Riforma e Sviluppo della Scuola Unica Europea: Pedagogisti e Contesti Storici

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1. La Scuola Unica in Europa

La richiesta di istruzione pubblica, obbligatoria e gratuita, è un pilastro fondamentale.

«La storia della scuola non va solo da Platone a Pestalozzi o a Comenius, ma trova la sua espressione più specifica in Fichte e Condorcet.»

Per Luzuriaga, le tre caratteristiche essenziali della formazione unificata sono:

  • Nazionalizzazione;
  • Socializzazione;
  • Individualizzazione.

Gli insegnanti pionieri tedeschi furono in movimento per estendere e democratizzare la scuola unificata, dalla scuola elementare all'università.

Anche in Francia si riteneva che la separazione tra istruzione primaria, secondaria e superiore non avesse ragione di esistere. La soluzione è la scuola unica, capace di integrare tutti in una scuola pubblica, obbligatoria e gratuita.

Il movimento in Inghilterra verso l'estensione della scuola secondaria per tutti è stato guidato dall'obiettivo di livellare le differenze sociali esistenti e migliorare il tenore di vita della classe operaia.

Il movimento per la scuola unica europea in Spagna si è fatto conoscere attraverso riviste di settore come «Scuola Moderna» e «Bollettino di Controllo del Primo Insegnamento». L'esperienza educativa mirava a sviluppare una struttura gratuita e unica del contesto scolastico. Dalla proclamazione della Repubblica in Spagna, quasi tutti i partiti politici inclusero l'istituzione della scuola unica nei loro programmi.

2. Il Piano Langevin-Wallon (Riforma dell'Istruzione in Francia)

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, una delle iniziative che emersero, basate sulla formazione per consentire l'uguaglianza sociale, lo sviluppo individuale e la pace, fu il progetto di riforma dell'istruzione in Francia, elaborato da Langevin e Wallon. Si basava su 4 principi fondamentali:

  • Giustizia;
  • Dignità del lavoro sociale;
  • Pieno sviluppo di bambini e adolescenti;
  • Orientamento scolastico e professionale.

Il Piano Educativo mirava a evitare differenze secolari, classi di insegnamento e gerarchie, attraverso l'educazione gratuita e obbligatoria a tutti i livelli.

3. L'Educazione Integrale

In Inghilterra, negli anni '50, emerse la formazione integrale (o globale), che si diffuse poi in tutta Europa e rappresentava una formazione integrata, democratica, unica, versatile e completa.

In Spagna fu introdotta alla fine degli anni '80 con la LOGSE (Ley Orgánica de Ordenación General del Sistema Educativo), con la riforma sociale approvata nel 1990.

4. Istruzione come Investimento e Capitale Umano

Schultz è l'iniziatore della teoria del Capitale Umano.

Durante la seconda metà del XX secolo fu accettata la tesi secondo cui l'educazione dovesse essere un investimento per lo sviluppo economico. Si voleva investire nell'istruzione dei paesi del Terzo Mondo per farli uscire dal sottosviluppo.

La crisi economica del 1973 mise in discussione gli investimenti nel servizio pubblico.

5. Neoliberismo e Istruzione

Friedman è il rappresentante più in vista del Neoliberismo.

«Il Neoliberismo propone un sistema d'istruzione più efficace, basato sul merito e sull'impegno individuale.»

Si propongono agenzie dedicate al controllo statale e alla valutazione della qualità dell'istruzione. In pratica, non è stato dimostrato che la privatizzazione migliori la qualità dell'istruzione.

Il settore neoliberista pone la produttività e le variabili economiche al di sopra di quelle sociali, politiche e umane.

La crisi economica del 1973 portò all'obiettivo di ridurre la spesa pubblica per l'istruzione per migliorare la gestione delle risorse, abbassando il costo per studente, aumentando il numero di studenti per classe, promuovendo la concorrenza tra gli insegnanti e riducendo i loro stipendi.

6. Postmodernità ed Educazione

La Postmodernità è la conseguenza della società tecnologica e rappresenta un'alternativa alla Modernità.

In materia di istruzione, la filosofia postmoderna è anti-umanistica e anti-individuale, definita dalla prevalenza della tecnologia, dall'innovazione permanente, dall'importanza di conoscere il futuro della società e dal ricorso all'approccio di sistema.


Pedagogisti e Teorie Chiave

Antonio Gramsci (1891-1937)

Pedagogista italiano e uno dei pensatori marxisti. Abbandonò gli studi per dedicarsi alla politica. Fu militante prima socialista e poi comunista, di cui fu uno dei fondatori. Finì in carcere nel 1926. Lì, nonostante le difficili condizioni e la mancanza di mezzi, scrisse le sue riflessioni. Il suo interesse per la pedagogia aveva una radice personale (la preoccupazione per l'educazione dei suoi figli) e una sociale (la sua conoscenza della crisi sociale, politica e dell'istruzione del tempo).

Gramsci riteneva che la cultura fosse fondata sulla parità tra gli uomini. Per lui, tutti gli uomini sono intellettuali, ma non tutti possono esercitare questo ruolo nella società.

Si oppose sia all'istruzione basata sul liberalismo sia all'autoritarismo, difendendo una via intermedia tra la disciplina rigida e la spontaneità. Nel pensiero di Gramsci, lo Stato deve avere un ruolo chiave nell'educare attraverso una scuola unica di formazione non classista, che offra pari opportunità e permetta agli studenti di formarsi come persone e di imparare a pensare, studiare e relazionarsi. Questa scuola è concepita come attiva e creativa, mentre il ruolo dell'insegnante è fondamentale, poiché richiede autorità e disciplina per l'accesso all'autonomia personale.

Vasile Sujomlinski (1918-1970)

È considerato, insieme a Makarenko, il grande maestro del comunismo sovietico del XX secolo. Dopo aver terminato gli studi per diventare insegnante, partecipò alla Seconda Guerra Mondiale, dove fu ferito da una granata. Sua moglie fu torturata e uccisa dai nazisti, un fatto che lo segnò profondamente. «Due sentimenti mi hanno incoraggiato e mi incoraggiano: amore e odio. Amo i bambini e odio il fascismo.»

L'originalità delle sue opere risiede nell'attuazione della formazione marxista del personale docente. Non sviluppò un unico libro che riassumesse tutti i suoi pensieri; le sue idee sono sparse in 30 libri e 500 articoli. La sua nuova scuola si basa sul paidocentrismo e sull'idealismo. Per Sujomlinski, l'istruzione deve basarsi sulla felicità dei bambini, sulla gioia nei loro giochi, nella loro immaginazione e nei loro desideri. Questo autore mirava allo sviluppo della comunità attraverso l'individuo, e non viceversa. Nel suo progetto Scuola per lo Sviluppo della Gioia, si preoccupava di sviluppare tutto il potenziale di ogni singolo studente attraverso la gioia, la felicità e la libertà, poiché un bambino triste non poteva apprendere. I bambini imparavano giocando in un impeto di lavoro e attività che egli chiamava «campo di stress» o clima necessario per il lavoro, con la motivazione che permetteva ai bambini di studiare, ricercare e consultare di propria iniziativa, senza ordini né disciplina. Per questo autore, la comunità è solo un mezzo per sviluppare l'uomo e la donna comunista.

Teorie della Riproduzione (Bourdieu, Passeron, Baudelot, Establet, Althusser)

Le opere La Riproduzione dei sociologi francesi Bourdieu e Passeron, Scuola capitalista in Francia dei sociologi Baudelot e Establet, e le teorie di Althusser, hanno in comune l'applicazione delle categorie e della metodologia marxista per l'analisi del sistema scolastico. La sintesi di questa scuola di pensiero, che ebbe molti sostenitori, è la tendenza della scuola a riprodurre la situazione esistente di ingiustizia. Gli studenti sono costretti a ripetere il destino della propria classe sociale; le condizioni sociali, con l'inserimento degli allievi nella scuola, perpetuano le disuguaglianze, anche se la scuola tenta di spiegare tali disuguaglianze tenendo conto della dotazione naturale degli individui.

Suchodolski e la Nuova Civiltà

L'aspetto più interessante della teoria educativa del pedagogista polacco Suchodolski è che essa prepara i giovani per un mondo futuro, una nuova civiltà in cui non ci siano sfruttatori e sfruttati, basata sul rispetto per gli esseri umani, sull'autonomia, sullo spirito critico e in cui siano possibili la partecipazione sociale attiva e lo sviluppo di una vita culturale. L'insegnamento del passato è inefficace perché limita la responsabilità e i valori dei giovani. La proposta di Suchodolski include anche il lavoro concepito come auto-realizzazione. Egli propone l'unione delle lezioni generali e professionali, del sociale e dell'individuale in tutte le fasi della vita dell'uomo. La Nuova Civiltà aspira a incorporare lo sviluppo di tutti i poteri dell'uomo, sia intellettuali che morali e artistici, in un campo di cooperazione sociale.

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