Riforme e Crisi Istituzionali della Seconda Repubblica Spagnola (1931-1932)
Classificato in Storia
Scritto il in
italiano con una dimensione di 13,13 KB
Le Basi della Riforma Agraria (Legge del 1932)
Classificazione e Contesto
Questo è un testo giuridico che tratta della legge fondamentale della riforma agraria. La sua natura è legale. Il documento fu redatto a Madrid il 21 settembre 1932 e pubblicato sulla Gazzetta. L'autore è collettivo (il Governo) e il destinatario è il popolo spagnolo, in particolare la classe dei contadini.
- Presidente del Governo: Manuel Azaña
- Ministro: Marcelino Domingo
- Contesto Socio-Economico: Forte impatto sociale, mirato a contrastare la povertà nelle campagne e a modernizzare l'agricoltura.
I proprietari terrieri furono compensati; furono forniti fondi agli agricoltori per coltivare la terra e per l'alloggio.
Obiettivi e Principi della Riforma
L'idea principale di questo provvedimento è risolvere il grave problema dell'agricoltura spagnola, arretrata e non competitiva, un problema ereditato dal vecchio regime (già affrontato da figure come Jovellanos, Mendizábal e Madoz). La riforma mirava a rafforzare il settore agricolo e a eliminare la miseria dei lavoratori (la fame) per raggiungere la giustizia sociale.
Nei latifondi, specialmente in regioni come l'Andalusia e l'Estremadura, persistevano rapporti di lavoro arcaici. Il motto era: "La terra per chi la lavora" (la terra per il contadino).
I terreni espropriati furono destinati alla creazione di aziende agricole individuali o cooperative. La Repubblica fornì finanziamenti agli agricoltori per coltivare la loro terra. Secondo la legge, i lavoratori comunali potevano essere reclutati solo tra i contadini residenti in città.
Conclusioni sulla Legge Agraria
La Riforma Agraria, insieme all'istruzione e alla cultura, rappresentava un pilastro fondamentale del programma riformatore della Seconda Repubblica, ritenuto indispensabile per modernizzare la società e lo Stato. La Repubblica affrontò anche questioni relative alla grande proprietà fondiaria, ai rapporti di lavoro, all'esercito, alla Chiesa cattolica e al decentramento.
Questa misura mirava specificamente a porre fine al latifondismo, all'assenteismo e alla miseria di due milioni di lavoratori, cercando di creare un ceto medio di proprietari, un obiettivo non raggiunto con le confische del XIX secolo. Tuttavia, i proprietari terrieri si dimostrarono chiaramente ostili. Nonostante fosse una legislazione molto ambiziosa, per diverse ragioni non poté essere pienamente messa in pratica.
Manuel Azaña e la Questione Religiosa durante la Seconda Repubblica (1931)
Valutazione del Discorso
Questa è una dichiarazione di Manuel Azaña, Presidente del Consiglio dei Ministri della Seconda Repubblica spagnola, rilasciata al Congresso Costituente dei Deputati, in seguito alla vittoria elettorale della coalizione repubblicano-socialista (derivante dal Patto di San Sebastián del 1930).
Il testo si concentra sull'acceso dibattito riguardante il controverso Articolo 26 della Costituzione, approvata a Madrid nel 1931. Si tratta di una fonte primaria diretta che illustra la posizione ideologica del nuovo regime in materia religiosa, basata sulla laicità dello Stato e sulla separazione tra Chiesa e Stato.
Il frammento ha natura soggettiva, data la sua provenienza politica e religiosa, ma è anche storiografico, in quanto fonte ufficiale composta da atti parlamentari, riflettendo la coscienza pubblica del tempo.
L'Articolo 26 e la Laicità dello Stato
La questione principale è il dibattito religioso sollevato dagli Articoli 26 e 27 della Costituzione repubblicana. Azaña si ricollega alla corrente anticlericale del 1820-1823, influenzata dagli ideali di libertà della Rivoluzione Francese (Voltaire), dall'ideologia della Prima Repubblica e dal pensiero radicale comunista-anarchico.
Questo problema causò le dimissioni di figure moderate come Alcalá Zamora e Maura. Azaña sosteneva che la Spagna, in quanto nuovo stato laico, "non è più cattolica", relegando la questione religiosa alla sfera della coscienza personale e privata, separandola così dal tradizionalismo spagnolo ed europeo legato al Cristianesimo.
