La Rivoluzione Francese: Dalla Riforma alla Repubblica

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Mentre i coloni combattevano contro le truppe inglesi, in Prussia, Austria, Russia e Italia i governi cercavano di realizzare quel rinnovamento attraverso una politica riformatrice. I riformatori non riuscirono a realizzare trasformazioni economiche e sociali.

La riforma del commercio di Turgot

Luigi XVI diventò re nel 1774. Egli decise di attuare delle riforme e affidò l'incarico dell'amministrazione finanziaria ad Anne-Robert-Jacques Turgot, il quale, attraverso la pubblicazione delle Lettere sulla libertà del commercio dei grani, sosteneva la realizzazione del libero commercio dei cereali. I suoi avversari sostenevano che tale misura avrebbe provocato carestie, poiché i mercanti avrebbero venduto il grano dove il prezzo era più alto, facendolo mancare dove ce n'era bisogno. Nel 1775 si verificò una carestia causata da un cattivo raccolto, e di conseguenza il popolo protestò. Turgot propose la soppressione delle corporazioni e l'abolizione delle corvées, cioè delle prestazioni gratuite di lavoro cui erano tenuti i contadini.

Le riforme di Necker e Calonne

Il direttore delle finanze nominato fu Jacques Necker. Necker era in disaccordo con le tesi della liberalizzazione sostenuta da Turgot e riteneva più utile contenere le uscite statali. Il suo obiettivo nel governo era l'eliminazione degli sprechi. Nel 1781 Luigi XVI, indignato perché Necker aveva reso pubblico il bilancio dello stato, sostituì il banchiere, prima con Jean Francois Joly de Fleury e poi, nel 1783, con Charles-Alexandre de Calonne. Quest'ultimo pose un freno momentaneo alla crescita del deficit, ma non riuscì a risolvere la situazione finanziaria. Nel 1786 Calonne propose l'eliminazione delle dogane interne, per incrementare il commercio, da essere pagata dai nobili e dal clero.

La convocazione degli Stati Generali

Luigi XVI, nel 1788, decise di convocare gli Stati Generali (assemblea di origine medievale: in essa erano rappresentati la nobiltà, il clero e il popolo). Gli Stati Generali non potevano prendere decisioni, perché si trattava di un organismo consultivo.

Il Quarto Stato

Nel 1789 il deputato Louis-Pierre Dufourny de Villiers, pubblicò un opuscolo intitolato Quaderni del quarto stato, quello dei poveri giornalieri, degli interni, degli indigenti. Dufourny de Villiers notava che il quarto stato non era rappresentato agli Stati Generali.

Le elezioni e i Cahiers de Doléances

Una questione era quella di come gli Stati avrebbero dovuto deliberare, se per ordine o per testa. Nel 1614 le assemblee dei tre stati si riunirono separatamente. In tal modo, il terzo stato si trovava in una posizione di inferiorità. Per evitarla, i suoi rappresentanti chiesero che l'assemblea fosse una sola e che in essa il numero dei deputati fosse uguale.

Le elezioni furono nel 1789, sia attraverso il voto sia attraverso la compilazione di quaderni (cahiers) in cui i cittadini espressero le loro aspirazioni e le loro lagnanze. Questi furono chiamati Cahiers de Doléances (quaderni di lamentele).

Le attese di cambiamento

L'aumento dei prezzi e la minaccia di una riduzione dei salari provocarono una rivolta degli operai di una fabbrica di tappezzerie della capitale francese. La manifestazione degli operai della fabbrica Réveillon fu il primo segno evidente del malcontento della popolazione parigina.

Che cos'è il Terzo Stato?, pubblicato nel 1789 da Emmanuel Joseph Sieyès. In esso Sieyès scriveva:"Che cos'è il Terzo Stato? Tutto. Che cos'è stato finora nell'ordine politico? Niente. Che cosa chiede? Divenirvi qualcos". Egli sosteneva che la società francese si reggeva su quattro stati sociali: i contadini, gli operai e gli artigiani, i mercanti e i negozianti, i professionisti e gli scienziati. Il potere era nelle mani della nobiltà, della chiesa, dei magistrati e dei funzionari dello stato.

L'Assemblea Costituente

La prima riunione degli Stati Generali si svolse nel 1789. I deputati del terzo stato si riunirono da soli, costituendosi in Assemblea Nazionale. Il re fece chiudere la sala dove si tenevano le riunioni, ma i deputati si riunirono in un'altra, che era destinata al gioco della pallacorda (sorta di tennis giocato da due squadre). Allora si riunirono il clero e i nobili che eseguivano la Fayette. Il 9 luglio l'Assemblea Nazionale si diede il nome di Assemblea Nazionale Costituente.

La Presa della Bastiglia

Una folla di artigiani, commercianti e operai decise di conquistare la Bastiglia. La conquista della Bastiglia è considerata l'atto iniziale della Rivoluzione Francese. La pressione popolare costrinse Luigi XVI a richiamare nuovamente Necker. Mentre nelle città si formava la Guardia Nazionale.

L'abolizione dei diritti signorili

Nelle campagne francesi erano rimasti ancora consistenti elementi feudali, soprattutto in campo economico. I deputati decisero di dichiarare il 4 agosto la fine di tutti i privilegi che si opponevano all'uguaglianza dei diritti. L'11 agosto l'Assemblea abolì la feudalità.

La Dichiarazione dei Diritti

Il 26 agosto del 1789 fu approvata la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. L'affermazione dei diritti naturali degli uomini, i quali nascono e rimangono liberi e uguali. La libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione erano proclamati diritti naturali. Nessuno poteva essere arrestato e detenuto se non nei casi previsti dalle leggi e tutti dovevano essere presunti innocenti fino a quando non fossero stati riconosciuti colpevoli. Affermava che nessuno poteva essere perseguito per le sue opinioni, politiche o religiose, ed era proclamata la libertà di parola e di stampa.

Tentativi di far nascere una monarchia costituzionale

Alla realizzazione di una monarchia costituzionale lavorava il"partito patriot" (esponenti: Honoré Gabriel Riqueti e Mirabeau). La monarchia costituzionale si sarebbe però affermata soltanto se il re fosse stato disposto ad accettarla.

La marcia dei parigini su Versailles

Il 5 ottobre del 1789 una grande folla marciò su Versailles. Le donne erano state spinte a muoversi dalla fame: alcune non mangiavano da trenta ore. Gridavano:"Riporteremo a Parigi il fornaio e la fornai". Luigi XVI tornò a Parigi.

La confisca dei beni del clero

Nel novembre del 1789 fu approvata la confisca dei beni del clero. La confisca possedeva vastissime estensioni di terre. Il governo emise gli assegnati (dei buoni del tesoro garantiti dai beni sequestrati), per cercare di risolvere la difficoltà finanziaria.

La rottura del clero

Il clero si divise. Membri del clero come Talleyrand aderirono per ragioni ideologiche alla rivoluzione. Parroci poveri, avversi al movimento rivoluzionario, perché i principi sostenuti nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino ferivano la loro cultura cattolica di stampo tradizionale. Nel 1790 i vescovi e i preti che non giuravano fedeltà alla rivoluzione venivano chiamati refrattari, mentre quelli che si adattavano erano costituzionali.

La fuga del re

Nel 1791 Luigi XVI fuggì da Parigi, per cercare di raggiungere la frontiera, con lo scopo di riunirsi con i nobili emigrati e chiedere aiuto ai sovrani europei. Il 22 arrivò da Parigi l'ordine di arresto del re.

I club

I rivoluzionari erano riuniti in circoli o club. Alla fine del 1789 nacque la Società degli Amici della Costituzione i cui membri si riunivano nel convento dei domenicani di San Giacomo e furono chiamati Giacobini. Nel 1791 i monarchici moderati uscirono dal club e crearono gli Amici dell'89 e venivano chiamati Foglianti (sede Feuillants). Gli Amici dell'uomo e del cittadino, venivano chiamati Cordiglieri perché si riunivano in un ex convento di frati francescani. Nella Dichiarazione del 1789 diede una spinta decisiva alla nascita di una stampa libera. Nacque lo strillonaggio (notizie che arrivavano ai lettori e ai passanti). Le idee dei Cordiglieri erano diffuse da Marat attraverso il giornale L'Ami du peuple. I suoi articoli erano violenti e infiammavano i poveri contro i ricchi. Rappresentava il giornalismo rivoluzionario.

La Costituzione del 1791

In luglio del 1791 i Cordiglieri organizzarono una manifestazione popolare a Parigi, con l'intento di raccogliere firme per una petizione che dichiarasse decaduto Luigi XVI e protestare contro l'Assemblea che riconosceva l'innocenza del re.

La fine della monarchia

Nacquero le definizioni di destra e sinistra. I Foglianti si trovavano alla destra della presidenza dell'assemblea, mentre i Giacobini occupavano quella sinistra. Il 21 dicembre decade la monarchia. I Giacobini si suddivisero in due gruppi: Girondini e Montagnardi.

Il processo e la condanna del re

I Montagnardi sostenevano che il re dovesse essere condannato perché era un traditore al popolo. Nel 1793 Luigi XVI fu ghigliottinato.

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