Platone: La Teoria delle Idee, Questioni e Influenze Filosofiche

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Le Questioni Fondamentali della Teoria delle Idee Platonica

Nel contesto del Parmenide e del Sofista, Platone rivede e si interroga sulla sua teoria: "Che tipo di idee ci sono? Deve esserci un'idea per ogni nome comune? In aggiunta alle idee di morale, estetica, matematica, c'è un'idea per tutto, anche per il ridicolo e il brutto? Quali sono i rapporti tra le idee e le cose?"

Se per partecipazione, l'idea sembra perdere la sua unità e trascendenza. Se per imitazione, che sarebbe una somiglianza reciproca tra idea e cosa, ciò porterebbe a supporre un'altra idea al di là di questa idea e di qualsiasi cosa si desideri, e così via all'infinito. Le idee non mantengono un rapporto tra loro?

Nella Repubblica, Platone stabilisce una gerarchia il cui vertice è l'idea di Bene, poi l'etica, la matematica e infine l'estetica. Platone mantiene il concetto di gerarchia nelle sue opere, ma cambia l'idea suprema: nel Simposio è la bellezza, nel Parmenide l'Uno, nel Sofista Platone stabilisce l'Essere senza perdere la propria identità, la comunicazione tra le Idee.

Il Contesto Intellettuale e le Influenze su Platone

Il paesaggio intellettuale era dominato dal fallimento della filosofia della natura, che aveva dimostrato l'impossibilità di costruire una scienza universale basata sulla razionalità, o almeno una scienza che fosse utile. D'altra parte, Platone aveva frequentato le discussioni tra Socrate e i sofisti ed era consapevole dei rischi posti dal relativismo e dallo scetticismo di questi ultimi per costruire una vera e propria episteme.

Ma, lungi dall'eludere queste difficoltà, le incorpora nella sua filosofia, insieme a idee provenienti da altri pensatori:

  • Da Eraclito, tramite Cratilo, uno dei suoi insegnanti, apprese che esiste un mondo pluralista, mutevole, instabile, testimoniato da una consapevolezza sensoriale che, per lui, non costituiva la vera conoscenza valida.
  • Dai pitagorici considerò il loro pensiero concettuale matematico come un precedente per la sua teoria delle Idee e per la struttura e le relazioni matematiche e i principi di intelligibilità dell'universo. Riprese anche la concezione di un'anima immateriale e immortale.

Influenze Filosofiche Specifiche

  • Parmenide: Considerò la conoscenza razionale come la vera e valida conoscenza, per cui, per raggiungere la verità, essa si applica alle idee, che egli considera la vera realtà, la natura dell'essere così come concepita da Parmenide.
  • Anassagora: Platone interpretò il Nous di Anassagora come l'intelligenza e l'ordine del cosmo.
  • Atomisti: Dagli atomisti accettò l'esistenza della materia eterna in costante movimento caotico, anche se rifiutò la spiegazione che ne facevano di un ordine casuale derivante dal disordine.
  • Sofisti: Condivise con i sofisti il bisogno di conoscere la natura umana per comprendere la peculiare attività umana, ma respinse lo scetticismo sofista circa la possibilità di tale conoscenza, e l'idea che la forza e il piacere fossero elementi fondamentali della natura umana, e che la dialettica fosse pura retorica, come sostenevano i sofisti.
  • Socrate: Dal suo maestro Socrate ammirò il suo atteggiamento verso la vita, la ricerca della verità, e la sua morte gli fece percepire la necessità di raggiungere la vera conoscenza della giustizia, una delle idee centrali platoniche, per evitare l'arbitrarietà e per esigere fedeltà a se stessi e alla città.

L'Impatto della Cultura Ateniese

Le idee della cultura ateniese del tempo: armonia, perfezione, misura, ecc., lo influenzarono. Pur convinto del primato del logos, usò il mito come uno strumento efficace per spiegare il suo pensiero.

Il fatto che Platone si sia dedicato alla ricerca dell'ideale di giustizia non è dissimile da quanto veniva fatto in altri settori della cultura; per esempio, nella scultura è degna di nota la ricerca dell'ideale di bellezza in opere come quelle di Policleto o di Prassitele, anch'esse definite in termini di armonia, così come Platone definiva la giustizia o la virtù. Inoltre, il desiderio di verità non era legato solo alla riflessione filosofica nel V secolo a.C.

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