Storia di Roma: Espansione, Conflitti e Strutture Sociali della Repubblica

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L'Espansione della Repubblica Romana e la Società

Nel 266 a.C., Roma assunse il controllo della penisola italiana. Patrizi e Plebei si unirono quando la Repubblica si espanse, vivendo una fase di pacificazione sociale, definita l'età del consenso.

Questa espansione fu sostenuta sia dal Patriziato che dalla Plebe povera, poiché aumentava la superficie dell'agro pubblico, distribuendo nuove terre.

Struttura Sociale e Carriera Politica

Nel 326 a.C., la Lex Poetelia Papiria pose un limite alla schiavitù per debiti, un passo significativo per la plebe.

La nobiltà (nobilitas) era un'aristocrazia basata sia sul lignaggio che sulla ricchezza.

La carriera politica romana, nota come cursus honorum, consisteva in una serie di tappe prefissate, un percorso ascendente dalle cariche meno importanti a quelle più influenti.

Le Guerre Puniche: Roma contro Cartagine

La Prima Guerra Punica (264-241 a.C.)

Nel 264 a.C., ebbe inizio la Prima Guerra Punica. Roma occupò Messina, entrando in conflitto con Cartagine per il controllo della Sicilia. Cartagine, una potenza marittima, era governata da due magistrati supremi, un'assemblea di anziani e un'assemblea popolare.

Nonostante un trattato di amicizia del 280 a.C., la Sicilia divenne il principale terreno di scontro. La scintilla che generò il conflitto fu la disputa tra Siracusa e i Mamertini, i quali chiesero aiuto prima a Cartagine e poi a Roma. Nelle fasi iniziali, Roma era particolarmente preoccupata che Cartagine potesse occupare lo Stretto di Messina.

Nel 260 a.C., Roma ottenne una significativa vittoria navale a Milazzo. Tuttavia, nel 256 a.C., una spedizione guidata da Attilio Regolo sbarcò in Africa, dove i Romani subirono una pesante sconfitta. Nonostante ciò, nel 241 a.C., i Romani vinsero definitivamente la guerra.

Periodo Interbellico e Tensioni Crescenti

Tra il 229 e il 228 a.C., Roma condusse operazioni contro i pirati illirici. Nel 222 a.C., Claudio Marcello sconfisse i Galli.

L'oligarchia cartaginese, in particolare la famiglia dei Barca, fu penalizzata dalla sconfitta nella Prima Guerra Punica. Questa crescente influenza cartaginese in Spagna suscitò preoccupazioni a Roma.

Nel 226 a.C., Roma e Cartagine stipularono un accordo che fissava il fiume Ebro come limite all'espansione cartaginese in Spagna.

La Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.)

Nel 219 a.C., Annibale, spinto da un profondo odio per Roma, conquistò Sagunto, violando l'accordo dell'Ebro. Il suo piano era di combattere via terra, penetrando dalle Alpi per raggiungere Roma.

Nel 218 a.C., scoppiò la Seconda Guerra Punica. Annibale inflisse pesanti sconfitte ai Romani in tre battaglie: sul Ticino, sulla Trebbia e presso il Lago Trasimeno.

La più devastante sconfitta romana avvenne a Canne nel 216 a.C.. Dopo questa vittoria, l'esercito cartaginese, sebbene provato, stabilì il suo quartier generale a Capua, dove vi trascorsero cinque anni.

Nel 212 a.C., Siracusa cadde in mano ai Romani. Re Filippo V di Macedonia si alleò con Annibale e dichiarò guerra a Roma, dando inizio alla Prima Guerra Macedonica (215-205 a.C.).

Nel 211 a.C., Capua fu rasa al suolo e conquistata dai Romani, costringendo Annibale a ritirarsi.

Publio Cornelio Scipione assunse il comando in Spagna, espellendo i Cartaginesi (operazioni di Scipione: 210-206 a.C.) e convincendo il Senato a portare la guerra direttamente in Africa.

La vittoria definitiva su Annibale avvenne a Zama, in Tunisia, nel 202 a.C.. Le condizioni di pace imposte a Cartagine furono severe:

  • Cessione della Spagna e rinuncia a tutti i possedimenti fuori dall'Africa.
  • Consegna della flotta e pagamento di una pesante indennità.
  • Subordinazione di ogni iniziativa esterna al consenso di Roma.

L'Espansione Romana nel Mediterraneo Orientale

Dopo la vittoria su Annibale, Roma rafforzò il suo dominio nell'Italia settentrionale e in Spagna. In soli 70 anni, Roma era diventata una potenza militare incontrastata, avviando ulteriori operazioni militari contro la Gallia Cisalpina.

I principali regni ellenistici dell'epoca, tutti molto ricchi, erano il Regno di Siria, il Regno di Pergamo, il Regno d'Egitto e la Macedonia.

Le Guerre Macedoniche e la Conquista dell'Oriente

Nel 201 a.C., scoppiò la Seconda Guerra Macedonica, che si concluse con la vittoria romana a Cinocefale. Nel 190 a.C., nella battaglia di Magnesia, i Romani sconfissero Antioco III di Siria.

La Terza Guerra Macedonica iniziò nel 171 a.C. e si concluse con la vittoria romana nel 168 a.C.. Nel 148 a.C., la Macedonia divenne una provincia romana.

L'imperialismo romano era ormai saldamente legato a ragioni economiche e strategiche.

La Distruzione di Cartagine e Nuove Province

Catone il Censore fu un fervente sostenitore della distruzione totale di Cartagine.

La Terza Guerra Punica culminò nell'assedio di Cartagine. Nel 146 a.C., Cartagine fu rasa al suolo e divenne la provincia d'Africa. Nello stesso anno, la Grecia divenne parte della provincia di Macedonia.

Nel 133 a.C., il Re di Pergamo morì, e nel 131 a.C., il suo regno divenne la provincia d'Asia. Nel 125 a.C., fu fondata la Gallia Narbonese.

Amministrazione delle Province e Disuguaglianze Sociali

Governo Provinciale e Fiscalità

A partire dal 241 a.C., Roma iniziò ad appoggiarsi alle classi dirigenti locali nelle province. I pretori detenevano ampi poteri sull'amministrazione della giustizia.

Le funzioni del governatore provinciale erano molteplici:

  • Politico-militare
  • Giudiziaria
  • Fiscale

I provinciali erano considerati sudditi e dovevano versare imposte all'erario romano. Esistevano diverse tipologie di imposte: fondiarie, personali e indirette. I pubblicani erano gli esattori incaricati della riscossione.

La corruzione e il malgoverno si diffusero rapidamente, tanto che nel 149 a.C. fu istituito un tribunale per giudicare i reati di malversazione.

Classi Sociali e Potere Politico

Con l'espansione, crebbero anche le disuguaglianze sociali. I Senatori erano gli esponenti della nobiltà, mentre i Cavalieri (equites) traevano grandi guadagni da attività commerciali e finanziarie, pur essendo esclusi dalle cariche pubbliche più elevate.

Nel 218 a.C., la Lex Claudia limitò le attività commerciali dei senatori, favorendo così i cavalieri, che trassero molti profitti dagli appalti pubblici concessi ai privati.

Il Senato divenne il baricentro della politica romana. Nel II secolo a.C., iniziò a nominare i governatori delle province e a istituire tribunali speciali. Le famiglie senatorie, da sempre, influenzavano il voto dei comizi.

Schiavitù e Plebe Urbana

Gli schiavi costavano molto meno dei braccianti liberi, rendendo la manodopera servile economicamente vantaggiosa.

A Roma, i proletari vivevano in appartamenti in affitto. Alcuni diventavano clienti di famiglie potenti, ma in generale la plebe urbana era spesso utilizzata per manovre politiche.

Cultura e Valori Romani: Tradizione e Innovazione

Mos Maiorum e Pragmatismo

Due caratteristiche fondamentali della mentalità romana erano i costumi degli antenati (Mos Maiorum) e il pragmatismo.

A Roma si accese uno scontro culturale tra i filoellenici, aperti alle influenze greche, e i tradizionalisti, strenui difensori del Mos Maiorum.

Il più grande sostenitore della battaglia tradizionalista fu Catone il Censore. I tradizionalisti promossero provvedimenti contro il lusso, come le leggi suntuarie (dal latino sumptus, "spesa").

Il Circolo degli Scipioni, d'altra parte, contribuì a elaborare una sintesi tra i valori caratteristici della tradizione civica romana e l'ideale di perfezione ellenistico.

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