Prospettive Chiave in Psicologia: Sviluppo, Ambiente e Influenza Mediatica
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L'approccio storico-sociale.
Si propone di spiegare lo sviluppo dei **processi psicologici superiori** basandosi sulla spiegazione marxista della realtà, ovvero sulla realtà biologica e sul comportamento osservabile, fondati sul materialismo. In questa **corrente**, ogni processo psicologico dovrebbe essere studiato come risultato dell'**interazione con l'ambiente**, essendo influenzato dal **contesto storico e culturale** e scartando ogni concezione nativista. Lev Vygotskij ha proposto la sua **teoria culturale o storico-sociale** basata su ideali marxisti e sull'obiettivo di raggiungere il 'paradiso comunista'. Propone un'analisi delle **basi fisiologiche** di ogni funzione psicologica e un'analisi degli effetti del contesto sociale e storico sul comportamento e sui nuovi obiettivi. La sua teoria è soprattutto un **approccio culturale** nella costruzione della persona. Difende la teoria secondo cui, se non si nasce in un gruppo, non si sarà umani in cultura, e sviluppa un interesse particolare per il **processo di cambiamento**, i **processi psicologici** e la loro **evoluzione**. La scuola fondata sui principi neurobiologici accetta i termini di **consapevolezza**, che è un aspetto unico degli esseri umani ed è costruita attraverso il **linguaggio** e il **simbolismo**. La **coscienza** ci permette di avere un **concetto di sé** attraverso la costruzione di **significato**, quest'ultimo più importante del significante, e il significato è socialmente condiviso. Per Vygotskij, la nostra coscienza è in primo luogo **interindividuale** (culturale) e poi **intraindividuale** (interiorizzata per formare il nostro concetto di sé). Le **risorse interne** sono in costruzione da parte del soggetto durante tutto il suo sviluppo e dipendono in larga misura dal **contesto sociale** in cui vive il soggetto. La **cooperazione sociale**, secondo Vygotskij, permette ai bambini di interiorizzare le **norme sociali** e i **pensieri**, facendoli propri. La principale differenza rispetto alla teoria di Piaget sulla coscienza è che, per Piaget, abbiamo prima l'intra (interno) e poi l'altro (culturale). Proprio il contrario di quanto proposto da Vygotskij:
- Vygotskij: **Linguaggio socializzato** → **discorso egocentrico** → **discorso interno**
- Piaget: **Linguaggio pre-sociale** → **linguaggio egocentrico** → **linguaggio socializzato**
Egli ha sottolineato l'uso della sua teoria nel campo **educativo**. Così, Vygotskij ha proposto un sistema di **tutoring** basato su una relazione asimmetrica, in cui le persone con più conoscenze guidano e dirigono l'apprendimento di quelle con meno conoscenze. Per questo motivo, tutte le persone potrebbero aiutarsi a vicenda per formare una **cooperazione sociale**, acquisendo talvolta il ruolo di insegnante e altre volte quello di studente. Questi **tutorial** (che ci permettono di fare ciò che non si può raggiungere da soli) permettono al bambino di attraversare la **Zona di Sviluppo Prossimale (ZSP)**, ovvero il divario tra il livello effettivo di sviluppo e il livello di sviluppo potenziale.
Livello effettivo di sviluppo → **Zona di Sviluppo Prossimale (ZSP)** → Livello di sviluppo potenziale
La teoria ha ricevuto diverse critiche, come l'uso di un **relativismo eccessivo** (spiegazione del comportamento a seconda della cultura in cui si nasce) e l'esclusione di un **universale** (l'idea che possano esistere comportamenti comuni nelle diverse culture). Infine, si è eccessivamente incentrato sul **linguaggio**, dando meno importanza all'informazione emotiva e alla **comunicazione non verbale** nello sviluppo del nostro concetto di sé.
Approccio alla psicologia ambientale e tipi di studio.
La **psicologia ambientale** è lo studio del comportamento umano in relazione con l'ambiente, inteso come spazio ordinato e definito dall'uomo. Si tratta di un campo relativamente nuovo della psicologia. Lo psicologo **Kurt Lewin** è stato uno dei primi a dare importanza al rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Il suo obiettivo era quello di determinare l'influenza che l'ambiente ha sulle persone, i rapporti che esse stabiliscono con esso, il modo di agire, reagire e organizzare l'ambiente. Secondo la psicologia ambientale, l'**ambiente** può essere definito come l'insieme dei contesti in cui il soggetto può svilupparsi (ad esempio, abitazioni, uffici, scuole, strade, ecc.), agendo più sul comportamento del gruppo che sui comportamenti individuali. Questo ramo della psicologia presenta cinque principi fondamentali da prendere in considerazione nello svolgimento di qualsiasi lavoro o ricerca:
- L'uomo è in grado di **modificare gli ambienti**.
- È necessario essere presenti in **tutti i contesti della vita quotidiana**.
- Considerare la persona e l'ambiente come una **singola entità**.
- L'individuo agisce in un ambiente e l'ambiente **influisce sulla persona**.
- Un'indagine o un intervento di questo tipo deve essere sempre effettuata con l'aiuto di **altre scienze**.
Gli **interventi** della psicologia ambientale si riferiscono al cambiamento di mentalità e di valori, all'apprendimento e all'educazione, allo sviluppo personale, così come all'azione comunitaria. Questa area ricerca preferibilmente metodi che coinvolgano attivamente le persone nella progettazione e nella cura dell'ambiente. L'influenza di un'area verde, la costruzione di un edificio, la progettazione degli spazi, le pareti di una stanza, una nuova strada a pochi metri da casa nostra: queste sono le **preoccupazioni della psicologia ambientale**. Si riferisce non solo allo spazio, ma anche alla **storia del luogo**, che è legata alla storia degli individui. La psicologia ambientale si occupa sia del contesto sia del modo in cui lo **spazio vitale** viene appropriato da coloro che lo abitano. L'ambiente non è solo uno spazio neutro, ma ha una **funzione reale** dal momento che è parte integrante del comportamento umano. Nello stile di vita in cui le persone vivono e si sviluppano, l'individuo cerca **identità** e luoghi sia nello sviluppo sociale, economico che culturale. L'ambiente ci parla degli individui, dei loro valori e interessi. Questa nozione comprende sia l'**ambiente naturale** (ecosistemi, risorse naturali, fenomeni naturali) sia l'**ambiente costruito** o integrato (habitat). Tra l'individuo e l'ambiente vi è un **rapporto dialettico** e una complessa interdipendenza, che coinvolgono i processi psicologici che riflettono questa interazione individuo-ambiente e sono regolati dall'unità del comportamento cognitivo e affettivo dell'individuo in relazione ad esso. I **processi cognitivi** in generale hanno la funzione di produrre una riflessione cognitiva della realtà da parte del soggetto, riproducendo al loro interno i rapporti psicologici e soggettivi e le proprietà oggettive della realtà. La maggior parte degli studi su questo processo sono stati sviluppati da approcci cognitivisti attraverso lo studio delle **mappe cognitive** che le persone si creano dell'ambiente. Le **mappe cognitive** sono personali e uniche; non costituiscono una riproduzione fedele della realtà oggettiva, ma sono personalizzate e influenzate dalla soggettività del soggetto, con conseguente costruzione di un'immagine caricata di significato personale. Per queste ragioni, si riscontrano spesso notevoli differenze nella struttura delle mappe individuali. Attraverso il loro studio, possiamo avvicinarci con maggiore precisione al modo in cui le persone conoscono e agiscono sull'ambiente a livello personale. La **coscienza ambientale** è un processo complesso che comprende la raccolta, l'analisi e la sistematizzazione di informazioni individuali dal proprio ambiente. Essendo di natura sociale, questo è un passo importante verso la comprensione attraverso azioni concrete, che a loro volta influenzano lo sviluppo di questa conoscenza. Gli studi in psicologia ambientale vanno da un polo **obiettivo**, quando hanno come oggetto aspetti specifici come il tasso di incidenti, il volume di traffico, i decibel, a un altro meno obiettivo, che indaga dettagli come: **senso di appartenenza**, **senso del luogo**, **appropriazione dello spazio**, **comfort visivo**, e così via. Inoltre, Holahan indica l'esistenza di diverse funzioni della **conoscenza ambientale**:
- L'**orientamento delle azioni degli individui**: Prendere decisioni su dove soddisfare le esigenze quotidiane dell'individuo.
Gli esseri umani sono costantemente di fronte a problemi di orientamento nella vita di tutti i giorni; senza la possibilità di individuare le risorse sociali necessarie, sarebbe impossibile agire, anche in compiti molto semplici. Sapere dove si trovano le risorse sociali e materiali necessarie per svolgere le azioni quotidiane, e quali sono gli attributi essenziali o le caratteristiche delle risorse o delle persone che si incontrano.
- Lo **sviluppo della comunicazione**: Un'altra funzione psicologica della conoscenza ambientale è quella di fornire una base per la comunicazione tra le persone in un dato ambiente. Questa funzione è emersa proprio quando l'uomo è stato costretto a una certa organizzazione sociale per adattarsi più efficacemente al proprio ambiente, emergendo come mediatore dell'attività.
La conoscenza ambientale presenta soprattutto una **natura storico-sociale**, in quanto comporta necessariamente l'appropriazione delle conoscenze acquisite nel corso della storia umana. Riflette anche l'ambiente, la stessa fonte di sviluppo e di altre funzioni psicologiche specificamente umane, soprattutto attraverso il **linguaggio**, che media la conoscenza e il pensiero umano.
L'approccio del ciclo di vita. (Domanda 4 pari)
Un nuovo contesto dello sviluppo di mezzi audiovisivi
I **mezzi audiovisivi di comunicazione di massa** sono diventati una fonte di influenza e di informazione personale che accompagna, modula e, talvolta, *sostituisce* le tradizioni come la famiglia e le istituzioni educative. Ma i media, in particolare la televisione, mantengono la loro influenza sugli individui per tutta la vita, contribuendo alla costruzione delle **rappresentazioni sociali**, alla visione stereotipata delle dimensioni del mondo sociale, al rifiuto o all'accettazione di valori e alla generazione di propensione o preferenza verso gruppi di persone. Molti danno per scontato che ciò che vedono attraverso lo schermo di una televisione sia la realtà, non rendendosi conto che la **realtà è mediata**. Si sta creando una **sfiducia** nella propria capacità di percepire la realtà direttamente. Non sembrano godere, non vivono senza il **supporto mediatico**. In una **società dei media**, i media influenzano lo sviluppo dei singoli e l'interazione con diversi contesti quali la famiglia, i coetanei, il quartiere, la scuola, la cultura del consumo. Il nostro lavoro e approccio presuppone l'influenza dei media a lungo termine, temperata da altre variabili dell'individuo stesso e del suo ambiente, senza dimenticare la struttura della produzione mediatica e le loro ideologie implicite ed esplicite. Nel mondo dei media in cui viviamo, il **primato dell'immagine** ha soppiantato la parola. Si verifica un'alterazione dello spazio e del tempo, per cui ogni volta è necessario meno tempo per coprire più spazio (ad esempio, grazie al telefono e alla rete). I media hanno creato un nuovo **spazio simbolico** dell'esperienza umana che si estende ben oltre i propri confini culturali, rendendo la radio e la televisione un mezzo attraverso cui un evento può essere vissuto in paesi lontani come se si vivesse da soli. Pertanto, il **panorama mediatico** ci permette di condividere eventi tra milioni di persone distanti tra loro (la guerra in diretta, entrare in empatia con le vittime di disastri naturali, calamità e partecipare emotivamente a eroici salvataggi). La capacità dei diversi **schermi audiovisivi** (televisione, cinema, computer, console, ecc.) di accelerare la realtà, informare, deformare, narrare ed emozionare è indiscutibile. Per capire gli effetti continui dei media su bambini, giovani e adulti, è necessario adottare un approccio meno meccanicistico e più critico, considerando che lo spettatore è un **attore attivo** davanti allo schermo, il mezzo è un **agente culturale** e la famiglia è una **variabile di mediazione** che svolge un ruolo chiave nell'influenzare il processo cognitivo del bambino. Lo studio degli effetti della televisione sui bambini e sui giovani non deve essere isolato dall'analisi del contesto familiare, che ne beneficia. È stato dimostrato che il **rapporto interpersonale** tende a essere sostituito, in generale, dai rapporti con i media. Ci sono poche interazioni familiari mentre si guarda la televisione, e queste non sono correlate con essa. La capacità di catturare l'attenzione degli schermi visivi in generale ha influenzato una minore interazione tra i membri delle famiglie. D'altra parte, ci sono tre aspetti che permettono di essere mossi dall'esperienza simbolica, non reale, presentata dagli audiovisivi, e sono:
- La **soppressione della capacità di incredulità** dello spettatore, agganciato allo schermo, a soffrire e ridere con i personaggi.
- L'**empatia**: contagio emotivo o percezione delle emozioni degli altri.
- L'**identificazione con i personaggi**: base della costruzione dell'identità. Imitare gli altri può portare all'attrazione verso un modello e quindi alla successiva identificazione.
Così, i temi che destano maggiori preoccupazioni per gli educatori sono:
- La **paura**: grazie alla capacità dello spettatore di prendere il posto dei personaggi e sentire come si sentono, a volte anche contro la loro volontà.
- Il **sesso**: è sempre più comune per bambini e adolescenti avere la televisione come prima fonte di informazioni sul sesso. Una programmazione disordinata, dove tutto è permesso, consente di programmare scene di sesso esplicito dove l'eccitazione sessuale dei personaggi può essere vista e percepita quasi in ogni momento, anche da bambini e giovani. Questo è più di una semplice educazione sessuale per bambini e giovani nelle loro classi o nelle loro famiglie; è una vera e propria scuola di espressione e di comportamento sessuale.
- La **violenza**: l'attrazione dei più piccoli verso questo genere deriva dalle caratteristiche di formattazione, ad esempio, musica ad alto volume, movimenti di macchina veloci, rapidi cambi di scena ed effetti sonori, che hanno fortemente attirato l'attenzione dei più piccoli, facilitando i processi di imitazione.
Si evidenzia inoltre il **potere persuasivo dei media** sugli spettatori attraverso un **percorso periferico**, in cui non vi è un'elaborazione cognitiva rigorosa, ma un semplice utilizzo emotivo che permette di raccontare storie per trasmettere atteggiamenti e promuovere comportamenti, proponendo modelli di persone che attraggono per il loro aspetto fisico, per la loro simpatia o per entrambe le cose. In sintesi, potremmo dire che i media interagiscono con altri contesti di sviluppo e con l'individualità dello spettatore, per modellare **atteggiamenti**, **credenze** e **conoscenze** che egli acquisisce durante tutta la sua vita.