La Rivoluzione Scientifica e il Pensiero Filosofico del Rinascimento

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Filosofia Rinascimentale

Il nuovo atteggiamento verso l'uomo e la natura trova espressione nel neoplatonismo e nel naturalismo rinascimentali. Il primo ha i suoi rappresentanti principali in Cusano e in Ficino, oltre a esercitare notevole influenza sul pensiero di Giordano Bruno. Il secondo trova espressione principalmente nelle filosofie di Telesio, Bruno e Campanella.

Il Neoplatonismo: Cusano

Cusano muove dalla constatazione della incommensurabilità tra Dio e l'uomo, sostenendo che la conoscenza umana può approssimarsi a quella divina senza però raggiungerla (dotta ignoranza). Dio si spazializza nell'universo, che è explicatio di Dio, il quale a sua volta è l'universo contratto, la complicatio dell'universo stesso. Essendo explicatio di Dio, l'universo deve conservarne gli attributi ed è quindi infinito. Cusano anticipa la rivoluzione astronomica, negando la validità del geocentrismo e del sistema aristotelico-tolemaico.

Giordano Bruno

Bruno è esponente del naturalismo rinascimentale, ma la sua filosofia presenta anche importanti componenti neoplatoniche. Egli individua e sottolinea le conseguenze della rivoluzione copernicana per un rinnovamento dei valori e dell'intera concezione del mondo. L'universo è infinito in quanto prodotto da Dio, che ne è causa ma anche principio che permane in esso (panteismo). La critica alla concezione aristotelico-tolemaica è radicale: non esistono le sfere, non c'è un centro dell'universo, tutti i mondi sono simili alla Terra e popolati da esseri intelligenti. L'uomo conosce Dio «per vestigia», ritrovandolo nella natura, il cui studio e la cui trasformazione lo avvicinano alla divinità fino a immedesimarsi con essa.

Guglielmo di Ockham

Guglielmo di Ockham per primo elabora l'approccio empirista al problema della conoscenza, secondo cui deve essere considerato vero solo ciò che è provato da una constatazione fattuale. Al di là della fede e della ragione, si impone il criterio dell'esperienza. L'attività razionale deve combattere la propensione a elaborare enti e spiegazioni non direttamente necessari allo scopo o comunque non verificabili. Il principio del rasoio suggerisce di condurre i ragionamenti seguendo un rigoroso criterio di economia. Sulla questione degli universali Ockham sostiene la posizione nominalista.

La Rivoluzione Astronomica

Copernico afferma l'eliocentrismo ma conserva molti aspetti del sistema aristotelico-tolemaico, in particolare l'esistenza delle sfere cristalline. L'eliocentrismo richiede però più moti della Terra (di rivoluzione, di rotazione, di traslazione), aprendo la strada a ricerche di meccanica e fisica. Brahe nega l'esistenza delle sfere e propone un modello cosmologico che cerca di conciliare geocentrismo ed eliocentrismo. Keplero afferma l'ellitticità delle orbite: il moto della Terra non è quindi costante ma varia a seconda della distanza dal Sole. È necessario individuare una forza che funga da motore per spiegare il moto dei pianeti. Keplero ipotizza che sia il Sole, con i suoi raggi. Keplero individua anche una legge che mette in rapporto i tempi di rivoluzione dei pianeti e la loro distanza dal Sole.

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