La Pienezza del Diritto e i Criteri di Soluzione delle Antinomie Normative: Interpretazioni Dottrinali
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La Pienezza del Diritto: Interpretazioni Dottrinali
La tesi della pienezza del diritto, la cui origine è legata alla dottrina elaborata dai commentatori sul "Corpus Iuris", fu un concetto ampiamente discusso nel senso giuridico. L'ideologia della pienezza si è inoltre progressivamente indebolita a causa dell'usura prodotta dall'esperienza giuridica, poiché il dinamismo della vita sociale ha ripetutamente inondato i confini dei codici a maglie fitte, spingendo i giuristi a discutere la solidità delle proprie convinzioni circa la pienezza del diritto.
Due teorie emersero che assunsero un carattere paradigmatico:
Lo Spazio Giuridico Vuoto
Secondo la teoria dello spazio giuridico vuoto, il campo dell'attività umana può essere considerato diviso in due settori: uno in cui l'attività è vincolata da norme giuridiche e uno in cui l'attività è libera. Il primo può essere descritto come area giuridica piena e il secondo come spazio giuridico vuoto. Quando un comportamento non è disciplinato da regole, è perché rientra nella sfera dell'attività libera, non vincolata da norme giuridiche.
Il Dominio Esclusivo
Al contrario, la teoria del dominio esclusivo sostiene che non esiste uno spazio che debba essere classificato come "giuridicamente nullo". I comportamenti che non sono inclusi nella regolamentazione di particolari norme giuridiche rientrano tra le regole di esclusione, costituite da un'altra norma: la "regola esclusiva". La regolamentazione giuridica raggiunge tutti i comportamenti e non è possibile individuare un singolo caso per il quale non esista alcuna legge positiva in qualche forma di regolamentazione.
Secondo la concezione che adotta la nuova dottrina della pienezza potenziale o funzionale, proclamare la pienezza delle leggi equivale a dire che esse hanno sempre la possibilità di trovare in sé un modo o un meccanismo di regolazione che permetta di dare un'opportuna soluzione giuridica a ciascuno degli scenari di fatto che possono sorgere dallo sviluppo della vita sociale. Al fine di mantenere la convinzione che il diritto sia un sistema completo e non vuoto, dobbiamo anche comprendere la pienezza nel senso che le norme giuridiche hanno fornito l'occasione per risolvere qualsiasi pretesa di fatto che si presenti. Nessun ordinamento giuridico è permanentemente pieno.
Criteri di Soluzione delle Contraddizioni tra le Norme
A fronte di incertezze, la giurisprudenza e la scienza del diritto, attraverso una secolare attività teorica e pratica, hanno sviluppato diversi criteri di soluzione, tra i quali, per la generalità della loro accettazione, spiccano questi tre:
- Il criterio cronologico (lex posterior derogat priori): la legge successiva deroga quella precedente.
- Il criterio gerarchico (lex superior derogat inferiori): la legge superiore deroga quella inferiore.
- Il criterio di specialità (lex specialis derogat generali): la legge speciale deroga quella generale.
Si riconosce che le opposizioni tra due disposizioni di legge possono essere particolarmente complesse, fino al punto di produrre una situazione di concorso di criteri più che una singola regola di soluzione, moltiplicando così le opzioni a prescindere dalle circostanze. Si potrebbe pensare che le contraddizioni tra le disposizioni giuridiche siano sempre risolvibili, non solo quando sono semplici (o di primo grado), ma anche quando compaiono in una rete di contraddizioni complesse (o di secondo grado).
La soluzione del conflitto deve essere lasciata all'operatore del diritto, in particolare al giudice, che deve risolvere sulla base di considerazioni di giustizia e di opportunità, ma egli sosterrà sempre la propria scelta basandosi sulle possibilità operative offerte dal sistema in cui agisce.