Temi d'Amore e Assenza nella Poesia Spagnola e Italiana
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Sonetti d'amore di Lope de Vega
Andare e Restare
Analisi
Si tratta di una poesia d'amore il cui tema principale è l'assenza della persona amata, la separazione. L'analisi si concentra sulle immagini che caratterizzano l'amore, sui verbi opposti e su un riferimento alla mitologia.
Dal primo verso vengono utilizzati verbi opposti (Andare e restare, ed essere diviso), attraverso i quali il poeta cerca di spiegare che, in assenza della persona amata, una parte di sé se ne va, ma la mente rimane. Si descrive la divisione del cuore (senza anima e andando dietro ad un'altra anima), come se la sua anima fosse rimasta con lei e lui con essa. Successivamente, riferendosi all'episodio di Ulisse (ascoltare la dolce voce di una sirena, e non potersi liberare da un albero), e confrontando il suo amore con quello di Ulisse, entrambi affetti da una forma di amore a distanza, si tenta di spiegare come egli senta ancora la sua voce, ma non riesca a liberarsi dagli ostacoli per raggiungerla di nuovo.
Successivamente, si presenta l'immagine di una candela che si consuma (come candela brucia, come la candela bruciata e consumata), in cui l'amore è la fiamma che dà vita e morte, ora illuminante, ma che si sta consumando. La frase (con le torri sulla sabbia morbida) offre un'altra caratteristica di una persona innamorata e passionale: l'idea di proiettare sogni e fantasie, senza sapere quanto sia instabile il terreno su cui l'edificio non ha supporto. Poi, usando la frase (che cadono dal cielo, ed essere il male nel dolore e nel rimpianto mai), il poeta si descrive come un malato, ma senza rimpianto, perché in questo modo si ricorda ancora, scendendo dalla felicità all'infelicità, ma senza pentirsi.
Si presenta poi l'immagine di un amante che parla da solo (parlare con silenziosa solitudine), come se fantasiosamente raccontasse della sua vita e immaginasse conversazioni con lei. Si sostiene inoltre che l'amante pensa che il suo amore sia l'ordine eterno (rimane sulla pazienza la fede, il tempo e quello che viene chiamato eterna).
Così si vive in un'illusione, pensando costantemente che in ogni momento si sarà di nuovo (credo sospetti e negare le verità). Il sonetto termina con la frase (che è ciò che il mondo chiama assenza, il fuoco nell'anima, e l'inferno), dove il fuoco sostituisce l'amore e l'inferno rappresenta le conseguenze dell'amore.
Svenire, Osare
Analisi
Questa poesia riguarda la bipolarità dei sentimenti di chi è innamorato, espressa attraverso l'uso di verbi opposti. Un'altra risorsa stilistica utilizzata è il colpo di scena finale, che rivela il significato del poema e colpisce il lettore.
Nella prima strofa si può osservare una serie di aggettivi opposti che intendono mostrare l'amore come uno stato di squilibrio.
A partire dalla seconda strofa (non trovato ben al di fuori del centro e di riposo), il poeta cerca di spiegare che senza la persona amata (l'oggetto della poesia), non troverebbe la felicità, intesa come centro di riposo e stato di nirvana. Segue un'altra serie di aggettivi opposti.
Nella terza strofa si parla di come l'amore inganni costantemente, convincendo che il rapporto sarà eterno (faccia a ripulire la delusione). Si mostra poi un confronto tra l'amore e il veleno (liquore bere veleno morbido), dove l'amore è presentato come qualcosa di squisito, meraviglioso, bello, ma che in fondo è qualcosa che distrugge lentamente.
Nella quarta strofa si afferma che è impossibile credere che non ci possa essere felicità nell'amore, in quanto esso è una delusione. Questo può essere interpretato come un contrasto tra inferno e paradiso, e tra amore e felicità (crediamo che un paradiso all'inferno è, dare vita e anima di una delusione). Il componimento termina infine con un colpo di scena in cui il lettore scopre finalmente il significato del pezzo poetico: (questo è amore, chi l'ha provato lo sa).
San Martino del Carso
Di queste case
non è rimasto
che qualche
pezzo di muro.
Di molti
che sono stati raggiunti
non è rimasto
neanche questo.
Ma al cuore
non manca alcuna croce.
Il mio cuore
è il più devastato.
Analisi
Questa poesia riguarda la perdita dei propri cari e utilizza risorse esterne, come le immagini della devastazione di un ambiente esterno. Per comprendere la poesia, è necessario mettere in relazione un'immagine con l'altra, essendo questa una forma diretta di espressione. Il poeta invita il lettore a mettere in relazione queste strutture parallele per ottenere l'effetto desiderato, ampliando i propri sentimenti.
In primo luogo, è possibile vedere un'immagine di devastazione nella città (di queste case non è rimasto che un pezzo di muro), che viene associata a una sensazione di perdita dei propri cari (di molti che sono stati raggiunti non è rimasto neanche questo).
Si confronta quindi il cuore con un cimitero, il che evoca una forte emozione. Le croci rappresentano tutte le persone che amava e che sono morte, ma che egli ha ancora in mente (ma al cuore non manca alcuna croce).
Infine, l'autore conclude la poesia, facendo l'analogia tra l'immagine esterna della distruzione di una città e un'immagine interna del proprio cuore.