Spagna 1977-1982: Costituzione, Autonomie e Fine dell'Era UCD

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Patti di Moncloa e Costituzione del 1978

I Patti di Moncloa (1977)

Nel mese di ottobre 1977 furono firmati i Patti di Moncloa dal governo e dai rappresentanti dei principali partiti di opposizione, sindacati e organizzazioni datoriali. Si riuscì a ridurre il disavanzo con l'estero e a far calare l'inflazione, ma la loro applicazione fu limitata dalla seconda crisi petrolifera (1979).

La Costituzione Spagnola del 1978

Questa Costituzione fu il frutto del consenso tra quasi tutti i partiti politici; il testo risultante è completo, dettagliato e, in alcuni punti, volutamente ambiguo per favorire l'accordo. La Costituzione fu approvata tramite referendum il 6 dicembre 1978 con l'88% dei voti favorevoli, e promulgata il 29 dicembre.

Caratteristiche principali:

  • Definisce la Spagna come uno "Stato sociale e democratico di diritto".
  • Riconosce la sovranità popolare.
  • La forma di governo è una monarchia parlamentare. Il monarca è il Capo dello Stato, ma il suo potere è fortemente limitato: regna ma non governa.
  • Stabilisce la divisione dei poteri e Cortes Generales (parlamento) bicamerali, i cui membri sono eletti a suffragio universale.
  • La Spagna è definita come unità nazionale, ma riconosce e garantisce il diritto all'autonomia delle nazionalità e regioni che la compongono, dotandole di ampie competenze e autogoverno.
  • Il castigliano è la lingua ufficiale dello Stato, ma le altre lingue spagnole sono co-ufficiali nelle rispettive Comunità Autonome.
  • Lo Stato è aconfessionale.
  • Sono riconosciuti ampi diritti e libertà fondamentali.
  • Include una serie di principi relativi allo sviluppo sociale ed economico.

In sintesi, costituisce una Costituzione politicamente progressista, frutto del consenso, che ha permesso che il suo sviluppo legislativo fosse portato avanti sia da governi di sinistra che di destra democratica.

Consolidamento Democratico e Crisi dell'UCD (1979-1982)

Dopo l'adozione della Costituzione, Adolfo Suárez sciolse le Cortes e indisse nuove elezioni generali per il marzo 1979, vinte nuovamente dall'UCD (Unión de Centro Democrático).

Lo Sviluppo dello Stato delle Autonomie

Questo periodo vide lo sviluppo dello Stato delle Autonomie. Si stabilì la possibilità per tutte le regioni di accedere all'autonomia. Queste dovevano dotarsi di organi legislativi (Parlamenti autonomici) eletti a suffragio universale e di organi esecutivi (Governi autonomici). Si stabilirono due vie di accesso all'autonomia, che permettevano un diverso livello di competenze iniziali. La procedura più rapida (articolo 151) era prevista per le 'nazionalità storiche' (Paesi Baschi, Catalogna, Galizia) e per altre regioni che soddisfacessero determinati requisiti e ratificassero lo statuto tramite referendum (come l'Andalusia). Furono approvati gli Statuti di Autonomia e create le relative istituzioni. I primi furono quelli catalano e basco nel 1979, seguiti da quello galiziano e andaluso nel 1980, e successivamente tutti gli altri, fino a costituire le 17 Comunità Autonome attuali. Il risultato fu la fine dello Stato centralizzato e l'inizio di un processo di decentralizzazione complesso.

Il Governo UCD e le Sfide Politiche

Si tennero inoltre le prime elezioni comunali democratiche (aprile 1979), con la vittoria delle sinistre (principalmente PSOE e PCE) nelle grandi città, preannunciando le difficoltà per l'UCD. Furono approvati lo Statuto dei Lavoratori e la legge sul divorzio. La Spagna entrò nella NATO, nonostante una forte opposizione da parte della sinistra. Il PSOE (Partido Socialista Obrero Español) rinunciò al marxismo dopo un congresso straordinario e indurì la sua opposizione al governo. Il PCE (Partido Comunista de España) attraversò una crisi interna, con Santiago Carrillo che faticava a controllare il dissenso. AP (Alianza Popular) si rafforzò, accogliendo politici provenienti dall'UCD.

La Crisi dell'UCD e il Tentativo di Golpe del 23-F

L'UCD entrò in una profonda crisi. Il PSOE presentò una mozione di censura contro il governo nel maggio 1980 e Suárez iniziò a ricevere crescenti critiche all'interno del suo stesso partito. Fernando Abril Martorell, vicepresidente del governo, si dimise nel luglio 1980, seguito dalle dimissioni dello stesso Suárez nel gennaio 1981. L'UCD elesse come suo successore Leopoldo Calvo Sotelo.

Il 23 febbraio 1981 (23-F), durante la sessione di investitura di Calvo Sotelo come Presidente del Governo, ci fu un tentativo di colpo di Stato guidato dal tenente colonnello della Guardia Civil, Antonio Tejero, che occupò il Congresso dei Deputati. Contemporaneamente, a Valencia, il Capitano Generale Jaime Milans del Bosch dichiarò lo stato di guerra e fece uscire i carri armati per le strade. La mancanza di un sostegno decisivo da parte dei vertici militari e, soprattutto, la ferma condanna del golpe da parte del Re Juan Carlos I, frustrarono l'operazione.

La Vittoria del PSOE (1982)

Il governo di Calvo Sotelo non riuscì a fermare la disgregazione dell'UCD, che subì l'abbandono di importanti personalità sia dell'ala destra che di quella sinistra del partito. Nelle elezioni generali dell'ottobre 1982, il PSOE, guidato da Felipe González, ottenne una storica vittoria con maggioranza assoluta. Questo evento segnò la fase conclusiva della transizione democratica spagnola e l'inizio di una nuova era politica.

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