Principi Costituzionali del Bilinguismo in Spagna: Diritti Linguistici e Autonomia

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Il Modello di Tutela delle Comunità Linguistiche Minoritarie

La soluzione prevede che le comunità linguistiche minoritarie godano del diritto, che le accompagna in tutto il territorio in cui vi è un'altra lingua ufficiale, di utilizzare la propria lingua nei rapporti con le autorità pubbliche. La condizione normale per l'applicazione di questo modello è la dispersione territoriale dei **parlanti della lingua minoritaria**. Data la sua intrinseca complessità organizzativa, questo modello è stato raramente applicato.

La Formula Costituzionale Spagnola: Un Approccio Sui Generis

La formula adottata dalla Costituzione Spagnola (CE) non è, a rigor di termini, né personale né territoriale. È una formula sui generis di **co-ufficialità** o di stato ufficiale. Questo perché l'ambito in cui la Costituzione si colloca è quello di dare traduzione giuridica al **bilinguismo sociale**. La Costituzione ha dimostrato una capacità di innovazione, producendo un **quadro giuridico** adeguato alla realtà linguistica spagnola: lo **status ufficiale** come espressione del bilinguismo.

Il Ruolo degli Statuti di Autonomia

Esiste un altro elemento fondamentale che contribuisce a plasmare la realizzazione di questo quadro e che consente di definire **modelli ad hoc** per ogni coppia Costituzione-Comunità Autonoma (CC: AA). Ciò significa che la Costituzione richiama gli Statuti di Autonomia per determinare la portata dell'ufficialità delle "altre lingue spagnole". La Costituzione impone già, di per sé, questo **status ufficiale**, ma, in conformità con il suo statuto, ha la funzione di consentire la modulazione caso per caso della portata di tale ufficialità. Si tratta di una rapida accettazione delle modulazioni che, ad esempio, lo Statuto di Autonomia può apportare, e della loro integrazione nel **blocco di costituzionalità**, anche se il loro effetto pratico è utilizzabile solo al momento della promulgazione dello Statuto.

4. I Principi Costituzionali del Bilinguismo

Il Tribunale Costituzionale (TC) ha evidenziato la difficoltà tecnica delle norme particolari di questa materia: la gestione del **pluralismo linguistico** presenta una notevole complessità, non solo a causa delle difficoltà di definire la portata del mandato costituzionale e delle leggi che disciplinano questa materia, ma anche per l'impatto su questioni di notevole importanza, sia simbolica che affettiva, nella struttura regionale dello Stato.

Quali sono, dunque, i **grandi principi e valori costituzionali** che ordinano la complessa realtà della Spagna bilingue?

  1. La Libertà Linguistica

    La **libertà linguistica** è sacra, ma questa affermazione richiede delle sfumature:

    a) Intervento del Potere Pubblico

    In linea di principio, parlare o non parlare, usare una lingua o un'altra, farlo in un modo o nell'altro, dovrebbe essere estraneo al potere pubblico, rientrando nella **libera espressione**. Tuttavia, la legislazione del potere pubblico e gli atti amministrativi intervengono, in molti modi, nell'ambito linguistico. Il primo e più importante intervento è la dichiarazione di **ufficialità delle lingue**, in quanto è una decisione pubblica che, attraverso una modalità di determinazione specifica, stabilisce quale lingua si impegna a utilizzare per comunicare con i cittadini e a quale lingua verrà dato effetto giuridico.

    Un altro ambito di intervento è la **"pianificazione linguistica"**, che comprende l'azione e il processo di **"normalizzazione"** (creare le condizioni per il normale esercizio dei diritti linguistici o la riconfigurazione dello stato delle lingue comunitarie) e di **"normativizzazione"** (detta anche programmazione interna, ovvero misure globali di codifica delle regole che governano una lingua, il suo alfabeto, la scrittura, ecc.).

    b) Legittimità degli Interventi

    Fino a che punto tali interventi sono legittimi? In quale misura queste azioni sono compatibili con la libertà, che abbiamo definito sacra, ovvero la **libertà linguistica**? La risposta è chiara. Poiché il governo dovrà inevitabilmente comunicare con i cittadini, dichiarare il proprio impegno a farlo nella lingua o nelle lingue parlate dalla popolazione è il modo naturale per garantire la **libertà di utilizzo**.

    Al centro di tutto ciò vi è il fatto che la **libertà linguistica** ha due dimensioni: una **individuale** e una **collettiva**, che corrispondono ai due aspetti che la lingua assume. La lingua può essere vista come proprietà personale, ma è anche un collettivo attraverso il quale gli individui sono integrati socialmente. Questi due aspetti della libertà di lingua hanno una natura diversa e possono anche scontrarsi. L'aspetto individuale è parte della **libertà di espressione**.

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