia.
La Crisi della Verità e il Nichilismo
La conclusione della ricerca della verità, che non esiste, causa nell’individuo occidentale una catastrofica caduta delle illusioni. I grandi cambiamenti politici, economici e sociali della fine del diciannovesimo secolo e il crollo del positivismo causano un’età di estrema incertezza, nella quale si maturano i frutti negativi del progresso.
È inevitabile un parallelismo con il filosofo Schopenhauer (1788-1860) e Giacomo Leopardi, poeta italiano. Entrambi, come Nietzsche, sviluppano alcune tesi in una direzione nichilistica. Leopardi assegna alla filosofia il compito di svelare il senso ultimo, mettendo l’esistenza dell’uomo al cospetto del nulla. Schopenhauer sostiene invece, ed è ciò che accomuna i tre pensatori, che la vita umana, dominata da una forza cieca e indifferente, oscilli tra dolore e noia. La vita è un pendolo che oscilla tra questi due sentimenti e si tende all’annullamento del tutto.
Anche per Nietzsche, il nichilismo, dal latino “nihil”, “nulla”, è una delle conseguenze della caduta delle illusioni e dei valori tradizionali. Ciò causa angoscia, immobilismo e disperazione. La vita umana perde la sua essenza, perde il suo fine perché non riesce a sostenere questo disorientamento. Non c’è più l’inganno delle illusioni, che davano valore all’esistenza; le menzogne create dalla paura dell’uomo di fronte all’essere sono cadute.
Nichilismo Passivo vs. Nichilismo Attivo
Questo è il primo dei due tipi di nichilismo che il filosofo differenzia: il nichilismo passivo.
- Predominano la rassegnazione, la passività, la rinuncia.
- Si ubbidisce a norme date dall’esterno.
Esiste però anche un’altra forma, chiamata nichilismo attivo, che è una tendenza che ogni uomo dovrebbe avere nell’accettare la morte di Dio e saper vivere senza una verità ultima, come un “viandante”. Egli vive rinunciando alla ricerca di un fondamento e creando da sé i propri valori e una “gaia scienza”.
- È gioia di vivere, forza, intraprendenza.
- Vengono creati dei valori: l’individuo stesso è il fondamento della morale.