Il Teatro Spagnolo del Dopoguerra: Evoluzione, Tendenze e Protagonisti

Classificato in Lingua e Filologia

Scritto il in italiano con una dimensione di 4,3 KB

Il Teatro Spagnolo del Dopoguerra: Tendenze e Autori

Il teatro dopo la Guerra Civile trovò molte difficoltà e vincoli. Alcuni di natura economica, perché non c'è molto interesse da parte dei datori di lavoro, e altri di natura ideologica, dovuti al regime politico che impone una pesante censura.

Le Difficoltà Iniziali e le Due Tendenze Principali

Si distinguono ancora una volta due tendenze principali. La prima è il teatro 'commerciale' nella linea di Benavente. Questa linea sarà più supportata dai datori di lavoro in quanto significa mettere in scena spettacoli che non disturbano lo spettatore, che manca di senso critico e cerca puro intrattenimento. Questo teatro proseguirà con diversi tipi: quello rappresentato da José María Pemán che, in linea con il precedente dramma poetico, difende valori come l'autorità, l'unità della patria, l'eroismo, il cattolicesimo... vale a dire, attraverso valori che costituiscono una chiara difesa del regime politico; un teatro d'umorismo, sfarzoso, erede dell'audacia dell'avanguardia del '27 ed è rappresentato da due grandi autori: Enrique Jardiel Poncela (Eloísa está debajo de un almendro) e Miguel Mihura (Tres sombreros de copa); e, infine, un tipico teatro borghese, erede dell'alta commedia benaventina, che presenta opere ben costruite, divertenti, che dominano l'arte del dialogo. Tra gli altri, spicca Edgar Neville (La danza).

L'Emergere del Realismo Esistenziale: Antonio Buero Vallejo

Ma alla fine degli anni '40, sarà presentato in anteprima un lavoro, Historia de una escalera (1949), che renderà noto uno dei più importanti autori di tutto il teatro del dopoguerra: Antonio Buero Vallejo. Tutta la sua produzione sarà dominata da un tema centrale, 'la ricerca di senso per la vita umana'; negli anni '40, Historia de una escalera è una rivelazione che va oltre gli schemi prevalenti del teatro commerciale e mette in scena un dramma realistico con un chiaro approccio esistenziale, in linea con ciò che accade nella poesia e nella narrativa.

Il Teatro Sociale e Impegnato (Anni '50 e '60)

La seconda fase della sua produzione (degli anni '50 e '60) presenta un teatro più complesso, con contenuti più sociali ed etici che esistenziali. Opere come Il concerto di Sant'Ovidio o Il lucernario saranno i precursori del teatro 'sociale'. Un nuovo, giovane pubblico, proveniente dalle università, e una leggera politica di apertura del regime favoriranno la comparsa di un teatro legato alla protesta sociale, sulla stessa linea della poesia impegnata e del romanzo sociale contemporaneo. Sarà un dramma realistico e semplice che andrà a denunciare problemi specifici, l'ingiustizia sociale, e che gli autori, in ultima analisi, utilizzeranno come strumento di critica sociale. In questa nuova generazione si include Lauro Olmo (La camicia).

Sperimentazione e Nuove Proposte (Anni '70 e '80)

La terza fase di Buero Vallejo, di stile sperimentale, con nuove tecniche teatrali e contenuti politico-sociali ed etici, è connessa con il teatro degli anni '70 e '80. I suoi lavori più importanti di questo periodo sono La storia del dottor Valmy e La Fondazione. Il dramma di questi anni è il superamento del 'realismo' verso un'estetica sperimentale, europea e americana. Questa 'nuova arte teatrale' è composta da un teatro critico, per lo più chiuso (=> il lavoro delle minoranze). Tra gli altri autori, si notano i Joglars, rappresentanti del teatro di gruppo e delle comunità che vivono l'esperienza teatrale; Francisco Nieva, con il suo teatro politico, ricco di parabole e allegorie; e Francisco Arrabal, come esponente del teatro indipendente (teatro irrazionale, simbolico, chiuso): Il cimitero delle automobili.

Il Ritorno al Realismo Tradizionale (Anni '80)

Entro gli anni '80, la linea si modera e il dramma diventa più realistico e tradizionale. Fernando Fernán Gómez ha successo con Le biciclette sono per l'estate, e il teatro si avvicina alla farsa, come Bajarse al moro di Alonso de Santos.

Voci correlate: