Il Teatro Francese del Seicento: Molière e l'Immortalità del Tartufo

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Nei secoli XVI e XVII, il teatro conosce un boom in tutta Europa, che culmina nello sviluppo e nel consolidamento di teatri nazionali in Inghilterra, Spagna e Francia. In particolare, in Francia, il XVII secolo è conosciuto come il Grand Siècle a causa del gran numero di autori che scrivono in quel periodo, soprattutto in ambito teatrale. Questa letteratura è caratterizzata da un forte rispetto per la classicità: essa conserva le tre unità (di azione, luogo e tempo), la separazione del tragico e del comico, lo scopo morale delle opere e il decoro poetico, evitando ciò che minaccia il buon gusto. Tra i drammaturghi francesi si annoverano, nella tragedia, Pierre Corneille e Jean Racine, e nella commedia, Molière, la cui opera Il Tartufo o l'Impostore è stata la più acclamata dalla critica e dal pubblico. Tuttavia, le sue prime rappresentazioni furono caratterizzate da polemiche: alla prima di fronte a Luigi XIV, i devoti rimasero scioccati dal suo contenuto. Così, fu vietato per cinque anni, in quanto rappresentava, si diceva, un attacco frontale alla religione. In questo periodo si tenevano rappresentazioni private dell'opera, che furono anch'esse condannate dalla Chiesa.

La Struttura del Tartufo

La struttura è quella di una commedia in cinque atti e in versi, perfettamente soggetta alla regola delle tre unità:

  • Singola azione: i problemi causati dalla presenza di Tartufo nella famiglia di Orgone.
  • Sviluppata in un unico luogo: la sala della casa di Orgone.
  • E in un solo giorno.

Il Tema Principale: Falso Devoto e Fanatismo

Il tema principale oggetto di critica è la figura del falso devoto, che aveva guadagnato importanza in Francia all'epoca. Immischiato nel governo delle case benestanti e influente dal punto di vista politico nelle decisioni del re. Tartufo è l'epitome dell'ipocrisia e della falsa pietà, contrapposto alla famiglia di Orgone, buoni cristiani dalla fede solida e sincera, che si trovano di fronte a un ipocrita che cerca di rubare l'onore della famiglia e le loro proprietà materiali. Il tema principale dell'opera è il fanatismo, che Molière intende denunciare. Ciò al fine di riflettere la situazione politica in Francia e per difendere la figura del re, che era anch'egli oggetto dei tentativi di influenza da parte dei devoti della Compagnia del Santissimo Sacramento, i quali si atteggiavano a persone di moralità completa e inattaccabile. Alla fine dell'opera si evidenzia un altro problema: solo il re può risolvere i problemi della famiglia di Orgone e, di conseguenza, quelli del popolo francese, liberandosi dall'influenza dei falsi devoti che lo circondano.

I Personaggi Principali

Tartufo

Tartufo è uno dei personaggi principali più famosi della storia del teatro. Non compare sulla scena fino a metà dell'opera, quando lo spettatore sa già che è un ipocrita grazie alla descrizione degli altri personaggi. Le sue parole pie e umili sono una perfetta manifestazione di ipocrisia. Il personaggio di Tartufo è stato descritto come l'eccellenza dell'ipocrisia, tanto che il suo nome è usato nel Dizionario della Reale Accademia di Spagna per definire l'"ipocrita e falso".

Orgone

Orgone è un ricco borghese parigino, che gode di una buona situazione sociale ed economica. Si tratta di una persona autorevole e intelligente, ma sotto l'influenza di Tartufo, si presenta come stupido e intrattabile, privo di senso dell'autorità, della volontà e del buon senso. Crede ciecamente a Tartufo, ma solo dopo aver scoperto il suo inganno diventa un uomo arrabbiato ed esagerato, che nega ogni virtù.

Dorina

Dorina è una serva fedele della casa di Orgone. Tuttavia, è molto in confidenza con la famiglia, il che le dà libero sfogo per intervenire nelle loro questioni e nel conflitto causato da Tartufo. La sua presenza è fondamentale per l'opera, poiché convince Marianna a non accettare di sposare Tartufo e a smascherare l'inganno dell'impostore. È molto intelligente e astuta, allegra, amichevole, coraggiosa, e in tutta l'opera si comporta come la voce del buon senso.

Stile e Umorismo del Tartufo

L'opera è una commedia di carattere, i cui personaggi sono definiti da uno o più tratti psicologici che simboleggiano un aspetto della natura umana o uno status sociale.

La risata ricorre spesso in situazioni comiche, mescolandosi con altre patetiche. Come nel momento in cui Orgone, nascondendosi sotto il tavolo e sollevando il tappeto che lo copre, scopre le vere intenzioni di Tartufo, che sta corteggiando sua moglie Elmira. Sono anche patetici e comici i tentativi falliti di Tartufo di sedurre Dorina. Inoltre, si ottengono effetti comici con il linguaggio:

  • L'ironia di Elmira e Dorina.
  • La ripetizione di certe frasi, come la famosa "E Tartufo? Che l'anima di Dio!" di Orgone, costantemente ripetuta.

Ogni personaggio utilizza un registro idiomatico consono alla propria condizione sociale e al proprio carattere. E, infine, la comicità di alcuni personaggi:

  • Orgone diviene un essere stupido e intrattabile sotto l'influenza dei falsi devoti.
  • Tartufo sembra ridicolo: Dorina lo descrive come "grasso ed elegante, lucido, labbra rosse..." e tuttavia, con le sue parole ipocrite, si presenta come colui che rinuncia ai piaceri della vita.
  • Dorina si rivolge costantemente al pubblico e agli occhi per creare complicità, rompendo la tensione in certi momenti.

Rilevanza dell'Opera

Il Tartufo continua ad affascinare gli spettatori per diversi motivi: la forte caratterizzazione dei suoi protagonisti, l'intelligente sviluppo della trama che alterna scene comiche e drammatiche, la saggezza della sua satira, legata al suo tempo ma che resta valida, e il suo grande carico di umorismo, sia nei personaggi che nelle situazioni o nel linguaggio.

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