Simbolismo e Conflitto: Baudelaire e Faulkner tra Spleen e Isolamento
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Charles Baudelaire: L'Albatros
Struttura e Simbolismo del Titolo
Questa poesia è strutturata in quattro quartine di versi alessandrini (14 sillabe, *arte maggiore*), con rima predominante. Il titolo è al tempo stesso *emblematico* e *simbolico*.
È simbolico perché suggerisce un soggetto parlante, in questo caso l'albatros, un uccello marino imparentato con il gabbiano, ma caratterizzato da ali enormi (oltre 2 metri), tronco corto e collo bianco. È simbolico perché l'albatros andrà a simboleggiare qualcosa di più profondo.
Si tratta di uno dei poemi più noti di Baudelaire, nel quale si vuole rappresentare nell'albatros la figura del *poeta romantico* incompreso dalla società.
Prima Strofa: La Cattura
Nella prima strofa, vengono introdotti due elementi: i marinai e l'albatros. I marinai, dopo aver trascorso molto tempo in mare (mesi), si annoiano e, per *uccidere la noia*, catturano gli albatros. Questo uccello non è aggressivo né emotivo nei confronti dei pescatori, ma si lascia semplicemente prendere. L'albatros simboleggia il *poeta*, mentre i marinai rappresentano la *società*.
L'albatros simboleggia il poeta romantico baudelairiano perché è un uccello che ama volare liberamente, vivere nell'aria, in un *mondo a parte*. È un *osservatore* della società, che accompagna e guarda dall'alto, dalla sua prospettiva unica.
Seconda Strofa: L'Imbarazzo a Terra
La seconda strofa descrive l'uccello nel cielo: maestoso, grande e bello. Tuttavia, nel momento in cui esce dal suo mondo, diventa *timido* e *impacciato*. Le sue grandi ali, che in aria servivano per volare, a terra sono inutili e lo rendono goffo. L'albatros si sente grande pur essendo insignificante, non sa cosa fare e rimane goffo. I marinai lo maltrattano per divertimento e per passare il tempo.
Quando il poeta (l'albatros) viene portato fuori dal suo mondo, non si sente a suo agio, non condivide gli stessi valori ed è *fuori contesto*. Tutta la sua poesia e la sua immaginazione non servono nel *mondo materialistico*. Le *grandi ali* simboleggiano la *libertà* e l'elevazione spirituale.
Terza Strofa: Il Ridicolo e la Sofferenza
Nella terza strofa, l'albatros viene definito con la metafora di *viaggiatore alato*. Questa immagine miserabile dell'uccello contrasta con il “re” che era in cielo. L'uccello e il poeta si sentono *deboli* e *scomodi* nella lotta contro la società. Sono esposti a *critiche* e *ridicolo*, diventando qualcosa di brutto, buffo e ridicolo per la società.
Per cattiveria, i marinai gli bruciano il becco con una pipa; questo gesto non è per nutrirlo, ma la società cerca di *mettere a tacere* il poeta, impedendogli di esprimere liberamente i suoi sentimenti. L'albatros diventa un *paziente* della società, da rimuovere, poiché la società vuole respingere l'aspetto spirituale e accetta solo il *materiale*.
Quarta Strofa e Conclusione Simbolica
La quarta strofa riassume il simbolismo voluto dal poeta. Viene utilizzato un *paragone* e una *metafora*: il poeta si paragona al “re delle nuvole” (l'uccello), identificandosi con esso come sovrano e superiore nel suo mondo. Viene usata una *personificazione* quando si dice che il poeta “ride” (o sorride) quando è nel suo mondo, sentendosi superiore.
Il conflitto non è solo tra il poeta e la società, ma anche tra la società e il poeta: la società materialista lo disprezza e lo deride. Quando l'uccello è costretto a lasciare il suo mondo, si sente in *esilio*, perso, inutile e turbato. Le sue ali, che lo rendono maestoso in volo, a terra lo rendono un facile bersaglio di *scherno* e *critiche* altrui.