La Chiesa, non potendo più essere un'istituzione statale, doveva svolgere la sua missione con risorse proprie, senza attività economiche privilegiate, ed essere soggetta al controllo della Repubblica e delle sue leggi, in particolare nel settore culturale-educativo. Azaña criticava la mancanza di conoscenze scientifiche della Chiesa, ritenendola un ostacolo per uno stato moderno e progressista.
Impatto Costituzionale
La Costituzione del 1931 sancisce la laicità dello Stato e legalizza temi molto moderni e attuali per l'epoca, come il divorzio, il matrimonio civile e la parità di diritti tra figli legittimi e illegittimi (Articoli 26 e 27).
Sebbene il tema fosse stato discusso in precedenza (sotto Alfonso XIII, Canalejas e durante la Settimana Tragica a Barcellona), Azaña, influenzato dalle visioni anticlericali della Rivoluzione Francese, procedette allo scioglimento di alcuni ordini religiosi, in particolare i Gesuiti. Tali misure furono difese solo da Gil Robles e dalla CEDA.
Il Manifesto di Alfonso XIII alla Nazione (1931)
Valutazione e Contesto Storico
Si tratta di una fonte primaria, contemporanea al fatto storico e non soggetta a rettifica. È un testo politico e circostanziale, un importante messaggio di addio del Re Alfonso XIII, nel quale esprime la decisione di auto-esiliarsi, pur senza rinunciare ai suoi diritti, motivato dall'amore per il suo popolo.
Dettagli del Manifesto:
- Data di Redazione: 13 aprile 1931.
- Autore Presunto: Probabilmente redatto per il Re dal Duca di Maura, Gabriel Maura Gamazo (politico e storico spagnolo, membro del Partito Conservatore e Ministro del Lavoro nell'ultimo Gabinetto di Alfonso XIII).
- Lettura e Firma: Firmato e letto dal Re al suo Consiglio dei Ministri nel pomeriggio del 14 aprile, prima di partire per l'esilio.
La decisione sorprese il Governo, poiché il Re disponeva dei mezzi sufficienti per imporre l'ordine.
Idee Centrali del Manifesto
Dal testo si deducono le seguenti idee principali:
- Riconoscimento del Trionfo Repubblicano: Riconoscimento del successo della coalizione repubblicano-socialista, pur affermando che il cambiamento "non sarà definitivo" e che egli agisce per "amore del mio popolo".
- Ammissione di Errori: Un tentativo di sincerità, ammettendo la possibilità di aver commesso errori, forse per il sostegno dato al colpo di stato di Primo de Rivera o per non aver rimediato alla situazione dopo le sue dimissioni. Egli confida di ottenere il perdono del popolo spagnolo.
- Affermazione Reale: L'affermazione del suo status reale ("Sono il Re di Spagna").
- Decisione di Esilio: La scelta di lasciare la Spagna, nonostante potesse usare la forza per rimanere sul trono, nel tentativo di evitare una "guerra civile fratricida". Egli sospende "l'esercizio del potere reale", ma senza rinunciare ai suoi diritti dinastici sulla Corona spagnola.
- Riconoscimento della Sovranità: Il riconoscimento della sovranità nazionale, definendo il Paese "unico padrone del proprio destino", un concetto che contraddiceva la Costituzione del 1876, che stabiliva la sovranità condivisa tra le Cortes e il Re.
- Invito Finale: L'invito agli spagnoli a compiere il loro dovere, così come ha fatto lui.
Conseguenze dell'Esilio
Con questo testo, la Spagna chiuse la parentesi politica della dittatura di Primo de Rivera e dei governi effimeri della fase finale del regno di Alfonso XIII, segnando l'inizio della prima esperienza di democrazia di massa in Spagna: la Seconda Repubblica.
La Repubblica nacque in un contesto difficile, aggravato dalle conseguenze del crollo economico mondiale del 1929. Il nuovo regime soffrì di un'instabilità socio-politica pari, se non superiore, a quella del periodo precedente, portando alla divisione della società spagnola in due schieramenti inconciliabili. Questa polarizzazione culminò nel tentato colpo di Stato militare, il cui fallimento segnò l'inizio della Guerra Civile Spagnola (1936-1939), proprio ciò che il Re aveva cercato di evitare con il suo esilio volontario.
