Il Processo di Consumazione del Reato: Fasi, Tentativo e Desistenza
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Il Processo di Consumazione del Reato
L'iter criminis, ovvero il percorso che porta alla consumazione di un reato, si articola in diverse fasi, da quelle puramente soggettive alla piena realizzazione degli atti previsti dalla legge.
Fasi del Reato
La commissione di un reato può essere visualizzata come un processo generale composto dalle seguenti fasi:
Fase Interna
Questa fase comprende il processo di ideazione, deliberazione e decisione di commettere l'atto criminale. Si svolge interamente nella psiche dell'agente. Finché il reato non supera questa fase interna, l'autore non ha compiuto "passi" che trascendono la sua sfera psichica.
Fase Esterna: Atti Preparatori
Include gli "atti preparatori", gli atti esecutivi, il tentativo, e il reato consumato. La fase esterna inizia con la preparazione, in cui l'autore ricerca gli strumenti per commettere il crimine o si posiziona strategicamente.
Il Tentativo
Il tentativo di un delitto si verifica quando l'azione criminosa si interrompe prima di raggiungere il grado di completamento, ovvero prima di aver completato l'azione tipica. Secondo l'art. 42 c.p., è considerato autore di un tentativo "chi, al fine di commettere un delitto, ne comincia l'esecuzione, ma non lo consuma per circostanze indipendenti dalla propria volontà."
Teorie del Tentativo
Teoria Oggettiva: Il tentativo è punito per il pericolo che rappresenta per la legge. Questa è la visione tradizionale accettata dalla dottrina italiana.
Teoria Soggettiva: Pur richiedendo una manifestazione oggettiva, questa teoria punisce il tentativo perché l'autore ha agito intenzionalmente, esprimendo la sua volontà contraria alla legge.
La prima teoria non includerebbe nel tentativo il cosiddetto reato impossibile (in cui la legge non può essere messa in pericolo), mentre la seconda porterebbe alla punizione del tentativo con minore intensità rispetto al reato consumato.
Distinzione tra Atti Esecutivi e Atti Preparatori
Tendenza Oggettiva: Gli atti esecutivi sono quelli che danno inizio all'azione tipica, cioè all'esecuzione di un'attività descritta dal verbo principale della norma incriminatrice.
Tendenza Soggettivo-Oggettiva: È sufficiente che l'autore compia atti pertinenti all'attività criminosa che ha in mente, anche se non iniziano l'azione tipica. Questa teoria amplia il concetto di azione esecutiva, includendo atti che nella teoria oggettiva sarebbero considerati meramente preparatori.
Reato Tentato e Reato Frustrato
Delitto Tentato (Tentativo Incompiuto): L'autore non ha completato tutte le attività (o il corso dell'omissione) necessarie per la consumazione del reato. L'azione può essere interrotta volontariamente dall'autore stesso (es. un ladro che, dopo essere entrato in una casa, decide di non rubare nulla).
Reato Frustrato (Tentativo Compiuto): L'autore ha completato tutte le attività necessarie, ma il reato non si consuma per circostanze indipendenti dalla sua volontà (es. un ladro che spara alla vittima, ma questa sopravvive grazie all'intervento medico).
La Desistenza
La desistenza è l'abbandono volontario, definitivo e tempestivo del proposito criminoso da parte dell'autore. Deve essere volontaria, non imposta da circostanze oggettive o soggettive che ostacolano l'azione. È definitiva quando l'autore abbandona completamente il piano criminale e non lo sostituisce con uno simile, né lo rinvia. È tempestiva quando l'abbandono avviene prima della consumazione del reato.
La desistenza ha un effetto di scusa absolutoria: l'autore del tentativo non è punibile per il tentativo, ma rimane responsabile per eventuali reati già consumati (es. chi ferisce una persona e poi desiste dall'ucciderla, non è punibile per tentato omicidio, ma per lesioni).