Il Regno Visigoto in Spagna: Storia, Società e Unificazione della Penisola Iberica

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L'Eredità dei Visigoti: Continuità e Trasformazione nell'Impero Romano

I Visigoti rappresentano un elemento chiave nella continuità e trasformazione delle dinamiche economiche e politiche dello sviluppo sociale dell'Impero Romano, mantenendo elementi prevalenti dalla fase precedente.

Origini e Migrazioni: L'Arrivo dei Visigoti nella Penisola Iberica

I Visigoti erano un popolo germanico originario delle regioni a nord della valle del Danubio. A causa delle pressioni degli Unni, nel IV secolo, entrarono nelle terre dell'Impero Romano. Inizialmente si stabilirono nel sud della Gallia, dove formarono il Regno di Tolosa nel V secolo.

Nel 409, si verificò l'ingresso nella Penisola Iberica di Vandali, Svevi e Alani, che, attraversando i Pirenei, generarono un periodo di anarchia. Successivamente, i Visigoti si diressero dalla Gallia verso Roma per espellere le truppe insediate. Nell'anno 415, i Visigoti si stabilirono nella penisola, agendo inizialmente come foederati per conto dei Romani, tentando di ristabilire l'ordine.

Come risultato di queste incursioni del V secolo, diversi popoli si spartirono la Penisola Iberica:

  • Gli Svevi rimasero in Galizia.
  • Gli Alani furono sconfitti dai Visigoti.
  • I Vandali furono espulsi verso il Nord Africa, dove crearono un proprio impero.

Dopo il loro intervento, i Visigoti estesero il controllo sulla penisola, integrandola nel Regno di Tolosa. Tuttavia, nel 507, dopo essere stati sconfitti dai Franchi in Gallia (Battaglia di Vouillé), si ritirarono definitivamente nella penisola, dove crearono il Regno Visigoto con capitale a Toledo.

Il Consolidamento del Regno Visigoto (VI-VII Secolo)

Il VI e il VII secolo segnano il processo di unificazione territoriale e politica della penisola, con i Visigoti che assunsero il controllo sugli altri popoli che la popolavano: Svevi, Bizantini, Asturiani, Cantabrici e Baschi.

Le Minacce Esterne e la Riconquista

La presenza dei Visigoti fu minacciata dalle aspirazioni di Giustiniano I (imperatore bizantino) di ricostruire l'Impero Romano, il che portò l'Impero Bizantino a occupare la costa levantina e parti dell'Andalusia nel VI secolo.

Fu durante il regno di Leovigildo (fine VI secolo) che si verificò un rapido consolidamento politico e territoriale:

  • Gli Svevi furono sconfitti nel 585.
  • I Cantabrici e gli Asturiani furono sottomessi nel 580.

Solo nel 625 i Bizantini furono definitivamente sconfitti ed espulsi dalla penisola, mentre i Baschi rimasero una sfida costante, non essendo mai completamente sottomessi.

Il regno dei Visigoti dominò la penisola fino al 711, quando si verificò l'invasione musulmana dopo la Battaglia di Guadalete.

L'Unificazione Politica, Giuridica e Religiosa

I Visigoti crearono il primo Stato unificato e politicamente indipendente nella penisola.

Consolidamento del Potere Reale

L'instabilità politica era dovuta agli scontri tra la nobiltà per la conquista della corona, che raggiunse il suo culmine nel VI secolo, una debolezza sfruttata dai Bizantini. Questa situazione cominciò a cambiare con il regno di Leovigildo, che avviò un processo di consolidamento del potere reale, migliorando così l'unificazione territoriale.

Unificazione del Diritto

Un altro passo fondamentale fu l'unificazione del diritto con l'adozione del Liber Iudiciorum (o Codice di Reccesvindo) nel 654, un codice giuridico unico basato sul diritto romano. I Visigoti detenevano il potere politico, ma erano una minoranza sociale rispetto agli Ispano-Romani.

Unificazione Religiosa

Durante il regno di Reccaredo I si verificò la conversione al Cristianesimo niceno nel III Concilio di Toledo (589), e con essa l'unificazione religiosa. In precedenza, i Visigoti erano ariani. Iniziò così l'enorme importanza della Chiesa per il suo potere politico, l'influenza sociale e la partecipazione alle decisioni politiche.

La Società Visigota: Struttura e Economia

La struttura sociale dell'Impero Romano si mantenne e si sviluppò, adattandosi alle nuove realtà:

  • Aristocrazia: Era una minoranza, ma potente. La loro ricchezza era costituita dai latifondi, lavorati da coloni e schiavi. L'aristocrazia era impegnata in politica e nella lotta per il potere.
  • Contadini: Erano la maggioranza e di umili origini. I coloni lavoravano nei latifondi o erano piccoli proprietari.
  • Schiavi: Costituivano la base della forza lavoro non libera.

In seguito alla crisi finale dell'Impero Romano, le città erano in declino e la crisi del commercio favorì l'autosufficienza. La terra fu il fattore determinante della ricchezza, che era in gran parte nelle mani dei nobili, sia visigoti che ispano-romani.

I nobili affittavano la terra ai contadini liberi (Colonos). Molti piccoli proprietari cercarono la protezione dei nobili in cambio di cedere la loro terra o lavorare per loro. Nonostante ciò, la monarchia cercava di consolidare il proprio potere. La società visigota presentava caratteristiche che prefiguravano il modello sociale feudale.

L'Idea di Spagna: Un'Eredità Visigota

Nella Spagna visigota iniziò a prendere forma l'idea della Spagna come nazione indipendente con una propria unità politica e religiosa. Questo non significa che si sia assistito, nei secoli VI e VII, alla nascita della Nazione spagnola, ma fu la prima volta che tale possibilità fu forgiata, un'idea che si concretizzerà molti secoli dopo.

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