Spazio, Tempo e Categorie in Kant: Fondamenti della Conoscenza
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Spazio e Tempo come Forme a Priori
Spazio e tempo sono forme a priori, elementi formali che il soggetto possiede; sono intuizioni pure. Ogni sensazione è multiforme e si verifica nello spazio e nel tempo. Lo spazio non è empirico, è la condizione di possibilità dei fenomeni, oltre a essere una grandezza infinita. La geometria si occupa della grandezza, come l'aritmetica del tempo; la geometria si configura come conoscenza sintetica a priori. Non è una proprietà degli oggetti, ma il modo in cui percepiamo i fenomeni dei sensi esterni.
Il tempo è il fondamento di tutti gli effetti; gli eventi non sono simultanei ma successivi. È una forma pura dell'intuizione sensibile ed è unico. Pertanto, è alla base degli elementi a priori della teoria generale del movimento. Se lo spazio è proprio di tutti i fenomeni del senso esterno, il tempo lo è del senso interno; ma, dato che il senso esterno si riduce all'interno, allora tutto ciò che è spaziale è anche temporale, come affermava Cartesio. Allo stesso modo, l'aritmetica si basa sul tempo e lo spazio è riducibile al tempo, quindi la geometria è riducibile all'aritmetica. Il tempo non esiste di per sé, ma è la forma del senso interno e la condizione formale a priori di tutti i fenomeni.
Le intuizioni pure permettono l'esistenza di giudizi sintetici a priori in matematica.
Le Categorie dell'Intelletto
Le categorie sono intese come il tempo e lo spazio della sensibilità; sono forme a priori, come lo sono le categorie stesse. Le forme dei concetti dell'intelletto devono essere pure, non devono appartenere all'intuizione e devono essere incrementali; quindi, i concetti puri dell'intelletto sono le categorie. Kant individua 12 categorie, raggruppate in 4 sezioni. La forma delle categorie è utile per pensare agli oggetti e per unificare le aree. Le categorie hanno la funzione di unire in modo sintetico.
Le categorie possono essere applicate solo all'esperienza, non al di là dell'esperienza possibile; devono inoltre applicarsi alle intuizioni. Le categorie non hanno alcuna applicazione se separate dalla sensibilità e possono essere applicate solo alle intuizioni; in caso di applicazione empirica, i concetti empirici non hanno intenzioni, sono categorie vuote. Le categorie non hanno alcun significato empirico, quindi non si possono applicare a Dio. Esse si deducono dai tipi di giudizio.
I Postulati della Ragion Pratica
Nei postulati della ragion pratica troviamo un aspetto positivo e uno negativo. Quello negativo deriva dalla "Critica della ragion pura", secondo cui la metafisica non è scienza e non lo è mai stata, perché non è possibile formulare giudizi sintetici a priori, dato che le categorie non si applicano a Dio, ma ai fenomeni e alle intuizioni pure.
L'aspetto positivo consiste nel fatto che, prevenendo la speculazione metafisica, ci permette di recuperare incontaminati la ragion pratica, Dio, l'anima immortale e la libertà; questo è ciò di cui la ragion pratica ha bisogno. I postulati della ragion pratica sono il ponte tra teoria e pratica. I postulati sono affermazioni che non possono essere provate, ma che vengono accettate come base.
I Tre Postulati
- Libertà: si presume che siamo liberi, perché l'uomo non lo è necessariamente, ma dobbiamo ammettere che lo sia per poter parlare di azione morale; non possiamo incolpare moralmente nessuno per le sue azioni se non assumiamo che l'uomo che le ha compiute fosse libero.
- Immortalità dell'anima: il senso dell'agire morale è la perfezione, che non può essere raggiunta in una vita finita; solo un'anima immortale può raggiungere la perfezione.
- Esistenza di Dio: Dio garantisce la sintesi di perfezione e felicità, che si realizza solo in Lui.