La Seconda Repubblica Spagnola: Fondamenti Costituzionali del 1931 e il Biennio Riformista

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La Seconda Repubblica Spagnola: La Costituzione del 1931 e il Biennio Riformista

La Proclamazione della Repubblica e la Costituzione del 1931

L'isolamento del regime dittatoriale, la caduta di Primo de Rivera e gli avvenimenti successivi portarono alla convocazione delle elezioni comunali del 12 aprile 1931. Il trionfo dei candidati repubblicani nelle capitali di provincia fu interpretato come un verdetto sfavorevole alla causa monarchica. Il Re decise di sospendere l'esercizio del potere e di lasciare la Spagna, senza tuttavia abdicare ai propri diritti. Con questa decisione, il 14 aprile fu proclamata la Seconda Repubblica.

Il Governo Provvisorio indisse le elezioni per le Cortes Costituenti e incaricò la stesura di una Costituzione. I deputati nominarono un comitato parlamentare per completare un progetto di Costituzione, permettendo il dibattito parlamentare sul testo finale che fu infine adottato il 9 dicembre come la Costituzione della Repubblica Spagnola.

Questa Costituzione, creazione della sinistra, definì lo Stato spagnolo come «una repubblica di lavoratori di ogni genere». Fu rifiutata dalla destra, che non la riteneva rappresentativa della maggioranza del Paese, in disaccordo con lo stato laico (non-confessionale) e con la previsione delle autonomie.

Principi Fondamentali e Diritti

La nuova Costituzione, di senso progressista, si collegava a testi tradizionali come quelle del 1812 e del 1869, ma anche a quelle del Messico (1917) e dell'URSS (1924), e agli insegnamenti dei teorici più eminenti del socialismo. Essa proclamava la sovranità popolare e conteneva una dichiarazione di diritti sociali, economici e del lavoro che estendeva le libertà classiche. Tra tali diritti figuravano:

  • Il divorzio.
  • Il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio.
  • Limitazioni dei diritti di proprietà in funzione del loro ruolo sociale, con possibilità di socializzazione della proprietà e nazionalizzazione dei servizi di pubblica utilità.
  • Suffragio universale diretto, uguale (per entrambi i sessi) e segreto, per i cittadini di età superiore ai 23 anni.
  • Il lavoro come dovere sociale.
  • L'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e il diritto all'istruzione.

Struttura dei Poteri

La Costituzione stabiliva una netta separazione tra Chiesa e Stato. Per quanto riguarda il regionalismo, la Costituzione non concedeva direttamente l'autonomia, ma poneva le basi per essa, incaricando il Parlamento della discussione dei possibili Statuti di Autonomia.

Il Potere Legislativo

Fu adottato un sistema monocamerale. Il potere legislativo risiedeva nel Parlamento (depositario della sovranità popolare), i cui membri erano eletti a suffragio universale per un periodo di quattro anni. I membri del Parlamento eleggevano il Presidente della Repubblica, che aveva tra i suoi poteri quello di sciogliere il Parlamento.

Il Potere Esecutivo

Spettava al Consiglio dei Ministri e al Presidente della Repubblica, eletto dal Congresso dei Deputati. I suoi poteri erano sottoposti al controllo della Camera.

La Magistratura

Risiedeva nelle Corti di Giustizia. Una novità fu la creazione di un Tribunale Costituzionale, incaricato di risolvere le questioni di incostituzionalità delle leggi.

Il Biennio Riformista (1931-1933)

Il processo di democratizzazione avviato da questa Costituzione e dalla II Repubblica fu bloccato dalla dittatura di Franco. Le fasi iniziali della Repubblica videro il Biennio Riformista: la piccola borghesia assunse il nuovo governo, rappresentando le nuove forze democratiche unite in opposizione alla monarchia (repubblicani, nazionalisti, socialisti). Il potere era nelle mani della sinistra, socialista e repubblicana.

I principali problemi affrontati dal governo furono:

1. Il Problema Religioso

Fu quello che richiese maggiore attenzione da parte del governo. Il regime si dichiarò laico e furono emanate leggi e decreti complementari, come lo scioglimento della Compagnia di Gesù e la confisca dei loro beni, la secolarizzazione dei cimiteri, l'introduzione del matrimonio civile e del divorzio, e il divieto di insegnamento per gli ordini religiosi. Ciò generò una situazione di costante opposizione tra la Chiesa e la Repubblica, culminata con l'espulsione del Cardinale.

2. Il Problema Militare

Caratterizzato dal disprezzo del potere civile da parte dei militari (ai quali Primo de Rivera aveva concesso maggiore potere) e dall'insoddisfazione per stipendi e sistema di promozione. Il governo cercò di modernizzare l'esercito. Una legge mirò a creare un esercito professionale, a porre fine ai privilegi speciali delle forze armate e a garantire la loro obbedienza alle autorità civili e alla Repubblica. Degna di nota fu la «Legge sul Pensionamento degli Ufficiali», che ammetteva il ritiro, con stipendio pieno, di tutti i generali e gli ufficiali che non avessero giurato fedeltà alla Repubblica.

3. Il Problema Agrario

Largo Caballero promosse la riforma agraria, richiedendo ai proprietari terrieri di dare priorità all'impiego di lavoratori locali. I proprietari reagirono creando l'Associazione Nazionale dei Proprietari di Aziende Agricole. La Legge di Riforma Agraria prevedeva l'esproprio, con indennizzo, dei latifondi non coltivati dai proprietari, dei terreni incolti e non irrigui. L'esecuzione fu affidata all'Istituto di Riforma Agraria.

4. Il Problema Lavorativo e Sociale

Si verificarono numerosi scioperi, come quello dei telefoni della CNT, che rappresentarono una sfida per la Repubblica. Si assistette a una radicalizzazione, dominata dalla FAI, che mirava alla rivoluzione. Il Paese soffriva anche di un alto tasso di disoccupazione (aggravato dalla crisi del '29).

5. Il Problema Regionale

A Barcellona, Macià proclamò la Repubblica ore prima di Madrid. Il governo di Madrid inviò due ministri non catalani, Nicolau d'Olwer e Marcelino Domingo, con l'obiettivo di cambiare il nome dello Stato in Generalitat Catalana.

6. Istruzione e Cultura

L'obiettivo era promuovere un'educazione laica e liberale, e diffondere la cultura come strumento di modernizzazione del Paese. Un problema che la Repubblica dovette affrontare fu l'elevato tasso di analfabetismo. I progetti per la costruzione di nuove scuole furono rallentati dalla mancanza di budget.

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