Manifesto del Gruppo di Intellettuali al Servizio della Repubblica (1931)
Classificazione
Questo è un testo storico-politico, il manifesto del Gruppo di Intellettuali al Servizio della Repubblica (ASR), uno dei documenti più significativi delle idee politiche di alcuni intellettuali spagnoli. È una fonte primaria, contemporanea all'oggetto di studio storico.
- Natura: Esprime un'opinione soggettiva.
- Autori Principali: José Ortega y Gasset, Gregorio Marañón, Ramón Pérez de Ayala e Miguel de Unamuno, uniti nella difesa della Repubblica.
- Destinatari: Le classi medie e il popolo in generale, per la diffusione e la propaganda repubblicana.
- Pubblicazione: Pubblicato sul quotidiano El Sol nel 1931.
Obiettivi e Contenuto
L'idea principale è promuovere e sostenere la Repubblica come forma di governo e creare un raggruppamento politico di intellettuali per difenderla.
Il primo paragrafo sottolinea la necessità di esprimere la volontà repubblicana del popolo attraverso l'opinione pubblica per porre fine alla monarchia.
Obiettivi dell'Associazione degli Intellettuali:
- Svolgere un lavoro di propaganda come arma politica.
- Difendere lo Stato repubblicano.
- Diffondere le idee repubblicane, dalla capitale ai centri minori.
Il manifesto attacca chiaramente la monarchia, alla quale vengono imputati grandi mali (come il colpo di stato di Martínez Campos a Sagunto). Si esprime opposizione ai "privilegi", in quanto non eletti dal popolo.
Conclusioni
Nonostante una certa mancanza di chiarezza e precisione nel progetto dell'ASR, il suo messaggio fu ben compreso dalla classe politica spagnola e ottenne un ampio sostegno sociale. L'immagine del movimento rimase strettamente legata alla personalità dei suoi tre fondatori principali.
Articoli Fondamentali della Costituzione Spagnola del 1931
Valutazione e Contesto
Si tratta di un testo di legge costituzionale, emanato dalle Cortes Costituenti, che definisce l'assetto politico, religioso e culturale dello Stato. Fu approvata a Madrid il 9 dicembre 1931.
- Autore: Collettivo (i membri delle Cortes Costituenti, elette a suffragio universale il 28 luglio 1931, le prime elezioni libere e democratiche in Spagna).
- Natura: Fonte primaria, testo originale.
- Obiettivo: Stabilire un regime moderato, conferendo maggiore potere al popolo.
È la prima e unica Costituzione repubblicana. Rimase in vigore fino al 1939 (fine della Guerra Civile) nella Spagna repubblicana, e fu considerata valida dalla Repubblica in esilio (Messico, Argentina, ecc.) fino al 1977.
Principi Fondamentali e Struttura
L'idea principale è legittimare il nuovo sistema di governo repubblicano, basato sullo Stato di diritto (la Costituzione) come strumento per controllare gli abusi governativi e proteggere i diritti fondamentali e le libertà civili dei cittadini. Il capo del governo è il Presidente.
Articoli Chiave:
- Articolo 1: Definisce la Spagna come una "Repubblica democratica dei lavoratori di tutti i generi", stabilendo la sovranità nazionale e l'uguaglianza sociale. Descrive anche la nuova bandiera, adottata il 27 aprile 1931.
- Articolo 3: Prevede la libertà di religione, lo Stato laico e i nuovi simboli nazionali.
- Articolo 11: Prevede l'adozione degli Statuti di Autonomia per le regioni. Le province con caratteristiche comuni potevano unirsi per formare una comunità autonoma all'interno dello Stato spagnolo, previa presentazione di un progetto sottoposto a referendum regionale e approvazione delle Cortes.
La Costituzione stabiliva anche la nomina del Primo Ministro e la possibilità di sciogliere il Parlamento ogni due anni.
Contesto Economico e Sfide
L'inizio del nuovo regime, carico di aspettative di rivoluzione sociale, coincise con una grave crisi economica. L'economia spagnola, pur essendo relativamente isolata, non poté evitare l'impatto della crisi mondiale del 1929, manifestatosi attraverso il calo delle esportazioni, la diminuzione degli investimenti esteri e la riduzione del flusso migratorio.
Nonostante l'influenza della Riforma Agraria e una politica fiscale restrittiva, non fu possibile contrastare completamente il clima pessimistico nell'economia. Il contesto internazionale non era favorevole alla stabilità della neonata Repubblica.