Il Pensiero Rivoluzionario di Nietzsche: Critica Culturale e Volontà di Potenza

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Introduzione al Pensiero Critico di Nietzsche

Nietzsche ha formulato la critica più radicale mai realizzata contro la cultura europea. È stato visto, in questo senso, come "dinamite", scagliandosi in particolare contro la morale, la scienza e la filosofia dell'Occidente.

Critica della Filosofia

Questa critica è guidata dalla convinzione che la realtà, nel suo essere più profondo, come pensava Eraclito, sia un divenire in costante evoluzione; è ciò che ci appare in modo diverso in ogni momento. L'essere più profondo della realtà non è eterno e immutabile come credevano i razionalisti. Per catturare la vera realtà, il migliore strumento disponibile sono i sensi. E la miglior risorsa per esprimere tale realtà è la metafora, non il concetto. La metafora suggerisce, non ci fa rinunciare alla pluralità e alla diversità dell'essere.

Critica della Scienza

La critica di Nietzsche alla scienza è una critica alla matematizzazione della realtà. Gli scienziati cercano metodi per ridurre le qualità di tutto ciò che è nella realtà a quantità, e questo li porta a ignorare le diverse sfumature delle cose e dei fenomeni che avvengono in natura.

Critica della Morale

Nietzsche critica la morale introdotta da Socrate e Platone e proseguita dal Cristianesimo, perché è una morale innaturale che si oppone alla vita, una morale che vede la morte come liberazione dell'uomo. Il nostro autore sostiene che sia una morale per i deboli, i risentiti, una morale degli schiavi. Di fronte a questa morale, propone una morale naturale, una morale che promuove la vita: la morale del Signore e dei forti. È tempo di "uccidere Dio".

Questo processo porta a una trasvalutazione dei valori (o rivalutazione), che consisterà nel riconsiderare:

Valori del "Bene" (Morale del Signore)

  • Sentire valori morali creativi e autoglorificanti.
  • Disprezzare i codardi, i timidi, gli sfruttati, chi permette l'abuso, il bugiardo.
  • Mettere in primo piano un senso di pienezza, felicità, ricchezza, generosità.
  • Rispettare gli anziani e la tradizione.

Valori del "Male" (Morale dello Schiavo, da superare)

  • Diffidare della Felicità.
  • Odiare il potere, il pericolo.
  • Proteggere gli oppressi.
  • Essere insicuri, stanchi.
  • Promuovere atteggiamenti di compassione, pazienza, umiltà, gentilezza.

Il Superuomo e la Volontà di Potenza

La trasvalutazione dei valori (o rivalutazione morale) di cui parla Nietzsche porterà con sé il Superuomo (Übermensch). Prima, però, è necessario un periodo di nichilismo, che non deve essere passivo (altrimenti saremmo spinti nel nulla), ma attivo: cioè negare tutto ciò che è stato fino a questo momento per poi superarlo e, da lì, iniziare a creare un mondo nuovo.

Il Superuomo è l'uomo dionisiaco, non apollineo. Il Superuomo è volontà di potenza. Possiamo intendere la volontà di potenza come una volontà o un desiderio di miglioramento costante che si manifesta in tutta la natura e nell'uomo. La volontà di potenza è una sorta di impulso fondamentale che porta ogni essere a cercare di imporsi sul suo ambiente e sul non-essere. Si tratta di una sorta di lotta senza fine.

In questa idea possiamo vedere l'influenza di Eraclito, secondo cui la lotta e la tensione sono la chiave e l'essenza di tutto, e anche l'influenza di Darwin, poiché quegli esseri che superano le avversità sono sempre in evoluzione. La volontà di potenza è la tendenza dell'essere a superarsi. Nietzsche parla di una triplice trasformazione che l'essere umano deve subire per diventare Superuomo.

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