Pensiero Politico: Hobbes, Locke, Rousseau, Hume, Hegel e Marx

Classified in Filosofia ed etica

Written at on italiano with a size of 5,99 KB.

Thomas Hobbes

Hobbes non riesce a identificare l'uomo come separato dalla bestia. La bestialità umana si manifesta soprattutto in:

  • La sua inclinazione per le esigenze illimitate (desiderio di dominazione)
  • Difesa della propria vita (sopravvivenza)

Lo stato di natura è la condizione dell'uomo prima della società, dove ogni uomo è perfettamente indipendente dagli altri, insieme a una sfiducia totale nei confronti dei suoi simili. Ciò causa una situazione di guerra di tutti contro tutti, e la vita dell'uomo è solitaria. Hobbes cerca di dimostrare che l'ordine deriva dall'esistenza di un potere superiore. Pertanto, si crea un'entità formata da un singolo individuo in grado di fornire religione, politica e morale, applicando il potere dello stato (esercito), e i cittadini hanno l'obbligo di obbedire.

John Locke

Locke inizia ad analizzare la situazione politica dallo stato di natura, al fine di confrontarla con la situazione in cui si vive in una società civile. Le caratteristiche principali dello stato di natura sono: la libertà perfetta (l'uomo può disporre delle proprie azioni e dei propri beni come meglio crede), l'uguaglianza (nessuno ha più potere e giurisdizione di un altro) e la proprietà privata (diritto fondamentale dell'individuo a non essere soggetto ad alcun altro potere). In caso di conflitto, l'individuo e la famiglia sono i propri avvocati e si fanno giustizia da soli. Per evitare che ciò accada, è opportuno creare una società attraverso un patto. Questo patto, basato sul consenso, porta allo stato civile. Locke concepisce la società come il prodotto di un patto sociale in cui l'uomo abbandona i suoi diritti innaturali. Lo stato civile è disciplinato dal consenso degli individui a sottomettersi alla determinazione della maggioranza. Le leggi possono essere emanate solo per il bene pubblico. Locke vuole dimostrare l'autentica libertà e l'uguaglianza di tutti gli uomini, e che le organizzazioni politiche nascono dalla volontà degli uomini. Nel sistema lockiano la proprietà privata è intoccabile. Essendo un diritto naturale, non è una questione di stato, e questo non deve intervenire. Locke prevede la divisione dei poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e federativo.

Jean-Jacques Rousseau

Rousseau difende un individualismo contrattualista. Concepisce l'uomo come naturalmente buono, spontaneamente innocente e libero. Questo è lo stato di natura in cui ciascuno è autosufficiente. A causa dell'artificialità della vita, la bontà e i sentimenti iniziali si perdono, e con la proprietà privata scompare l'uguaglianza.

Il tentativo di Rousseau è quello di costruire una società in cui gli uomini riacquistino la loro condizione naturale di uguaglianza, gentilezza, libertà e felicità. Questo obiettivo, secondo lui, si raggiunge attraverso il contratto sociale, con il quale ogni individuo rinuncia ai propri privilegi tradizionali, ma non ai diritti innati o naturali, che spettano a tutte le autorità. Il patto sociale nasce dalla volontà generale e non deve essere altro che quella che prevale su tutti i componenti della società. La volontà generale è definita in termini qualitativi e quantitativi. L'uomo è socievole per natura, e la società è un modo per riconquistare quello stato di natura in cui il suo essere si realizza pienamente.

David Hume

Hume sottopone ad analisi concetti come lo stato di natura e il contratto sociale, concludendo che tutto ciò è privo di qualsiasi base empirica. È liberale e individualista. Lo stato è formato da un aggregato di individui uniti da convenzioni sociali e costumi già consolidati. I cittadini vivono sotto un sovrano con il consenso tacito. Non si tratta di un contratto, ma di un'abitudine che non elimina la responsabilità o l'appartenenza politica. La società è un modo per gli uomini di soddisfare le proprie esigenze. Hume è incline a forme democratiche di governo. I doveri derivano dall'istinto, dal sentimento di obbligo o dalla coercizione. La giustizia è pura convenzione sociale, che garantisce la sicurezza e l'indipendenza dei cittadini. È relativa e dipende dalle situazioni, non è assoluta, divina ed eterna.

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Hegel distingue tra società civile e stato, attribuendo a quest'ultimo un'entità superiore a quella degli individui. La società civile è solo la comunità che persegue i diversi interessi privati dei singoli. Lo Stato, invece, è la società consapevole di una missione più alta e trascendente, è una manifestazione ricca, intelligente e libera dello Spirito universale. Non può essere soggetto a forze minori e alle opinioni individuali. Lo stato è lo spirito di un popolo che si manifesta secondo le esigenze dello Spirito Universale, che vuole un uomo il cui ruolo sia quello di mentore e guida. Riconosce un potere legislativo ed esecutivo senza limiti. Secondo Hegel, l'aspirazione più autentica e nobile della persona deve essere quella di essere guidata dallo Spirito universale, senza ostacolare l'emergere della libertà individuale.

Karl Marx

Il materialismo porta Marx a sostenere che gli uomini erano originariamente una società di animali in cui l'individuo era interamente soggetto alla comunità. Successivamente, si è sviluppata la consapevolezza dell'individuo in quanto tale. Anche se in un primo momento prevaleva l'istinto sociale che lo portava a pensare più alla comunità stessa, solo in seguito alcuni individui egoisti si sono appropriati di beni, rompendo l'uguaglianza e dando inizio alla comparsa di una dualità di genere, competitiva o con altri comportamenti negativi. Marx credeva che l'eccessivo sviluppo dell'individuo avrebbe provocato la sua caduta, precipitando l'espropriazione dei pochi da parte della grande massa di sfruttati e fondando una società senza classi in cui gli individui avrebbero recuperato il senso sociale perduto, assumendo che il bene primario è il gruppo, da cui scaturiscono i diritti e i doveri della persona.

Entradas relacionadas: