Pensiero Politico Moderno: Da Machiavelli agli Illuministi e Oltre

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Niccolò Machiavelli (1469-1527)

Le opere principali di Machiavelli includono Il Principe e I discorsi. La sua ultima domanda riguarda il pensiero italiano.

Il Principe (1532)

L'atteggiamento di Machiavelli è pragmatico e realistico. Egli si interessa alla realtà effettuale delle cose, non all'immaginazione. Tuttavia, l'immaginazione e la "non verità" sono rilevanti in politica, poiché possono essere usate come strumenti di governo. Ad esempio, l'idea di un principe buono è un'immaginazione che può influenzare il governo.

Meccanismo Politico

Machiavelli distingue nettamente la sfera politica da quella religiosa e morale, rompendo con la tradizione medievale. Lo scopo del principe è fondare o conservare il potere, e la politica ha la politica come sua finalità.

La Chiesa e l'Unificazione Nazionale

Machiavelli critica il carattere "ideale" della Chiesa, che secondo lui distoglie le speranze della gente. Vede nella presenza dello Stato Pontificio un ostacolo all'unificazione nazionale italiana, a differenza della Francia con la sua monarchia nazionale. Machiavelli afferma che "Il Papa non è sufficientemente forte per mettere l'unificazione in Italia ma lo è sufficientemente per impedire un altro di farlo".

Il Ruolo dell'Autorità

Lo scopo della politica è fondare e conservare il potere. L'unificazione può avvenire solo tramite un'autorità forte, che assicura sicurezza e permette la realizzazione di grandi imprese. Essere governati da un'autorità forte garantisce stabilità e progresso.

Visione Pessimista dell'Uomo

Machiavelli considera l'uomo medio soggetto alle passioni, che ostacolano la stabilità politica. Le passioni generano instabilità, contrapponendosi alla ragione. Egli crede nella ciclicità della storia, guidata dalle passioni, e considera la Storia come una scienza fondamentale per comprendere il presente e prevedere il futuro.

Virtù e Fortuna

Machiavelli distingue tra virtù (politica, non morale) e fortuna, attribuendo a entrambe un peso del 50%. La virtù sono le qualità che rendono un principe forte, mentre la fortuna comprende tutto ciò che sfugge al controllo del principe. Il principe deve essere consapevole di non poter controllare tutto.

Qualità del Principe

Le qualità essenziali includono forza, potenza, astuzia, dissimulazione e inganno. Machiavelli utilizza l'immagine della volpe e del leone per rappresentare il combattimento permanente. Sottolinea anche l'importanza della misura e del consenso, poiché un principe non può essere forte contro il proprio popolo, che rappresenta l'ultima garanzia di conservazione del regno.

I discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio

Quest'opera tratta dell'organizzazione politica volta a rappresentare gli interessi comuni. Machiavelli analizza la classificazione delle forme di governo basata sul numero di persone che detengono la sovranità:

Forme di Governo Fondamentali

  • Monarchia: Governo di uno.
  • Aristocrazia: Governo dei migliori/pochi.
  • Democrazia: Governo di tutti/del popolo/della maggioranza.

Forme Degenerate

  • Despotismo
  • Oligarchia
  • Demagogia

La Repubblica Mista

Machiavelli si interroga sulla migliore forma di governo, proponendo la Repubblica mista che combina elementi delle tre forme fondamentali, traendo vantaggio da:

  • Concentrazione del potere per decisioni rapide.
  • Dominio dei migliori per una buona organizzazione politica.
  • Consenso popolare a sostegno dell'autorità.

Machiavelli si interessa anche alle procedure elettive.

Conclusione: Il Principe esalta una realtà politica fissata nel tempo, ma per durare, il principe deve fondare una Repubblica, implicando una riorganizzazione progressiva.

La Riforma Protestante in Europa

Jean Bodin (1529-1596)

Filosofo e giurista francese, Bodin era favorevole alla stabilità del potere politico. Evitava posizioni religiose che potessero comprometterlo, credendo nella preminanza della politica e volendo la religione separata dalla sfera politica.

Colloquio dei sette saggi (1593)

Bodin discute con sette sapienti di confessioni diverse. Egli ritiene che ci sia una parte di verità in tutte le religioni, ponendo l'accento sul modo e sulla pratica religiosa. Il testo sottolinea l'importanza della tolleranza religiosa, citando Enrico IV e l'Editto di Nantes, pur escludendo l'ateismo da questa tolleranza.

I sei libri sulla Repubblica (1576)

Bodin sosteneva la monarchia e definiva la Repubblica come "il governo giusto di molte famiglie e delle cose loro comuni, con potere sovrano".

La Famiglia

Considerata la minima componente della società, con il potere assoluto del capofamiglia, a differenza della dimensione individuale prevalente oggi.

Le Cose Comuni

Riconosce la proprietà familiare e la proprietà pubblica, essenziale per il bene comune e il mantenimento della comunità.

Il Potere Sovrano

Necessario per organizzare le famiglie, fare e imporre leggi, e amministrare la giustizia. Bodin teorizza la sovranità dell'Età Moderna:

  • Assoluto: Concezione unitaria del potere.
  • Illimitato.
  • Non derivato: La sovranità risiede nel sovrano stesso, non in Dio o nel popolo.
  • Perpetuo: Il potere non appartiene a una persona, ma a un'istituzione che permane nel tempo.

Bodin, pur con una visione dinamica dell'azione sovrana, presenta alcune contraddizioni. Il "governo giusto" implica limiti all'esercizio della sovranità:

  • Seguire le leggi di natura (universali e di giustizia, ma poco sviluppate da Bodin).
  • Seguire le leggi di trasmissione/costituzionali del paese (leggi del comando politico, rispetto della tradizione).
  • Rispetto del patrimonio delle famiglie e del sistema di tassazione.

La teoria della sovranità si applica anche a situazioni democratiche, non solo monarchiche. L'assolutismo è necessario per applicare le regole decise dal popolo, e la perpetuità si manifesta nella continuità delle istituzioni.

Bodin distingue tra regime (titolarità della sovranità) e governo (esercizio concreto della sovranità), preferendo la monarchia a governo democratico.

Il Giusnaturalismo Moderno e il Paradigma Contrattualista

Agli inizi del Seicento, si diffonde l'assolutismo. La Pace di Westfalia (1648) riconosce l'assetto politico internazionale basato su unità politiche indipendenti e sovrane.

Giusnaturalismo

Afferma l'esistenza di leggi fondamentali della natura. Originariamente legate allo stoicismo e alla filosofia cristiana medievale (leggi poste da Dio), nel Seicento il giusnaturalismo diventa una teoria autonoma e razionale, senza presupposti religiosi, grazie al razionalismo cartesiano.

Giusnaturalismo Moderno

Sostiene l'esistenza di principi razionali inscritti nella razionalità umana, promuovendo una visione individualistica e la secolarizzazione della politica.

Autori Chiave: Althusius e Grozio

  • Johannes Althusius (1557-1638): La sua opera Politica methodice digesta (1603) vede lo Stato come frutto del consenso collettivo e l'uomo come naturalmente associativo.
  • Ugo Grozio (1583-1645): Giurista e teologo, fondatore del moderno diritto internazionale. Le sue Leggi di natura sono razionali e riconoscibili da tutti.

Ugo Grozio (1583-1645)

Legittima la colonizzazione attraverso il diritto di commercio. La sua opera De Jure Belli ac Pacis libri tres (1625) propone un diritto naturale secolarizzato, con un approccio morale cristiano. Il diritto si fonda sulla ragione naturale e sulla volontà divina. L'opera è divisa in tre libri:

  • Concetti fondamentali e regole per la dichiarazione di guerra.
  • Motivi della guerra (ammette la difesa, ma non le guerre preventive).
  • Conclusione della guerra e della pace (la pena deve servire come deterrente, riparazione o correzione).

Conclusione: Grozio mira a un ordinamento basato sul diritto naturale per limitare le conseguenze disumanizzanti.

Thomas Hobbes (1588-1679)

Filosofo britannico che indaga la legittimità e l'obbedienza al potere sovrano. Critica la derivazione divina della sovranità e l'origine della sovranità dalla forza (Machiavelli).

Giusnaturalismo Moderno e Ragione

Il giusnaturalismo moderno fonda la sovranità sul diritto naturale, riconoscendo potenzialità umane per valori condivisi e leggi morali universali. L'osservazione scientifica attraverso la ragione sostituisce la rivelazione divina.

Ragionamento in Tre Punti

  1. Stato di Natura: Descrizione filosofica delle regole universali deducibili dalla natura umana. Limite: le leggi di natura non sono sufficientemente forti per garantire stabilità politica perpetua.
  2. Società Politicamente Organizzata: Creazione di una società tramite un patto, una società contrattuale.
  3. Azione Sovrana: Descrizione della sovranità.

Contesto Storico e Culturale

Hobbes scrive durante la Rivoluzione Inglese (1640 circa), influenzato dalla rivoluzione scientifica e dal metodo sperimentale. Aspira a costruire un sistema conoscitivo scientifico e razionale.

La Politica Nazionale (1649)

La decapitazione del Re segna una rottura fondamentale negli ordini tradizionali. Hobbes cerca di ripensare la legittimità del potere in assenza della sacralità del corpo regale.

Ricerca Teorica di Hobbes

  • Senza potere, l'individuo rischia la vita.
  • Necessità di ripensare la legittimità del potere.

Hobbes utilizza l'impianto giusnaturalista, descrivendo natura, contratto e sovranità. Critica la socievolezza naturale dell'uomo, affermando che "l'uomo è un lupo per gli altri uomini" (homo homini lupus).

Le Opere

Il suo programma di lavoro include la descrizione dell'universo, dell'uomo singolo e dell'uomo in società. Opere principali: De Cive (1642) e Il Leviatano (1651).

Il Corpo e lo Stato di Natura

L'universo è un insieme di corpi in movimento. L'uomo è un corpo tra gli altri corpi, mosso da attrazione (piacere) e repulsione (dolore). Lo stato di natura è uno stato ipotetico senza leggi né potere, dove gli uomini cercano di massimizzare il proprio piacere e potere, portando a un conflitto inevitabile per le risorse limitate. La guerra di tutti contro tutti è la condizione naturale, aggravata dall'uguaglianza che impedisce la formazione di un'autorità stabile basata sulla sola forza.

La Ragione e le Leggi di Natura

L'istinto di autoconservazione spinge l'uomo a uscire dallo stato di natura. La ragione, basata sull'esperienza sensibile, memoria e immaginazione, porta all'elaborazione di regole morali, le "leggi di natura" (intese come artifici intellettuali umani):

  • Rinunciare alla pretesa di possedere tutto.
  • Cercare la pace tramite patti.
  • Rispettare i patti.

Per garantire il rispetto di queste leggi, è necessario un potere sovrano che costringa gli uomini a rispettare la vita altrui. Il patto di soggezione trasferisce la libertà naturale a un sovrano esterno al contratto.

Robert Boyle (1627-1691)

Controversia con Hobbes sul funzionamento della pompa pneumatica. Boyle enfatizza l'importanza dell'esperimento e dei dati di fatto, supportati da tecnologie materiali, letterarie (testimonianza) e sociali (convenzioni).

Boyle sostiene che le controversie vertono sull'interpretazione dei fatti, richiedendo la creazione di una comunità sperimentale con convenzioni condivise. Hobbes, invece, privilegia la geometria come modello e non considera la filosofia fondabile sui dati di fatto.

John Locke (1632-1704)

Meno pessimista di Hobbes, Locke crede che la razionalità conduca alla legge naturale. Propone un contratto di unione tra individui per formare un popolo, seguito da un contratto che vincola il sovrano a tutelare i diritti naturali: vita, libertà e proprietà.

Sovranità Limitata e Separazione dei Poteri

Locke teorizza la separazione dei poteri per garantire i diritti dei cittadini:

  • Potere esecutivo (sovrano).
  • Potere legislativo (Parlamento).
  • Potere federativo (accordi internazionali e guerra).

Diritto di Ribellione

Il popolo ha il diritto di ribellarsi se il sovrano non rispetta i diritti naturali, annullando il contratto.

La Proprietà

La proprietà è il diritto più importante, garanzia degli altri due. Locke giustifica la proprietà privata attraverso il lavoro, che trasferisce una parte della personalità sull'oggetto conquistato. Limiti alla proprietà includono la produttività e il consumo, oltre al rispetto della possibilità altrui di appropriarsi delle cose.

Il denaro permette di superare questi limiti, pagando il lavoro altrui o vendendo beni. Locke teorizza una società di piccoli proprietari, ma apre la strada allo sviluppo borghese attraverso il commercio e la manifattura.

Ragionevolezza del Cristianesimo

Locke considera il cristianesimo la religione più ragionevole, meno contraria ai processi della ragione. Promuove la tolleranza religiosa, escludendo ateismo e cattolici (considerati intolleranti e non veri cittadini).

Le Alternative nel Moderno

Baruch Spinoza (1632-1677)

Revisiona criticamente il paradigma moderno con opere come Trattato teologico-politico (1670), Trattato politico (1677) e Etica (1661-1675).

Etica

L'obiettivo è la riduzione della tristezza attraverso la comprensione della necessità di tutto ciò che accade, vedendo la manifestazione della potenza di Dio. Gli uomini sono "modi" in cui Dio si esprime. La politica riflette sulle forme di relazione sociale per garantire sicurezza e libertà.

Politica (TTP)

La politica è uno strumento per imporre un ordine razionale ai bisogni umani. Spinoza auspica una repubblica libera che rispetti la libertà di pensiero e di espressione, separando politica e religione. Qualsiasi ordine teocratico è destinato all'instabilità. La sicurezza dello stato richiede un potere neutro.

Stato di Natura e Contratto

Nello stato di natura, gli uomini sono soggetti alle passioni, portando alla legge del più forte. Il contratto crea un sovrano e una legge per garantire la convivenza pacifica. A differenza di Hobbes, il sovrano di Spinoza deve garantire la libertà di espressione dei cittadini; altrimenti, la rivolta è inevitabile.

Religione e Democrazia

Lo stato deve vigilare sulle pratiche religiose pubbliche per garantire pace e sicurezza. Spinoza analizza monarchia, aristocrazia e democrazia, sottolineando la necessità di evitare la degenerazione in tirannia. Sostiene il potere dei fratelli De Witt e critica le limitazioni alla libertà di stampa.

Johannes Althusius (1557-1638)

Il suo pensiero, vicino alle tesi dei Monarcomachi, teorizza il diritto di resistenza. La sua opera Politica methodice digesta (1603) si basa sull'idea di un ordine naturale divino e sulla naturalità dell'uomo associarsi per il "bene" e la "virtù".

Associazioni e Patto

Althusius considera le associazioni (private e pubbliche) come oggetto della politica. Il patto si articola in tre dimensioni:

  • Formazione del corpo politico del popolo, degli efori e dei rappresentanti.
  • Istituzione del "sommo magistrato" come amministratore, con una forma di governo mista in cui il popolo partecipa e controlla.
  • Il popolo è titolare esclusivo della sovranità, con il diritto di resistere al re se le sue azioni contrastano la volontà divina.

Althusius propone un'alternativa federalistica al modello moderno.

Gli Illuministi

Gli Illuministi promuovono la ragione come strumento per cambiare la vita, le istituzioni e le politiche, con una portata universale. La ragione deve diventare pratica quotidiana.

La Ragione e l'Encyclopédie

L'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert mira a sistemare e divulgare il sapere. Gli illuministi combattono pregiudizi e idee false, in particolare quelli religiosi, mostrando un atteggiamento anticlericale ma non anti-fede (come nel Deismo di Locke).

La Politica

Molti illuministi ritengono che anche il monarca assoluto possa essere uno strumento di razionalità (Despotismo illuminato). Voltaire, ad esempio, diffidava del popolo irrazionale. Le riforme, come quelle penali in Toscana, mirano a eliminare la tortura e la pena di morte per motivi razionali.

L'Uomo

Gli illuministi credono nell'individuo come portatore di razionalità, promuovendo la tutela dell'individualità e lo sviluppo del liberalismo. L'uomo è portatore di libertà (pensiero, opinione, stampa, economica), sancite dai diritti naturali (es. DDHC, 1789).

I Limiti

Le forti disuguaglianze pongono il problema della difficile coesistenza tra libertà e uguaglianza.

Autori Chiave

  • Montesquieu
  • Rousseau
  • Hume
  • Kant

Montesquieu (1689-1755)

Nobile bordolese, influenzato dal pensiero di Locke e dal sistema politico inglese. Le sue opere principali sono Le lettere persiane (1721) e Lo spirito delle leggi (1748).

Lo spirito delle leggi

Analizza le leggi come "rapporti necessari derivanti dal natura delle cose", influenzate da fattori fisici (geografia, clima) e culturali (costumi, credenze). L'opera si divide in una parte descrittiva (atteggiamento scientifico) e una valutativa (riferimento ai valori).

Forme di Governo

Montesquieu classifica le forme di governo in base alla loro natura (chi detiene la sovranità) e al loro principio (la passione che le fa agire):

  • Repubblica: Democratica (principio: virtù dei cittadini) e Aristocratica (principio: virtù moderata).
  • Monarchia: Principio: onore.
  • Dispotismo: Principio: paura.

Le forme di governo si sviluppano in contesti specifici (dimensioni del paese, clima, economia, religione).

Libertà e Sicurezza

Montesquieu valuta le forme di governo secondo la libertà e la sicurezza. Critica la monarchia assoluta, sostenendo che "il potere non si autolimita". Propone la separazione dei poteri (esecutivo, legislativo, giudiziario) come meccanismo di controllo reciproco per garantire equilibrio.

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778)

Critico nei confronti delle arti e delle lettere, Rousseau vede nella civiltà una fonte di corruzione. Nel suo Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza (1755), ipotizza uno stato di natura in cui l'uomo è buono, guidato dall'autoconservazione e dalla pietà.

Evoluzione Sociale

L'aumento demografico porta a forme di socializzazione più ampie, alla nascita delle tribù e, successivamente, alla divisione del lavoro, alla proprietà privata ("il grano") e alla metallurgia ("il ferro"), che generano disuguaglianza e conflitto.

Critica della Civiltà

Rousseau critica la civiltà per la sua disuguaglianza, l'egoismo e la dipendenza reciproca che porta alla perdita di libertà e dignità.

Il Contratto Sociale (1762)

Propone un nuovo contratto sociale per costruire una società politica basata sulla volontà generale. La sovranità risiede nel popolo (sovranità popolare). La legge deve regolare interessi comuni, e la volontà generale non coincide necessariamente con la volontà della maggioranza.

Rousseau auspica una democrazia diretta, ma riconosce la necessità di istituti rappresentativi in contesti più ampi, con garanzie come la brevità del mandato, la revoca degli eletti e il mandato imperativo.

David Hume (1711-1776)

Filosofo scozzese, critico del giusnaturalismo. Hume distingue tra ragione (lavora sulle idee) e fatti (conoscenza probabilistica). Sostiene che i valori sono affinati socialmente e che il comportamento umano dipende dalle passioni.

Critica al Giusnaturalismo

  1. Uso falso dell'idea di ragione: non esiste una razionalità intrinseca nelle cose.
  2. Confusione tra fatti e valori: i valori sono prodotti sociali.
  3. Confusione tra valori e ragione: la ragione indica i mezzi, ma le passioni determinano i fini.

La morale e la politica derivano dai sentimenti e dalle convenzioni sociali. La giustizia e il governo sono strumenti artificiali per la stabilità e la soddisfazione delle passioni.

Hume rifiuta l'idea di un'autorità superiore per mantenere l'ordine internazionale, ma anche la monarchia universale. Promuove uno scetticismo moderato.

Immanuel Kant (1724-1804)

Nel suo saggio "Che cos'è l'Illuminismo?" (1786), Kant definisce l'Illuminismo come l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità, attraverso l'uso della ragione. Promuove l'imperativo categorico: agire come se la massima della propria azione dovesse diventare legge universale e considerare l'uomo sempre come fine, mai come mezzo.

Uomo e Società

Kant descrive l'uomo come "insocievole socievolezza", diviso tra il bisogno di stare con gli altri e l'egoismo. Critica il dispotismo illuminato, preferendo un "governo patriottico" che conceda libertà ai cittadini e la possibilità di influenzare le scelte politiche.

Progresso Storico e Pace Perpetua

Kant vede la storia come un progresso verso la razionalità e l'espulsione della violenza. La Rivoluzione Francese, pur violenta, ha avuto effetti positivi (DDHC). Nella sua opera Per la pace perpetua (1795), delinea tre principi per una pace duratura:

  • Costituzione repubblicana in ogni stato.
  • Diritto internazionale federativo (federazione europea).
  • Diritto cosmopolitico (universale ospitalità limitata).

Stato di Diritto

Lo stato di diritto è fondato sulla legge per assicurare libertà e coesistenza pacifica. Le caratteristiche del cittadino sono libertà, uguaglianza (formale, giuridica) e indipendenza economica (necessaria per il diritto di voto).

La Rivoluzione Francese

La Rivoluzione Francese segna una cesura, distruggendo e inventando nuove forme di convivenza politica. I temi politici principali includono l'individualità garantita dalla DDHC (1789), la Nazione come "insieme di coloro che si riconoscono in un ordinamento comune" (Sieyès), e l'uguaglianza di fronte alla legge.

La Rivoluzione porta alla proclamazione della Repubblica e al suffragio universale maschile. La difficoltà di conciliare libertà ed uguaglianza economica è evidente.

I rivoluzionari inventano nuove forme politiche (monarchia costituzionale, repubblica democratica) e teorizzano il potere costituente. Le conseguenze includono il rafforzamento del liberalismo e nuove forme di cultura socialista.

Benjamin Constant (1767-1830)

Liberale francese, Constant pone la storia come punto di riferimento, vedendola orientata al progresso delle capacità umane. La condizione del progresso è la libertà culturale (pensiero, espressione, stampa).

Ragione e Confronto delle Idee

La ragione pubblica e la libertà di coscienza sono fondamentali per il progresso. Constant distingue tra "principi primi" (es. sovranità popolare) e "principi secondi" (es. rappresentanza).

Contro Assolutismo e Democrazia

Constant critica l'assolutismo per l'annullamento dell'autonomia individuale e la democrazia per la minaccia alla sfera individuale da parte della volontà collettiva. "La volontà di tutto un popolo non può rendere giusto ciò che è ingiusto".

La Costituzione

Una costituzione è necessaria per garantire i diritti del singolo e stabilire le regole nei rapporti tra cittadini e Stato. Constant è ottimista riguardo al "laissez-faire" come mezzo per la prosperità.

Alexis De Tocqueville (1805-1859)

Liberale francese, Tocqueville analizza il mantenimento della libertà in società dove cresce l'eguaglianza delle condizioni. La sua opera Democrazia in America (1835) studia i "vantaggi" e i "pericoli" della democrazia sociale e politica.

Eguaglianza delle Condizioni

L'eguaglianza porta a un livellamento generale nei comportamenti e nei gusti.

Il Principio della Libertà

Il rischio è il "dispotismo della maggioranza". Tocqueville individua tre ostacoli a questo rischio:

  • Molteplicità delle associazioni volontarie.
  • Decentramento amministrativo.
  • Ruolo delle confessioni religiose nel promuovere solidarietà e rispetto.

Eguaglianza e Centralismo Politico

Tocqueville è pessimista riguardo alla Francia, dove la centralizzazione del potere politico aumenta. Descrive una nuova forma di potere autoritario, "immenso e tutelare", che toglie agli individui il fastidio di pensare e la fatica di vivere.

John Stuart Mill (1806-1873)

Liberale inglese, Mill modera il principio del "laissez-faire", riconoscendo un ruolo allo Stato nell'istruzione e nell'aiuto finanziario per garantire la concorrenza. Il potere dello Stato non è più visto come una minaccia costante alla libertà.

Economia e Società

Mill distingue tra regole immutabili (domanda e offerta) e regole modificabili (distribuzione). Promuove la proprietà privata, la concorrenza e la proprietà del lavoro.

Libertà e Governo Rappresentativo

Mill enfatizza la dimensione etico-umanistica, l'elaborazione autonoma del giudizio e la consapevolezza generale. Propone un parlamento bicamerale, il suffragio universale (con voto plurimo per i più competenti), il voto alle donne e un governo tecnocratico.

Socialisti Utopisti

Comte de Saint-Simon (1760-1825)

Filosofo ed economista interessato al passaggio dalla società dell'Ancien Régime a quella industriale. Propone un modello di intervento statale guidato da un'élite illuminata.

Storia e Società Industriale

La storia alterna "età organiche" (stabilità) e "età critiche" (rivoluzione). Saint-Simon mira a un sistema industriale pianificato dallo Stato, con i ceti produttivi che formano un blocco contro i ceti tradizionali.

Ruolo dello Stato

Lo Stato, inizialmente gestore dell'ordine, diventerà sempre meno repressivo man mano che la povertà diminuirà grazie al sistema industriale. Il suo ruolo si trasformerà in programmatore e organizzatore della vita industriale. Saint-Simon confida nel monarca come strumento di riforma preventiva contro la rivoluzione.

Nuovo Cristianesimo

Propone un "Nuovo Cristianesimo" basato sulla solidarietà, predicato da Gesù.

Charles Fourier (1772-1837)

Filosofo francese fondatore del movimento "La Réunion", propone una soluzione dal basso basata sull'associazione. Critica il mondo capitalistico per aver accentuato le differenze sociali.

Armonia Naturale e Passioni

Fourier crede che la natura abbia stabilito un destino di armonia. L'uomo è "buono" e le sue passioni, se armonizzate in una società ben organizzata, possono portare a un risultato positivo. Propone il modello del Falansterio (comunità di 1600-2000 persone).

Lavoro ed Educazione

Il lavoro è organizzato in "serie passionali" secondo le inclinazioni dei membri, con rotazione per evitare l'alienazione. L'educazione è fondamentale e non solo libresca.

Struttura Sociale

Il Falansterio prevede tre classi sociali che interagiscono: finanziatori, classe superiore (lavoratori retribuiti in base al "talento") e classe inferiore (lavoratori meno retribuiti). L'obiettivo è la creazione di un mondo di falansteri che porti alla sparizione dello Stato.

Friedrich Hegel (1770-1831)

Filosofo tedesco che sviluppa il metodo dialettico (tesi, antitesi, sintesi) per analizzare la realtà e il pensiero.

Storia come Farsi dello Spirito

La realtà è un processo dinamico guidato dallo Spirito, che si realizza nella storia. "Il reale è razionale e il razionale è reale". La storia progredisce verso una maggiore razionalità.

Storia Moderna e Popoli-Nazione

La storia moderna è caratterizzata dalla costruzione di popoli-nazione. Hegel cita Machiavelli e Richelieu come figure chiave.

Spirito Oggettivo: Diritto, Morale, Eticità

Lo spirito oggettivo si manifesta nel diritto (tesi), nella morale (antitesi) e nell'eticità (sintesi), che unisce libertà e dovere. L'eticità si realizza in tre momenti: famiglia, società civile e Stato.

Società Civile e Stato

La società civile è il mondo economico della produzione e dello scambio, caratterizzato dalla soddisfazione dei bisogni e dalla competizione. Lo Stato interviene per disciplinare la società civile e realizzare l'interesse universale.

Il passaggio dallo stato antico a quello moderno segna un "progresso nell'autocoscienza della libertà". Lo Stato moderno deve consentire la libertà senza generare conflitti distruttivi.

Auguste Comte (1798-1857)

Segretario di Saint-Simon, Comte pone la scienza al centro delle società moderne, concettualizzando tre stadi: teologico, metafisico e positivo (scientifico).

La Sociologia

Comte applica il metodo scientifico allo studio della società, creando la "sociologia". Le fonti di conoscenza sono osservazione, esperimento e comparazione.

Statica e Dinamica Sociale

La statica sociale analizza una comunità indipendentemente dalla sua storia, mentre la dinamica sociale studia il progresso. Comte ritiene l'uomo naturalmente sociale, ma necessita del controllo dei sapienti per gestire le passioni.

La Società Positiva

Il motto è "Ordine e progresso". La società positiva è governata da una gerarchia di scienziati-filosofi e banchieri, con l'obiettivo di costruire un'economia di cooperazione. Le classi popolari sostengono i filosofi positivisti.

Karl Marx (1818-1883)

Marx si definisce un pensatore del "Socialismo scientifico", criticando il socialismo utopistico. La sua opera si concentra sulla critica del capitalismo e sulla descrizione del meccanismo della rivoluzione socialista.

Critica alla Filosofia Hegeliana e Materialismo Storico

Marx critica l'idealismo hegeliano, proponendo una visione materialistica e storicamente determinata della coscienza. L'uomo è definito dalla sua capacità produttiva. La storia è vista come lotta di classe, determinata dai modi di produzione e dalla divisione del lavoro.

Critica dello Stato

Lo Stato è visto come uno strumento al servizio della classe dominante (la borghesia).

Manifesto del Partito Comunista (1848)

Marx e Engels descrivono la lotta tra borghesia e proletariato. La rivoluzione socialista porterà all'appropriazione sociale dei mezzi di produzione e all'abolizione delle classi.

Il Capitale (1860)

Marx analizza il funzionamento del capitalismo, concentrandosi sulla formazione del profitto e sulla teoria del plus-valore (lavoro non pagato). L'alienazione del lavoro è una conseguenza di questo sistema.

Fasi della Rivoluzione

  1. Formazione della coscienza di classe nel proletariato.
  2. Formazione di un partito rivoluzionario.
  3. Rivoluzione e dittatura del proletariato.
  4. Socialismo: società senza classi e senza Stato.

Il Pensiero Politico Italiano

Vincenzo Gioberti (1801-1852)

Sacerdote e politico, Gioberti propone il "neoguelfismo": una federazione di stati italiani sotto l'arbitrato del Papa. La sua opera Il primato morale e civile degli italiani (1843) rivendica la grandezza storica dell'Italia.

Successivamente, Gioberti auspica una riforma ecclesiastica e una "libera chiesa in libero stato", sostenendo una monarchia costituzionale moderna e democratica.

Giuseppe Mazzini (1805-1872)

Figura chiave del Risorgimento, Mazzini promuove un'etica del fare, del dovere e una religiosità patriottica. L'idea di Nazione è centrale, definita da lingua, territorio, valori etnici e autonomia.

Mazzini auspica un cosmopolitismo basato sulla collaborazione tra nazioni e sulla creazione di istituzioni internazionali per la pace.

Carlo Pisacane (1818-1857)

Rivoluzionario e militare, Pisacane sottolinea l'importanza di coinvolgere le masse contadine nella rivoluzione. Critica la mancanza di appoggio popolare alle repubbliche del 1848-49.

Propone uno schema di rivoluzione nazionale che coinvolga direttamente le masse popolari, con un'organizzazione politica e militare unitaria. Auspica l'abolizione della proprietà privata e la gestione associata dei beni economici.

Carlo Cattaneo (1801-1869)

Repubblicano e federalista, Cattaneo è un continuatore dell'Illuminismo europeo, valorizzando la ragione utilitaristica e l'azione nella società civile.

Sottolinea l'importanza dell'iniziativa privata, della responsabilità sociale e delle istituzioni (famiglia, proprietà, giustizia, scuola, stampa). Lo sviluppo economico è frutto di capitale, lavoro e natura, guidato dall'intelligenza umana.

Voci correlate: