Principi Essenziali di Economia e Gestione Aziendale
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Fondamenti e Risorse d'Impresa
Quesito 1: Quali sono le tipologie di risorse dell’impresa?
Le tipologie di risorse dell’impresa sono le risorse materiali (es. terra, capitale, personale, ecc.), le immateriali (es. *brand*, brevetti, diritti) e le finanziarie.
È importante fare una distinzione tra le risorse a *breve termine* (immediatamente riproducibili) e quelle a *lungo termine*.
Quesito 2: Cosa si intende con il termine tasso d'interesse?
Con *tasso d'interesse* si intende il premio per la rinuncia alla liquidità, legato alla durata della rinuncia e al rischio derivante da essa. Maggiore è la durata e/o il rischio, maggiore sarà il tasso d'interesse. Il rischio misura la probabilità che il prestito venga effettivamente restituito; esso dipende dall'affidabilità e dalla reputazione del soggetto che richiede il prestito e dalla tipologia dell'attività economica in cui il prestito verrà impiegato.
La scelta d'investimento si basa spesso solo sul *costo opportunità*, ma sarebbe un errore valutare unicamente la remunerazione. Gli investimenti devono essere comparati complessivamente, tenendo conto anche del loro rischio.
Quesito 3: Qual è la differenza fra *shareholders* e *stakeholders*?
Con il termine *shareholders* (azionista o socio) e *stakeholders* si intende rispettivamente il proprietario di una quota parte dell’impresa e il portatore d’interesse della stessa.
Quesito 4: Qual è la risorsa più preziosa e non riproducibile?
La variabile strategica fondamentale, risorsa più preziosa e non riproducibile, è il *tempo*.
L'impresa deve avere chiaro di lavorare su diversi orizzonti temporali: a *breve periodo* il suo obiettivo principale è rispettare tutti i contratti che ha sottoscritto; a *medio-lungo periodo* deve darsi una prospettiva strategica che permetta di garantirle sviluppo.
L'impresa può essere condizionata dall'esigenza di sopravvivere nell'immediato, rischiando così di essere influenzata da una scelta di breve periodo, mentre il suo obiettivo (che è l'aumento di valore) è legato alle strategie di medio periodo.
Quesito 5: Qual è la differenza tra il concetto di efficienza e il concetto di efficacia?
L'efficienza è legata al rapporto tra *input* e *output*, l'efficacia invece dipende dalla realizzazione degli obiettivi prefissati.
L'efficienza va misurata tenendo ferma la quantità di *input* (quantità di fattori produttivi utilizzati e loro prezzo) o di *output* (produzione) e, rispettivamente, massimizzando o minimizzando l'altra quantità, che viene lasciata variabile. Nell'analisi dell'efficienza si deve sempre tener conto che l'output deve avere qualità uniforme.
Per misurare l'efficacia, è invece importante esplicitare gli obiettivi, che devono essere definiti nel tempo.
Quesito 6: Che cos'è il costo opportunità?
Il *costo opportunità* è il valore di ciò a cui si rinuncia (ad esempio, del reddito cui si rinuncia) nella scelta di vita.
Quesito 13: Perché esiste l'impresa?
L'impresa è un potente strumento di crescita economica. La sua caratteristica principale è la capacità di permettere la *specializzazione del lavoro* e di affrontare il rischio, favorita da uno schema economico fondato sul mercato (in cui la specializzazione del lavoro ottiene una straordinaria forza autopropulsiva). Economie con queste caratteristiche vedono moltiplicare la loro produttività, ma sono anche molto interdipendenti.
Quesito 15: Cosa si intende con l’espressione “Make or buy”?
Si intende la scelta di ogni impresa di produrre autonomamente beni e servizi o acquistarli dall’esterno (*make or buy*). La scelta avviene in base alla convenienza di una possibilità rispetto all'altra (in termini di prezzo, affidabilità, durata del prodotto, ecc.).
Principi di Contabilità e Bilancio
Quesito 18: Quali sono le sezioni in cui è articolato il bilancio?
Il bilancio è articolato essenzialmente in due parti:
- Lo *Stato Patrimoniale* (attivo: la ricchezza di cui dispone l'impresa; passivo: le fonti del suo finanziamento).
- Il *Conto Economico* (rappresentato dal *conto scalare* con cui si giunge all'utile/perdita).
Una terza parte obbligatoria è la *Nota Integrativa*, che rappresenta la chiave di lettura esplicativa sulla redazione del bilancio.
Altri documenti garantiscono una visione più ampia e di maggior sicurezza da falsificazioni:
- Il *Rendiconto Finanziario*.
- Le relazioni redatte dagli amministratori (nota politico-descrittiva per gli *shareholders*).
- Le relazioni del *collegio sindacale* (che evidenzia eventuali irregolarità).
- Le relazioni delle *società di revisione* (imprese esterne garanti dell'affidabilità della contabilità per i soci e gli *stakeholders*).
Un ulteriore giudizio esterno, non più contabile ma prospettico, viene espresso dalle *agenzie di rating* e per alcuni settori esistono altri specifici organi indipendenti (CONSOB, IVASS, Banca d'Italia, ecc.).
Un ulteriore sistema di trasparenza è la disponibilità degli atti dell'impresa presso le Camere di Commercio (gli atti interni che hanno influenza esterna devono essere resi pubblici).
Quesito 19: Qual è la differenza tra beni e servizi?
I *beni* sono prodotti che sono realizzati precedentemente al loro uso, si prestano perciò all’immagazzinamento (questa caratteristica li contraddistingue a prescindere dalle strategie delle imprese, che generalmente tendono a ridurre o eliminare i tempi di magazzino, per limitare i costi).
Per i *servizi* la fruizione da parte del consumatore avviene contemporaneamente alla produzione (es. lezioni scolastiche, i trasporti, la sanità, ecc.).
Ci sono anche prodotti che si prestano ad entrambe le definizioni a seconda del modo con cui vengono usati: le partite di calcio sono un servizio, ma grazie a strumenti tecnologici (es. DVD da commercializzare), diventano un bene fruibile in un momento diverso dalla produzione.
Quesito 20: Che cos'è il bilancio?
Il *bilancio* rappresenta la contabilità esterna di un'impresa (registra tutte le transazioni con il mondo economico-finanziario esterno).
È un documento pubblico (trasparenza verso *shareholders* e *stakeholders*), datato e obbligatorio.
La sua regolamentazione è sancita, dal punto di vista civile, dal *Codice Civile* italiano e dalla IV Direttiva della Commissione Europea; dal punto di vista fiscale, dal *Testo Unico delle Imposte sui Redditi* (TUIR).
Il bilancio rappresenta l'anima dell'impresa. In esso sono contenute tutte le azioni dell'anno (o del semestre/trimestre), e vi si possono leggere le strategie adottate, gli imprevisti affrontati, il valore patrimoniale dell'impresa e come esso sia distribuito nelle varie attività di gestione.
In particolare, il bilancio testimonia se e quanto l'impresa è in equilibrio reddituale (cui è legata la possibilità di distribuire utili) e in equilibrio patrimoniale-finanziario (che testimonia se la gestione della liquidità è coerente, nelle scadenze e nell'entità, al fabbisogno dell'impresa e quale sia il suo *patrimonio netto*).
Quesito 21: Qual è la differenza tra il concetto di *stock* e concetto di *flusso*?
Il concetto di *stock* si riferisce a misure rilevate in un dato istante; ad esempio, nel bilancio, lo *Stato Patrimoniale* rappresenta lo *stock* delle risorse dell'impresa, rendendo una fotografia statica della sua situazione ad una specifica data.
Il concetto di *flusso*, invece, si riferisce ad una situazione relativa ad un dato periodo; si usano i flussi per redigere il *Conto Economico*.
Quesito 22: Qual è la finalità dello *Stato Patrimoniale*?
Lo *Stato Patrimoniale* è l'inventario delle risorse dell'impresa (attivo) e delle fonti, cioè degli obblighi che ha assunto nei confronti di terzi, ovvero le modalità con cui è stata finanziata (passivo).
Ha lo scopo principale di evidenziare il valore delle risorse al netto di quello che spetta ai creditori dell'impresa (*patrimonio netto*).
Lo *Stato Patrimoniale* rappresenta il valore patrimoniale dell'impresa in senso assoluto, mentre il *patrimonio netto* rappresenta il valore dell'impresa per gli *shareholders*.
Quesito 23: Che cos'è il *Conto Economico*?
Il *Conto Economico* è il rendiconto di tutte le transazioni economiche che l'impresa fa con il mercato e perciò riguarda solo le transazioni esterne.
Ha due caratteristiche principali: è scalare ed è diviso in diversi tipi di gestione.
- È scalare perché all’inizio viene posto il valore della produzione e da esso si procede per saldi successivi fino ad ottenere il saldo netto (utile/perdita, che incrementa/erode lo *Stato Patrimoniale*).
- È diviso in diversi tipi di gestione in modo da mostrare quali siano le attività in cui effettivamente si stia creando o perdendo valore.
Generalmente ci sono quattro divisioni:
- La *gestione tipica* (o operativa) riguarda costi e ricavi dell'attività principale dell'impresa.
- La *gestione finanziaria* riguarda proventi e oneri finanziari (ad esempio gli interessi da pagare su un prestito bancario o gli interessi derivanti da un investimento).
- La *gestione straordinaria* riguarda azioni uniche, positive o negative, che non rappresentano l'ordinaria gestione dell'impresa.
- La *gestione fiscale* registra imposte e crediti d'imposta nei confronti dello Stato.
Quesito 24: Quali sono le finalità della *Nota Integrativa*?
È un documento tecnico-illustrativo in cui sono registrate le descrizioni di tutte le operazioni dell'impresa, soprattutto di quelle straordinarie. È fondamentale per la comprensione del bilancio, che di per sé mostra valori delle grandezze economiche e patrimoniali senza specificarne la provenienza, la destinazione e soprattutto la motivazione. È anche uno dei documenti che permette di capire le modalità d’applicazione dei *principi contabili*.
Quesito 25: Qual è il ruolo dei *principi contabili* nella redazione del bilancio?
I *principi contabili* sono disposizioni non normative che definiscono criteri e regole applicative per la rappresentazione monetaria delle risorse dell'impresa (dato che i “risultati d'esercizio” dipendono dalla modalità di valutazione, questa deve essere uniforme).
Tali principi sono redatti da organi preposti, sia a livello nazionale che internazionale (uno dei più importanti è lo IAS/IFRS: *International Accounting Standards* / *International Financial Reporting Standards*).
Essi sono in continua evoluzione, perché si adattano ai cambiamenti dei fenomeni economici.
Quesito 26: Cosa sono i *ratei* e *risconti* attivi e passivi?
I *ratei* sono entrate/uscite di cassa che avverranno posticipatamente rispetto ai ricavi/costi correnti e i *risconti* sono uscite/entrate effettuate anticipatamente rispetto ai costi/ricavi futuri; *ratei* e *risconti* attivi/passivi sono crediti/debiti.
Sostanzialmente nel *rateo* l'evento economico precede quello finanziario, nel *risconto* avviene l'esatto contrario; vengono usati per contabilizzare la discrepanza temporale tra i due tipi di eventi, creata dal *principio di competenza economica*.
Quesito 27: Cosa si intende con *ammortamento*?
Con il termine *ammortamento* si intende un'operazione contabile (di tipo economico) necessaria per tener conto nel bilancio della *vita utile* delle risorse (periodo, anche definito convenzionalmente, in cui si ritiene che possano generare ricavo).
*Principi contabili* specifici misurano di quanto sia depauperata la risorsa in relazione al suo uso o alla possibile obsolescenza tecnologica; nello *Stato Patrimoniale* (SP) il valore di un bene è espresso nell'attivo al netto degli *ammortamenti* cumulati dall’acquisto, mentre questi ultimi vengono registrati nel passivo dividendo l'ammortamento totale in tante parti quanti sono gli anni di *vita utile*.
Nel *Conto Economico* l'ammortamento è registrato come un costo di produzione, che però non comporta esborso monetario (non monetario, *no cash*).
Quesito 28: Qual è la differenza tra *book value* e *market value*?
Il *book value* rappresenta il valore dell'impresa dal punto di vista degli azionisti; corrisponde al *patrimonio netto* (è un valore contabile). Il *market value* è il valore dell'impresa dal punto di vista del mercato (prezzo a cui vengono scambiate le sue azioni): si calcola il valore totale moltiplicando il prezzo di un'azione con il numero delle azioni emesse. Su lungo periodo, in ogni caso, i due valori tendono ad equipararsi, per questo possono diventare uno strumento per comprendere l'andamento futuro dell'impresa.
Quesito 29: A cosa corrisponde la *vita utile* di un investimento?
La *vita utile* di un investimento corrisponde al periodo, anche definito convenzionalmente, in cui esso produce ricavi. La *vita utile* dipende dall’uso e dall’obsolescenza tecnologica del bene.
Quesito 30: Cosa significa che il *Conto Economico* si fonda sul *principio di competenza economica*?
Il *principio di competenza economica* prevede di attribuire costi e ricavi all'esercizio in cui essi si sono effettivamente maturati (registrandoli nel *Conto Economico* del bilancio che si riferisce a quel periodo), indipendentemente dal fatto che abbiano avuto o no, contemporaneamente, effetti di cassa o effetti giuridici. Ciò provoca che non ci sia corrispondenza temporale tra la loro imputazione nel *Conto Economico* e le corrispondenti operazioni di cassa.
Quesito 31: Qual è la differenza tra *imposta* e *tariffa*?
L'*imposta* è un tributo che viene versato solo per dovere di partecipazione ad una comunità, non presuppone alcuna controprestazione diretta in beni o servizi. È un atto di autorità.
La *tariffa*, invece, è il corrispettivo della prestazione di un bene o servizio ricevuto.
Quesito 32: Perché non c'è corrispondenza tra valori monetari del *Conto Economico* e corrispondenti operazioni di cassa?
Non vi è corrispondenza tra valori monetari del *Conto Economico* e corrispondenti operazioni di cassa perché nella redazione del *Conto Economico* si segue il *principio di competenza economica*.
La discrepanza si manifesta in due principali tipologie di valori monetari:
- Gli *ammortamenti*, per il lato costi.
- Le *rateizzazioni*, per il lato ricavi.
Gli *ammortamenti* registrano il costo delle risorse distribuito lungo la loro *vita utile*, quando invece questo viene versato tutto al momento della loro acquisizione (quindi sono operazioni contabili non monetarie, *no cash*). Le *rateizzazioni*, invece, rappresentano il dilazionamento dei pagamenti.
Un'altra categoria di pagamenti che può presentare la discrepanza è l'accantonamento del *Trattamento di Fine Rapporto* (TFR): una parte del salario dei lavoratori è trattenuta dall'impresa per effetto di norme statali, ovvero coercitivamente, per essere poi versata al lavoratore al momento della fine del rapporto di lavoro; perde questa caratteristica quando le norme prescrivono che venga versato subito allo Stato, che a sua volta provvederà a versarlo al lavoratore nel momento in cui ne avrà diritto, in questo caso viene ristabilita la contemporaneità.
Quesito 34: Che cos'è il *fair value*?
Il *fair value* è l’ammontare a cui un’attività può essere scambiata o una passività estinta in una transazione tra parti indipendenti, consapevoli e disponibili.
Questo è in conflitto con il pensiero che il valore di un bene sia quello rilevato al momento dell'effettiva transazione. (I due concetti coincidono nelle immobilizzazioni finanziarie; invece in quelle materiali, in assenza di scambio reale, si devono valutare anche costi e rivalutazioni dell’*asset*).
Quesito 35: Che cosa s'intende per *ammortamento accelerato*/*anticipato*? Quali sono le finalità?
Per *ammortamento accelerato* si intende l’adozione di quote di *ammortamento* decrescenti nei singoli anni di *vita utile* del bene. Per *ammortamento anticipato*, invece, si intende l’aumentare l’entità dell’*ammortamento* nei primi anni di *vita utile* del bene.
La finalità di questi tipi di *ammortamento* è quella di ottenere agevolazioni fiscali. Ciò è possibile perché la loro caratteristica è quella di aumentare in modo figurativo i costi conteggiati nel *Conto Economico*, determinando così una riduzione dell'utile e, quindi, una diminuzione delle imposte.
Questa operazione è prevista dalle norme statali, con lo scopo di favorire la crescita delle immobilizzazioni, ovvero la crescita degli investimenti delle imprese.
Quesito 36: Che cosa rappresenta il *fondo ammortamento* nel passivo dello *Stato Patrimoniale*?
Tutte le voci del passivo, nello *Stato Patrimoniale*, rappresentano le fonti delle risorse.
Il *fondo ammortamento* non è altro che un'eredità dal passato, un debito nei confronti dell'impresa stessa dell'esercizio precedente. Ogni bilancio, rispetto al precedente, rappresenta una nuova vita dell'impresa.
Quesito 37: Perché l'acquisto di pubblicità può essere considerato sia come costo che come *immobilizzazione*, e in quali condizioni?
La pubblicità può essere considerata un'*immobilizzazione immateriale* (sorta d'investimento sul *brand*) nella misura in cui può produrre ricavi al di là del singolo esercizio finanziario.
Ovviamente ci sono *principi contabili* che regolano la scelta, ma hanno carattere generale e perciò si prestano a interpretazioni.
Quesito 38: Che cosa rappresentano le *riserve* nel passivo dello *Stato Patrimoniale*?
Le *riserve* rappresentano un debito verso l'impresa stessa dell'esercizio precedente. Sono il risultato di quel periodo, lasciate in eredità al periodo successivo, per affrontare eventuali situazioni problematiche e per fronteggiare eventualità.
Quesito 39: Che cos'è l'*aumento di capitale gratuito*, e qual è la sua finalità?
L'*aumento di capitale gratuito* si ottiene modificando la composizione dello *Stato Patrimoniale* passivo: una parte delle *riserve* viene trasferita al capitale sociale.
Sostanzialmente l'impresa trasforma un credito verso se stessa in un credito verso i soci; è un'operazione a metà tra mettere a riserva gli utili e dividerli tra gli azionisti: la finalità è quella di riconoscere ai soci un valore commerciabile senza danneggiare l'impresa.
Quesito 40: Che cosa s'intende per *economia di scala* e da cosa dipende la sua presenza?
Si è in presenza di un'*economia di scala* nel momento in cui aumentare la quantità prodotta consente di ridurre i *costi medi* di produzione (garantendo il mantenimento della qualità del prodotto).
Questo fenomeno è legato sia alla *specializzazione del lavoro* (che fa crescere l'attività), sia al livello delle tecnologie usate. Ciò che permette il suo verificarsi è la presenza di elevati *costi fissi* di produzione (ovvero costi la cui entità non dipende dalla quantità prodotta).
Analisi Finanziaria e Valutazione degli Investimenti
Quesito 7: Qual è la differenza tra *tasso d'interesse semplice* e *tasso d'interesse composto*?
Il *tasso d'interesse semplice* viene calcolato sul capitale iniziale (*montante*), senza che gli interessi maturati gli siano aggiunti; si ha quindi una rendita fissa.
Il *tasso d'interesse composto* è invece calcolato sul *montante* totale (il capitale iniziale è aumentato degli interessi maturati fino a quel momento); quindi, poiché gli interessi vengono capitalizzati, si ha una rendita mano a mano maggiore.
Quesito 56: Qual è il ruolo e il significato del *rendiconto finanziario*?
Il *rendiconto finanziario* monitora l’andamento dei flussi di cassa netti dell’esercizio corrente (in senso algebrico, come differenza tra entrate e uscite). Non misura la capacità di produrre valore dell’impresa, ma quella di avere liquidità adeguata (permettendole di onorare le obbligazioni ed evitare il fallimento). È fondamentale perché lo strumento più cogente per la valutazione dell’andamento dell’impresa è lo studio della gestione finanziaria (che deve essere adattata alla tipologia dell’attività economica: a liquidità anticipata o posticipata, con problemi opposti).
Assume particolare importanza in presenza di una crescente finanziarizzazione dell’economia reale.
Quesito 57: Qual è il *flusso di cassa netto della gestione caratteristica*?
Il *flusso di cassa netto della gestione caratteristica* è dato dall’*utile netto* (*Margine Operativo Netto*, MON), sommato ai costi non monetari (*no cash*), cui si sottrae la variazione del *capitale circolante netto*.
Oltre ai reali flussi di cassa occorre perciò anche tener conto delle *riserve* (che non sono un fenomeno finanziario immediato), degli *ammortamenti* e degli accantonamenti.
Quesito 58: Che cos’è il *Capitale Circolante Netto Operativo* dell’impresa?
Con *Capitale Circolante Netto Operativo* (CCNO) si definisce la differenza tra le attività e le passività registrate in *Stato Patrimoniale* (SP) e legate alla gestione caratteristica dell’impresa. Le principali attività sono i crediti commerciali e le rimanenze (anche se sono un fenomeno finanziario non immediato), mentre tra le passività i debiti commerciali e il *Trattamento di Fine Rapporto* (TFR).
Quesito 59: Da dove arriva la liquidità dovuta agli *ammortamenti*?
La liquidità dovuta agli *ammortamenti* deriva dagli investimenti effettuati negli esercizi precedenti; dal punto di vista finanziario dai ricavi che quegli investimenti hanno prodotto (nella misura in cui sono riusciti a farlo).
Quesito 60: A cosa serve l’analisi degli *indici di bilancio*?
L’analisi degli *indici di bilancio* è fondamentale per avere una valutazione delle capacità reddituali dell’impresa e valutare la corrispondenza tra le sue attività e le fonti finanziarie. Inoltre è ciò che permette di effettuare confronti omogenei tra due esercizi della stessa impresa, o tra gli esercizi correnti di imprese diverse con caratteristiche simili.
Quesito 61: Che cos’è il *valore aggiunto lordo*?
Il *valore aggiunto lordo* è la differenza tra il valore della produzione e i costi esterni, esprime quindi quanto l’impresa ha valorizzato la sua attività al netto dei beni e servizi acquistati dall’esterno.
Il *valore aggiunto lordo* è la differenza tra il valore della produzione e i costi esterni, esprime quindi il contributo dell’impresa al sistema economico (la sua capacità di rivalutazione al netto del *buy*).
Quesito 62: L’utile ante imposte può essere minore dell’utile netto?
Sì, può accadere che sia minore dell’utile netto perché il saldo della gestione fiscale può essere positivo, a causa di determinati meccanismi di pagamento (come pagamenti anticipati cui possono seguire rimborsi fiscali).
Quesito 63: Chi è interessato a valutare gli *indici di liquidità* di un’impresa?
Gli *indici di liquidità* indicano la capacità dell’impresa di onorare i debiti a breve periodo; sono quindi in primo luogo interessati alla loro valutazione: creditori, fornitori e dipendenti.
Quesito 64: Perché sono importanti gli *indici patrimoniali-finanziari*?
Gli *indici di patrimonializzazione* misurano la solidità e autonomia dell’impresa: la capacità di resistere a *shock* esterni e di realizzare investimenti (rappresentano indirettamente una garanzia per tutti i creditori).
Quesito 65: Perché accordi internazionali (tipo Basilea) tendono a imporre maggior capitalizzazione (per esempio con aumenti di capitale)?
Gli accordi internazionali tendono a imporre maggior presenza di capitalizzazione perché in questo modo l'impresa ha maggiori capacità di resistere a *shock* esterni (evitando rischi di *default*) e fare investimenti essendo aggressiva nel mercato (*merger & acquisition*).
Quesito 66: Come si capitalizza un’impresa?
Vi sono vari modi per capitalizzare un’impresa. Il primo metodo è ricorrere ad un finanziamento da parte dei soci; qualora esso non sia praticabile, si può ricorrere ad un *aumento di capitale* in cui siano coinvolti terzi (ingresso di nuovi soci), che però potrebbe portare a problemi di *governance* (destabilizzazioni nel controllo dell’impresa). Il metodo migliore, ma anche il più difficile da realizzare, è quello dell’*autofinanziamento*: produrre utili che vengano reinvestiti nell’impresa stessa. Si può pensare di ricorrere al mercato borsistico (*offerta pubblica d'acquisto*, OPA), che può consentire di non mettere in discussione il controllo della società; questa operazione viene vigilata dall’agenzia indipendente CONSOB, che ha il compito di evitare che i piccoli risparmiatori vengano danneggiati a causa dell’*asimmetria informativa*.
Quesito 67: Cosa si intende con *bilancio consolidato*?
Il *bilancio consolidato* è un bilancio in cui si elidono le duplicazioni (attraverso l’eliminazione di transazioni inter-gruppo) che derivano dall’aggregazione di più bilanci. Il *Codice Civile* determina i *principi contabili* che definiscono ciò che va interpretato come consolidato.
Quesito 68: Qual è l’indicatore di bilancio con cui si confronta il *ROD* dell’impresa? E delle amministrazioni pubbliche?
Il *Return On Debt* (ROD) è l’indicatore reddituale che rapporta gli oneri finanziari al valore complessivo dei mezzi di terzi onerosi: è il costo del debito (costo del capitale preso a prestito). Nelle imprese viene confrontato con il *Return On Investment* (ROI) (indicatore del rendimento degli investimenti), nelle amministrazioni pubbliche con il *Prodotto Interno Lordo* (PIL) (valore della produzione delle aziende del paese). Il valore del PIL in senso lato misura il rendimento delle attività dello stato, dato che è sugli utili delle imprese che vengono calcolate le imposte annuali. Se il suo tasso di crescita supera il ROD il paese si sta indebitando, ma grazie a ciò riesce a sostenere investimenti redditizi (aumenta il gettito derivante dal fisco, senza dover aggiungere nuove tasse o imposte), se avviene l'inverso l'indebitamento non produce nulla.
Quesito 70: Cosa si intende con “*leva finanziaria*”?
L’effetto *leva finanziaria* è quel fenomeno che dà all’impresa l’opportunità di creazione di valore a prescindere dal capitale proprio. Dall’espressione ROE = ROI + D/E (ROI – r) si evince che il termine (*Debt/Equity*, D/E) genera l’effetto leva, in quanto accresce o decresce l’importanza della differenza ROI - r.
Se ROI > r (*effetto leva positiva*) la gestione delle risorse operative è efficace ed efficiente e, quindi, conviene indebitarsi. Tuttavia è comunque utile capitalizzare l’impresa, così da rendersi progressivamente meno dipendenti dall’esterno.
Quesito 71: Quali sono le modalità per far sì che il *ROI* sia maggiore del *tasso d'interesse medio*?
Considerando che il *tasso d'interesse* dipende soprattutto dai mercati finanziari (si deve comunque cercare di ottenere il minimo tasso, anche attraverso un aumento della propria credibilità), è necessario massimizzare il *Return On Investment* (ROI) ottimizzando il *Margine Operativo Netto* (MON) ovvero diminuendo i costi di produzione (mentre i ricavi sono una variabile più esogena).
Quesito 72: È necessario che l’impresa abbia il capitale proprio maggiore del capitale di debito?
Per un’impresa non è necessario avere capitale proprio maggiore del capitale di debito (a cui ricorre tramite terzi), ma le imprese poco capitalizzate in proprio dipendono dal capitale esterno. Ricorrere al capitale di terzi non è un problema quando il *Return On Investment* (ROI) è maggiore del *tasso d'interesse medio*, che è la condizione per cui si ha *leva finanziaria positiva*. Un’impresa capitalizzata può far fronte a situazioni di crisi in cui il ROI è minore del *tasso d'interesse*.
Quesito 73: Qual è la relazione tra *ROI* e *ROE* e quando il secondo risulta essere superiore al primo?
La relazione è descritta dalla formula: *Return On Equity* (ROE) = *Return On Investment* (ROI) + *Debt/Equity* (D/E) (ROI – r), in cui si suppone pressione fiscale nulla, né oneri o proventi finanziari. È chiaro che il ROE è pari al ROI più un termine dipendente dalla struttura finanziaria. Il ROE sarà superiore al ROI nel caso in cui sia la differenza (ROI – r) è elevata, ovvero la *leva finanziaria* è positiva e quindi la gestione operativa è efficace ed efficiente, sia il rapporto D/E (l’indice dell'indipendenza finanziaria) è positivo.
Quesito 74: Perché un euro investito oggi vale di più di un euro investito domani?
Un euro investito oggi vale più di un euro investito domani perché nel primo caso si deve considerare l’entità del *costo opportunità* derivante dalla rinuncia ad investire in altre attività.
Quesito 75: Cosa significa *costo affondato* (*sunk cost*)?
Un *costo affondato* (*sunk cost*) è un costo effettuato che non è in ogni caso recuperabile. Un esempio di *costo affondato* è quello associato agli studi di fattibilità degli investimenti: le spese sono sostenute ancor prima di prendere una decisione sull’investimento, che venga effettuato o meno. I costi irrecuperabili non devono essere presi in considerazione quando si compiono decisioni razionali circa le scelte di investimento.
Quesito 76: Perché nell’analisi d’investimento pluriennale non si tiene conto dei *costi affondati*?
Non si tiene conto dei *costi affondati* perché sono spese già sostenute a prescindere dalla scelta relativa all’investimento, non più recuperabili. Includerli nell’analisi d’investimento potrebbe portare a valutazioni sbagliate. Sarebbe un errore, tuttavia, non ritenerli rilevanti: spesso spingono l’impresa a effettuare investimenti che non avrebbe dovuto accettare, in virtù degli alti *costi affondati* sostenuti.
Quesito 77: Che cos’è il *Valore Attuale Netto* (VAN)?
Il *Valore Attuale Netto* (VAN) è un indice che definisce il valore attuale di una serie di flussi di cassa attualizzandoli sulla base del tasso di rendimento. Confrontando il VAN di due o più investimenti alternativi si riesce a valutare l'opzione più vantaggiosa attraverso il meccanismo dell'attualizzazione dei costi e dei ricavi, che prevede il ricondurre ad un medesimo orizzonte temporale i flussi di cassa che si manifesterebbero in momenti diversi e che quindi di norma non sarebbero direttamente confrontabili.
Occorre scegliere l’investimento caratterizzato dal VAN più alto, ovvero i flussi di cassa netti più elevati.
Quesito 78: Perché l’analisi e la valutazione dell’investimento, che pure rivestono un aspetto strategico nelle scelte aziendali, sono particolarmente complesse?
La complessità dell’analisi e della valutazione dell’investimento non risiede nella complessità degli indici, ma nel fatto che essi si fondano su concetti che incorporano due problemi rilevanti: l’attualizzazione dei flussi di cassa (è importante la scelta del *tasso d'interesse*) e, in senso più ampio, dal *costo opportunità imprenditoriale* che tiene conto del *costo opportunità semplice* e del *rischio d'impresa*. Occorre anche tener conto che, più l'investimento ha natura innovativa, più è difficile prevedere quali possano essere i suoi
Governance, Organizzazione e Strategia Aziendale
Quesito 8: Qual è il problema di *governance* che deve affrontare qualsiasi impresa?
Per *governance* si intende chi assume le decisioni e come queste vengono assunte.
Il problema della *governance* è che, fisiologicamente, ogni soggetto dell'impresa, oltre all'obiettivo principale dell'organizzazione, persegue anche uno o più obiettivi personalistici (*self-interested*); questi ultimi talvolta possono essere in contraddizione con l'obiettivo principale.
Quesito 9: Qual è il costo dell'attività universitaria per gli studenti?
Il costo dell'attività universitaria è composto da *costi diretti* (pagamento delle tasse, acquisto di libri e materiale, alloggio e/o mezzi di trasporto, ecc.) e dal *costo opportunità* (rinuncia al reddito che potrebbe derivare dall’attività lavorativa alternativa).
Quesito 10: Perché la *governance* dell'impresa si complica?
Il modello tradizionale"proprietario = controll" delle piccole-medie imprese è talvolta messo in discussione da due fenomeni:
- La *separazione tra proprietà e controllo*, che avviene per effetto di deleghe rese necessarie dalla complicazione o dalla dimensione del processo produttivo (*franchising*, imprese multinazionali, ecc.).
- La *diluizione (diffusione) della proprietà*, in quanto la crescita dell’impresa rende necessaria la crescita della capitalizzazione che può portare all'ingresso di nuovi soci, facendo ricorso al mercato "imprese a proprietà diffus").
Una conseguenza di questo fenomeno è l'accrescimento del potere del *management*, che oggi assume un valore a volte più importante della proprietà stessa.
Quesito 11: Qual è il problema principale della *corporate governance*?
La *corporate governance* è il sistema di strumenti attraverso cui la proprietà mantiene il controllo sul *management*.
Il primo strumento di controllo è l'inclusione, all'interno del *consiglio d'amministrazione*, di esperti e consiglieri indipendenti (dagli interessi dei *manager*) che hanno il compito di controllarne l'operato.
Viene poi creata la cosiddetta “*governance duale*” con l’istituzione di un comitato di vigilanza, che non ha potere gestionale (infatti al suo interno non sono presenti né *manager*, né delegati) ma il solo compito di far sì che l'operato del CdA sia il più conforme possibile agli interessi dei soci. Stesso obiettivo hanno gli strumenti di controllo incentivanti, come la remunerazione attraverso le *stock option* (il *manager* riceve come premio per il suo operato delle azioni dell'azienda, diventandone quindi anche proprietario).
Quesito 12: Qual è la differenza tra *società di capitale* e le altre forme giuridiche di società?
La differenza tra i vari tipi di società risiede nella tipologia della responsabilità dei soci in relazione agli obblighi dell'azienda verso i creditori, in particolare nelle procedure che seguono al suo fallimento.
La *società di capitale* nasce con l'intento di delimitare il rischio dei proprietari, in modo che non venga disincentivata la loro capacità imprenditoriale; proprietario e impresa sono due persone giuridiche diverse e le obbligazioni assunte dall'impresa vengono coperte unicamente dal capitale sociale. Quest'ultimo, perciò, deve essere sempre proporzionale allo sviluppo dell'impresa, altrimenti nella pratica i creditori potranno richiedere delle garanzie aggiuntive (*fideiussioni*) che si basino anche sul capitale personale del proprietario.
Altre imprese (individuali o *società di persone*) hanno invece responsabilità illimitata; si sceglie di formare questa seconda tipologia quando il rischio correlato all'attività economica è basso.
Quesito 41: Come si definiscono i sistemi economici attuali?
I sistemi economici attuali non si possono più definire come sistemi di mercato, ma piuttosto come *sistemi di organizzazioni* (H. Simon). Questo passaggio è reso evidente dal fatto che, se sono aumentati gli scambi di mercato, nello stesso periodo sono aumentati anche, e in misura maggiore, gli scambi interni alle organizzazioni. Questo porta all'instaurazione di una “*mano visibile*” accanto alla “*mano invisibile*” del mercato (definita da Adam Smith).
Il rapporto tra i soggetti interni alle organizzazioni non è regolato dalle logiche del mercato (prezzi), bensì da regole e norme. La crescita strutturale di queste organizzazioni ha un andamento a fisarmonica: alternano scelte verticalizzanti (internalizzano funzioni, limitando gli scambi di mercato e aumentando gli scambi interni) a scelte decentralizzanti.
Quesito 42: Da che cosa è determinata la scelta tra i mercati e le organizzazioni?
Questa è esattamente la scelta di “*make or buy*” che deve porsi ogni impresa. L'unità di misura che permette di mettere a confronto i due sistemi è l'efficienza che l'una o l'altra strategia sono in grado di offrire.
L'efficienza di un sistema economico può essere misurata attraverso l’analisi della *teoria dei costi di transazione* e della *teoria economica dell’informazione*.
Quesito 43: Perché esistono organizzazioni differenti e quali sono i criteri per scegliere tra loro?
Esistono molti tipi di organizzazioni (imprese *profit* e *not for profit*, cooperative, burocrazie pubbliche, ecc.) e sono tra loro molto diverse: il loro unico punto di contatto è il fatto di avere rapporti interni regolati da norme. Secondo Hansmann si distinguono per le modalità con cui diverse categorie di soggetti si rapportano con essa: i *proprietari* e gli *associati*. Tra le diverse organizzazioni risulta la più efficiente quella che minimizza la somma dei *costi monetari* e di *transazione*.
Quesito 44: Com'è possibile guidare i membri di un'organizzazione verso il raggiungimento dei fini dell'organizzazione?
Mentre nel mercato è la “*mano invisibile*” (incarnata dagli istinti di ogni soggetto) a regolare il comportamento generale del sistema, nelle organizzazioni questo meccanismo deve essere sostituito da un insieme di procedure e incentivi. Solo una minima parte degli attori interni è interessata al risultato dell'organizzazione, mentre talvolta si hanno addirittura interessi diversi e contrapposti ad esso.
Per guidare i membri verso il raggiungimento dei fini dell'organizzazione occorre definire, descrivere, certificare i meccanismi che sostituiscano l'interesse di mercato, attraverso l'uso di incentivi finanziari e non. Ciò significa che questa definizione di regole può essere un processo economico, ma non è necessariamente tale: occorre trovare un mix di incentivi adatti alle caratteristiche dei membri.
Quesito 47: Cosa spiega i comportamenti delle organizzazioni?
Il funzionamento delle organizzazioni è regolato dal sistema dei *diritti di proprietà*, ovvero l'insieme degli incentivi e delle penalizzazioni, che stabiliscono ciò che è permesso o non è permesso fare.
Quando viene definita una struttura di questo genere il comportamento degli individui ne è inevitabilmente influenzato, e con esso il comportamento dell'organizzazione stessa.
Queste regole non corrispondono a principi etici, sono solo strumentali al raggiungimento del fine e vengono definite convenzionalmente: sono scelte non perché siano le norme migliori possibili, ma perché, dopo aver valutato l'insieme degli effetti che comportano (non esiste sistema che non abbia effetti distorsivi, magari anche opposti al fine che si persegue), risultano le migliori per la realizzazione degli obiettivi.
Sono tanto più importanti quanto meno morde il meccanismo di mercato, ma risultano veramente efficienti solo se vengono imposte con autorevolezza: la struttura deve essere enunciata e rispettata in modo credibile, vanno definiti strumenti di verifica e sanzioni nei casi di trasgressione.
Quesito 48: Qual è la differenza tra la *reputazione* e la *segnalazione*?
La differenza sostanziale tra *reputazione* e *segnalazione* è che la *reputazione* è conseguenza di uno scambio diretto mentre i meccanismi di *segnalazione* esterna sono effettuati da soggetti terzi.
Quesito 49: Cos’è la *teoria dell'agenzia* o del mandato?
Si definisce *relazione d'agenzia* un contratto in base a cui una o più persone (il *principale*) obbligano altre (*agente*) a ricoprire per loro conto una data mansione, che implica una delega di potere.
La *teoria dell'agenzia* studia i problemi che emergono a causa della divergenza d'interessi che può emergere tra le parti della delega e dell'inevitabile *asimmetria informativa* che il rapporto crea (il *principale* non è in grado di controllare completamente l'*agente*, non ne ha il tempo né le competenze per farlo).
Per risolvere il problema è necessario determinare un insieme di *diritti di proprietà* che spingano l'*agente* ad adottare comportamenti compatibili con il raggiungimento degli obiettivi del *principale*.
Quesito 50: Illustrare i contratti impliciti di *reputazione* e *segnalazione*, definendone le caratteristiche e illustrandoli con esempi.
Con *reputazione* si intende un contratto implicito, conseguenza di uno scambio diretto, avente valore economico: è la qualità di un prodotto o della prestazione garante delle vendite future; si minimizzano i *costi di transazione* e di *asimmetria informativa* in base alla qualità del servizio ottenuto. Le *segnalazioni* sono contratti impliciti fondati su meccanismi esogeni a cui corrispondono caratteristiche di imparzialità e indipendenza.
Quesito 51: Come si identificano il *proprietario* di un’organizzazione e l’*associato* all’organizzazione?
Hansmann individua due tipi di soggetti all’interno dell’organizzazione: il *proprietario* e l’*associato*.
Il *proprietario* è colui che ha il *diritto all’appropriazione del residuo* e il *diritto al controllo* secondo le regole del diritto civile (azionista ordinario o privilegiato) o dei *patti di sindacato*. L’*associato* è colui che fornisce all’organizzazione fattori produttivi o ne acquista i prodotti; dipendenti, sub-fornitori e clienti si distinguono dal resto degli *stakeholders* per il maggior grado d’interesse nei confronti dell’andamento dell’impresa.
Per individuarli occorre analizzare le regole che presidiano i *diritti di proprietà* nelle forme scritte e nelle prassi.
Quesito 52: Qual è il principale problema di ogni impresa e quali sono le modalità e gli strumenti per ovviarvi?
Il problema di ogni impresa è la *governance* poiché, fisiologicamente, ogni attore persegue oltre all’obiettivo dell’impresa obiettivi *self-interested*. Per ovviare al problema si è costituita una struttura convenzionale di incentivi e penalizzazioni indipendente dall’*effetto ricchezza*: i *diritti di proprietà*.
Quesito 53: Cosa è l’impresa e quali sono le ragioni e le motivazioni della sua esistenza?
L’impresa è un'attività economica organizzata, diretta alla produzione di beni e servizi (peccando di interdipendenza). La sua caratteristica principale è la capacità di permettere la *specializzazione del lavoro* (avente straordinaria forza autopropulsiva) e la capacità di affrontare il rischio, favorita da uno schema fondato sul mercato. Attività con queste caratteristiche esistono perché minimizzano i *costi di transazione* e di *informazione* rispondendo all’esigenza di guidare i soci verso il soddisfacimento dei fini dell’impresa.
Quesito 54: Chi è il proprietario dell’università pubblica “Sapienza” di Roma?
La Sapienza è un’università, ovvero un’impresa *not for profit*, nella quale gli utili vengono messi a riserva e l’allocazione delle risorse viene gestita dal Senato Accademico e dal CdA secondo quanto definito nei *diritti di proprietà* (all’interno dello statuto). Gli organi di governo sono eletti per la maggior parte da docenti e di conseguenza la Sapienza è una cooperativa di produzione in cui i proprietari sono degli *associati* (dei docenti). Questa forma di organizzazione è conseguenza di *razionalità politica* (Art. 33-34 della Costituzione). Al fine di garantire l’autonomia della didattica e della ricerca questo può portare alla destinazione delle risorse per interessi individuali dei membri degli organi di governo, cui si cerca di ovviare con incentivi e penalizzazioni.
Quesito 55: Quando si studiano i *diritti di proprietà* quali valutazioni si devono effettuare?
Quando si studiano i *diritti di proprietà* si devono valutare i sistemi di incentivi e penalizzazioni espliciti e latenti sottesi ad essi. Quando si determinano effetti non desiderati si attuano contromisure (a meno che non siano già presenti in modo latente, come con la *reputazione*).
Quesito 69: Cos’è la *politica di bilancio*?
La *politica di bilancio* è l’insieme degli strumenti, con margini di discrezionalità, che il *management* dell’impresa può applicare nella redazione del bilancio. È rilevante nell’analisi, in particolare in quella effettuata dagli organi di controllo (ad esempio, *collegio sindacale* e *società di revisione*): dai *principi contabili* adottati nei precedenti esercizi si può capire la coerenza di attività nel tempo, individuando eventuali irregolarità.
Casi e Concetti Economici Specifici
Quesito 14: Qual è l’unità di misura del tempo di uno studente universitario?
L’unità di misura del tempo di uno studente universitario è il *credito formativo universitario* (CFU), pari a 25 ore.
Quesito 16: Perché si mangia male in UK?
Il Regno Unito è stata la prima nazione che ha intrapreso la strada della *specializzazione del lavoro*: a partire dalla *Rivoluzione Industriale* del '700, ha sviluppato solo i settori produttivi industriali, tralasciandone altri (soprattutto quello agricolo).
Questo gli permise di scambiare a più alto valore i suoi prodotti, ma d’altra parte lo sottopose all’inevitabile problema della dipendenza dall’esterno; la decisione fu sostenuta soprattutto grazie alla presenza delle colonie (oggi Commonwealth), che garantivano gli approvvigionamenti, e alla presenza di un clima non favorevole a un'economia basata sul settore agricolo (costi di produzione elevati a basso rendimento).
Quesito 17: Perché il Regno Unito non ha aderito all'Euro e contrasta molte azioni comunitarie?
L'Unione Europea (UE) ha tutelato e protetto nel corso degli anni il settore agricolo con sussidi derivati dalle tasse prelevate da ogni Stato membro dell’Unione (in totale vi investe il 50% dei suoi fondi).
Questa politica è seguita anche ora, per incentivare una produzione che rischia di sparire, a causa del clima e delle caratteristiche del territorio europeo; fu scelta per evitare la dipendenza da Stati non membri per l'approvvigionamento alimentare.
Ovviamente questo non favorisce il Regno Unito, che per motivi storici ha abbandonato l'agricoltura, e che quindi paga contributi all’UE che non rientrano come incentivi alla propria economia.
In poche parole, il Regno Unito non aderisce alla UE perché si “mangia male”.
Quesito 33: Perché nel settore pubblico si applicano i meccanismi della *contabilità finanziaria* in *partita semplice* e nelle imprese private invece si applicano quelli della *Contabilità Economico-Patrimoniale* (CEP) in *partita doppia*?
Il diverso tipo di contabilità tra pubblico e privato deriva innanzitutto dal diverso modo di ottenere risorse: l'Amministrazione Pubblica ha principalmente nelle imposte la sua entrata (con il *pareggio di bilancio* come unico vincolo dell'esercizio); la *contabilità finanziaria* tiene conto solo degli eventi numerari (finanziari), e si gestisce con una *partita semplice*.
Il privato, invece, ha bisogno di produrre ricchezza non avendo poteri coercitivi da esercitare per far aumentare le sue entrate. Per questo motivo la contabilità d’impresa privata ha bisogno di un meccanismo più sofisticato (la *partita doppia*).
La *Contabilità Economico-Patrimoniale* (CEP) si basa principalmente sugli eventi economici (momenti in cui le transazioni hanno effetto), ma deve tenere conto contemporaneamente degli eventi finanziari (momenti in cui sono registrati i flussi di cassa): l'impresa deve puntare ad aumentare il suo valore, ma contemporaneamente stare attenta a che sia curato il fabbisogno di cassa.
Quesito 45: Cos’è il *costo di transazione*?
Tutte le operazioni economiche sono contraddistinte da un costo totale, determinato dalla somma del *costo monetario* e del *costo di transazione*.
Con *costo di transazione* si intende l'insieme dei costi non monetari (di tempo, di informazione, ecc.) preliminari e necessari allo scambio; questi vengono valorizzati in termini di tempo, a sua volta misurato in base al *costo opportunità* (reddito che si sarebbe potuto produrre occupando quel tempo con un'occupazione alternativa).
Per uno stesso scambio individui diversi possono avere *costi opportunità* diversi: questo implica che abbiano anche diversi *costi di transazione* (pur dovendo usare la stessa unità di tempo).
Talvolta il *costo di transazione* è superiore al *costo monetario* e in ogni caso influenza le scelte degli individui.
L’impresa nasce come risposta all’esistenza dei *costi di transazione*: le organizzazioni, verticalizzando gli scambi, riducono questo tipo di costi al minimo. Ciò vale sotto l’ipotesi di assenza di *effetto ricchezza*: non ci dev’essere un budget limitato che modifichi l’*asset* delle scelte.
Quesito 46: Nella ristrutturazione di una casa, quali sono i costi?
Nella ristrutturazione di una casa si deve tener conto del *costo monetario* dell'operazione, ma non bisogna dimenticare che ad essa è associato anche un *costo di transazione*. Questo si esemplifica nel tempo necessario alla scelta delle ditte cui affidare il lavoro, dei materiali, dei mobili e di ogni rifinitura.
Alla fine è questo *costo di transazione* ad essere particolarmente rilevante e si preferirà scegliere case già ristrutturate proprio in relazione a questi.