In conclusione, il poeta, attraverso questi simboli, paragona sé stesso all'albatros, sottolineando la *libertà*, la *forza* e l'*energia* che entrambi possiedono finché rimangono nel loro mondo, non contaminati dal materialismo. Il *paradiso* è l'habitat dell'uccello, la *poesia* è il mondo del poeta. Entrambi provano *debolezza* e *miseria* quando sono costretti a vivere nella società. Il tema della *noia* (*spleen*) è centrale fin dall'inizio, mostrando come gli uomini possano arrivare a praticare il male a causa della noia.
William Faulkner: Una Rosa per Emily (*A Rose for Emily*)
Contesto e Titolo
Il racconto *Una Rosa per Emily* (*A Rose for Emily*) di William Faulkner (1897-1962) appartiene al genere della narrativa del XX secolo. Il titolo è:
- *Simbolico* (la rosa).
- *Eponimo* (presenta il nome del personaggio, Miss Emily).
- *Anticipatorio* (suggerisce ciò che accadrà più tardi).
Questa storia è divisa in tre capitoli (o sezioni).
Capitolo I: La Morte di Miss Emily
Il Capitolo I inizia con la presentazione della protagonista, la *Signorina Emily*, introdotta attraverso l'annuncio della sua morte. Emily rappresenta il *Sud* (degli Stati Uniti), il *razzismo*, la *discriminazione* e l'appartenenza alla vecchia *nobiltà* e buona società. Tutta la città partecipa al funerale, spinta dalla *curiosità* e dal senso di mistero che la circonda.
La casa è un *monumento caduto* (metafora) che simboleggia gli ideali con cui Emily muore, rappresentando l'ala importante dell'aristocrazia. Viene introdotto anche un vecchio servitore, il cui nome non viene menzionato (Tobe), che incarna l'ideologia di Miss Emily e introduce il concetto di *schiavitù*.
Il Conflitto Temporale e Sociale
La descrizione della casa (che si affaccia sulla strada principale) funge da *timbro temporale*, riportando al passato. La strada “una volta era la nostra strada principale, ora non lo è”. Questo rappresenta Miss Emily stessa, che è rimasta *congelata nel tempo*, non adattandosi alla nuova società.
Il narratore plurale (“noi”) rappresenta il *sentimento collettivo* degli abitanti di Jefferson (città fittizia). La città avanza, ma Emily rimane ferma, aggrappata al passato. Anche dopo la morte, è considerata parte della classe superiore. Vengono menzionate le tombe dei soldati nella battaglia di Jefferson.
Viene utilizzata la tecnica della *prolessi* (o preposterazione) per marcare il tempo, come l'episodio del 1894.
L'episodio delle tasse: Il broker (o Colonnello Sartoris, come suggerito dal contesto faulkneriano, qui chiamato “Coror”) aveva esentato Emily dalle imposte. Questo episodio sottolinea come Emily viva in un tempo isolato, non riconoscendo l'autorità moderna. Si evidenzia l'*antitesi* tra la nuova generazione (con idee più moderne) e gli ideali *conservatori* di Emily.
Quando le autorità moderne le chiedono di pagare, il documento che presenta è arcaico, con una firma sbiadita e inchiostro pallido, a indicare la sua antichità. Miss Emily è descritta come *altezzosa*, *arrogante* e *indifferente*. La società l'ha trascurata e respinta per le sue ideologie, ma lei si è anche *separata volontariamente*.
Descrizione e Simboli
Esiste un *parallelismo* tra Miss Emily e la sua casa: la stanza è descritta con *mobili pesanti*. L'immagine del padre, che rimane nella sala centrale anche dopo la sua morte, è un altro tentativo di *fermare il tempo*.
La descrizione fisica di Emily: grassa, con una struttura scheletrica piccola. Viene usato un *paragone*: “Sembrava gonfia, come un corpo immerso a lungo nell'acqua”.
Simboli del passato: la *catena d'oro* e il *bastone d'ebano* con manico d'oro. Emily vive nel passato, ma ciò che le resta è solo il bastone e la catena, poiché il tempo è passato anche per lei.
Il dialogo con le autorità alla fine del capitolo: Emily non chiede di sentire, mostrando *distanza*. La sua voce è *secca, fredda e indifferente*, nuovamente ancorata nel tempo. Afferma di non avere tasse da pagare. La sua *arroganza* è evidente quando, con tono altero, chiama il servitore, Tobe, per accompagnare i signori fuori.