Tendenze e Protagonisti dell'Arte tra Illuminismo, Neoclassicismo e Preromanticismo
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Le Diverse Tendenze dell’Arte Illuministica
Nella seconda metà del Settecento, l’arte è dominata dalla cultura dell’Illuminismo. L’intellettuale illuminista ha come obiettivo di rivolgersi a un pubblico ampio. Spesso questo intellettuale è un poligrafo, cioè scrive opere di generi diversi, e la sua attività è caratterizzata dal desiderio di incidere concretamente sul reale e di essere utile alla società.
L’arte e la letteratura sono segnate da due tendenze diverse: il Neoclassicismo e il Preromanticismo.
La prima tendenza è quella dominante perché si concilia perfettamente con l’idea illuministica che l'arte debba ispirarsi alla ragione. La tendenza preromantica, invece, si afferma soprattutto in Inghilterra e in Germania ed esprime una concezione del tutto diversa nei confronti dell’Illuminismo e del Neoclassicismo, che sarà alla base del Romanticismo che dominerà nel successivo secolo XIX.
Il Neoclassicismo
Il Neoclassicismo è un movimento che reagisce agli eccessi del Barocco, rilanciando i valori classici dell’equilibrio e dell’armonia, legati al pensiero illuminista: l’arte deve ispirarsi alla ragione.
In Italia, Giuseppe Parini esprime bene questo indirizzo, che verrà ripreso anche da Ugo Foscolo nei Sepolcri. L’affermazione del Neoclassicismo va messa in collegamento alla nascita dell’archeologia e agli scavi di Ercolano e Pompei.
Non a caso, il teorizzatore del Neoclassicismo è l’archeologo tedesco Winckelmann, il quale sostiene che l’arte è attività creativa, non imitativa o mimetica. Il Bello Ideale non si raggiunge riproducendo il bello naturale, ma realizzando una sintesi dei singoli aspetti belli presenti in natura. Gli ideali di grazia e di armonia devono realizzare una nobile semplicità.
Le Inquietudini del Neoclassicismo
Il Neoclassicismo rischia di rendere l’arte innovativa una semplice imitazione di modelli antichi. Il bello artistico può anche essere associato a percezioni del tutto soggettive, di ansia e di paura. Nascono così all’interno della stessa arte neoclassica elementi che anticipano il Romanticismo dell’Ottocento. Per esempio, Goethe e Foscolo sviluppano un sentimento inquieto e nostalgico per la classicità.
Il Preromanticismo
Questa nuova sensibilità inquieta prende il nome di Preromanticismo. È forte in Inghilterra e in Germania ed è caratterizzato dall'attenzione alla soggettività, dalla rappresentazione di paesaggi che rispecchiano lo stato d’animo e dalla valorizzazione del sentimento.
L’Ossianesimo Inglese
In Inghilterra, James Macpherson tradusse alcuni frammenti di canti epici dei bardi e se ne servì per comporre un poema attribuito a un leggendario cantore gaelico di nome Ossian. Si trattava di un falso storico che però riscosse un successo enorme. I Canti di Ossian (1765) esaltano il mito della natura umana primitiva e di un Medioevo, culla dello spirito popolare delle nazioni. Nei Canti di Ossian, l’epoca a cui ispirarsi non è l’antichità classica, ma quel Medioevo che gli illuministi neoclassici giudicavano espressione di oscurità e barbarie.
Lo Sturm und Drang
Ispirato alle teorie dell’Ossianesimo e contro il classicismo francese, lo Sturm und Drang (tempesta e assalto) si è sviluppato in Germania fra il 1770 e il 1785. I principali punti della poetica sono:
- Al centro della poesia e del dramma c’è il sentimento della natura, vissuta come forza grandiosa e possente.
- L’arte deve esprimere il carattere della nazione tedesca.
- L’artista è considerato un genio creatore che si afferma grazie al titanismo: un individuo che non rispetta canoni e regole, ma obbedisce soltanto alla forza dei propri sentimenti.
Vita di Ugo Foscolo
Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante (appartenente alla Repubblica Veneta). Intorno al 1793 si trasferisce a Venezia. Intorno al 1801, suo fratello muore suicida e nello stesso periodo Foscolo pubblica le Ultime lettere di Jacopo Ortis.
Quando Napoleone compì la sua prima discesa in Italia, Foscolo sostiene la causa della Francia rivoluzionaria. Con il Trattato di Campoformio (1797), che sancisce la cessione di Venezia all’Austria, la delusione del poeta è grande. Così si trasferisce a Milano, dove conosce Parini e Monti.
Nel 1804 parte per la Francia al seguito dell’esercito napoleonico. Nel 1806 lascia la vita militare e torna a Venezia, dove incontra Pindemonte, al quale dedica il poemetto Dei Sepolcri. Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia, torna a Milano dove riprende il servizio nell’esercito per tentare di salvare l’indipendenza del Regno d’Italia. Nel 1815 fugge in esilio, prima in Svizzera, poi in Germania e infine in Inghilterra, dove muore nel 1827.
La Formazione Giovanile e Culturale
Gli anni decisivi per la formazione culturale di Foscolo sono quelli veneziani, in cui riceve una formazione classica e umanistica. Negli anni dell’università a Padova, alcuni compagni di studio lo indirizzano alla politica e Foscolo guarda con entusiasmo ai nuovi ideali rivoluzionari.
Un ruolo importante è quello con l'Illuminismo, in cui il poeta riprende la visione laica della storia e della società e il materialismo, ma rifiuta la concezione dell’intellettuale e del sapere. Gli illuministi avevano rinnegato l’immagine dell’intellettuale come letterato, facendone uno scienziato. Foscolo vede nell’intellettuale il portatore della coscienza collettiva.
Inoltre, è anche l’erede di Vittorio Alfieri, di cui recupera la rappresentazione drammatica dei conflitti sociali. Tra gli autori del Settecento più importanti nella sua formazione ci sono anche Giambattista Vico e il pensiero politico di Machiavelli, che aveva lucidamente denunciato la brutalità dei rapporti sociali e il carattere oppressivo del potere.
La Poetica di Foscolo
Foscolo riprende alcuni aspetti della cultura illuministica, come la visione laica della storia e del materialismo, mentre ne respinge la concezione dell'intellettuale, da lui considerato come il portatore della coscienza collettiva e non come uno scienziato al servizio della società.
Foscolo rifiuta anche i miti illuministici del progresso e della scienza, mentre valorizza la poesia che esprime un pessimismo di fondo verso la storia e la società. Nella poesia foscoliana sono presenti anche aspetti preromantici, come l'inquietudine dell'individuo di fronte a una realtà deludente, e soprattutto aspetti neoclassici, come la ricerca della perfezione formale della poesia e della bellezza come valore assoluto.
Lo Stile
Lo stile adottato da Foscolo rispecchia pienamente la sua poetica classicista, con la tendenza a un lessico aulico e arcaizzante, spesso costituito da latinismi. La stessa tendenza si registra anche nella prosa romanzesca.
Nella poesia di Foscolo è inoltre frequente un’altra marca dello stile classicistico, l’inversione sintattica. Il verso preferito da Foscolo è l’endecasillabo che nei Sepolcri, nelle tragedie e nelle Grazie è libero, cioè privo di rime. Soprattutto nei Sepolcri, questa misura metrica si accompagna all’uso dell'enjambement.
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis sono un romanzo epistolare scritto sotto forma di raccolta ordinata delle lettere indirizzate dal protagonista Jacopo all’amico Lorenzo Alderani. Nell’opera ci sono anche lettere destinate all’amata Teresa e ad altri corrispondenti. La struttura e molti temi del romanzo sono tratti dai grandi romanzi epistolari europei (come I dolori del giovane Werther di Goethe).
L’originalità dell’Ortis deriva dalla presenza di elementi autobiografici: Foscolo proiettò il proprio carattere passionale e le proprie esperienze politiche e sentimentali.
Struttura e Trama
Il romanzo è formato da due parti:
- Nella prima parte, dopo il Trattato di Campoformio, Jacopo Ortis si ritira in un podere sui Colli Euganei. Qui si innamora di Teresa, ma lei è già promessa sposa a Odoardo.
- Nella seconda parte, Jacopo parte per un viaggio attraverso l’Italia e ha modo di confrontarsi con le ingiustizie dei nuovi governi repubblicani instaurati dai francesi. Tornato sui Colli Euganei, dopo aver saputo che Teresa si è sposata, la incontra per l’ultima volta strappandole un bacio. Qui Jacopo si suicida pugnalandosi al cuore.
Crisi degli Ideali e Temi Centrali
Nell’Ortis, la cultura illuministica di Foscolo e i valori incarnati dalla Rivoluzione Francese entrano in crisi. Viene meno ogni fiducia positiva negli ideali civili e nella storia, e i valori che il protagonista insegue risultano dunque vani e privi di significato. Il suicidio di Jacopo mostra la vanità delle illusioni giovanili di Foscolo: l’amore e la poesia.
- All’amore corrisponde il personaggio di Teresa, portatrice di una bellezza angelica ma sfuggente.
- Alla poesia spetterebbe il compito di superare i contrasti interiori e far ritrovare una dimensione di equilibrio, ma questo tentativo è per Jacopo un tentativo mancato.
Il Tema Amoroso
L’altro tema dominante è l’amore, ma l’amore per Teresa non può essere coronato e la morte diventa allora, anche in questo caso, l’unico possibile gesto di protesta.
L’Elemento Lirico e Tragico
In Italia, il genere romanzo aveva preso piede come racconto avventuroso e fantastico. Foscolo si è ispirato a modelli lirici piuttosto che romanzeschi: l’interiorità di Jacopo è l’unico elemento forte della rappresentazione.
Oltre alla componente lirica ve ne è anche una tragica. Di tragedia si può parlare sia relativamente allo stile sia per quanto riguarda la struttura: la vicenda di Jacopo è in effetti quella di un eroe tragico. Si uccide come l’Aiace nella tragedia omonima che Foscolo scriverà alcuni anni più tardi. Come l’eroe greco, Jacopo si trafigge con un pugnale e non con la rivoltella.
Le Poesie: Odi e Sonetti
Gli scritti poetici approvati da Foscolo sono due odi e dodici sonetti.
Le Odi
Le due odi foscoliane sono un esempio del Neoclassicismo settecentesco e si ispirano all’opera di Parini. Entrambe prendono spunto da vicende realmente accadute a due donne conosciute dal poeta: l’amica genovese Luigia Pallavicini e la milanese Antonietta Fagnani Arese, amante del poeta. Entrambi i componimenti cantano il mito della bellezza.
Le odi corrispondono a fasi diverse dell’esperienza poetica foscoliana:
- A Luigia Pallavicini caduta da cavallo rispecchia il gusto del Settecento arcadico, trasfigurando la destinataria in un ideale di pura bellezza.
- All’amica risanata rivela l’esistenza di una realtà fatta dagli abiti e dalle azioni dell’amata; alla bellezza della donna corrisponde cioè una bellezza della poesia.
I Sonetti
I quattro sonetti più celebri sono:
- Alla Sera: accosta i due motivi profondi della personalità foscoliana, l’aspirazione all’equilibrio e il tempestoso spirito guerriero, che si placa solo con la sera, tradizionale immagine di morte che porta alla pace nell’animo.
- A Zacinto: unisce elementi biografici a motivi mitici, ricordando il fascino della propria isola natale e paragonando il proprio destino a quello di Ulisse.
- Alla Musa: riflette su come le difficoltà della vita personale e della storia italiana abbiano allontanato le prospettive di bellezza annunciate dalla poesia.
- In morte del fratello Giovanni: stabilisce tra il poeta e il fratello morto suicida nel 1801 un legame fondato sulla sventura e sulla necessità di trovare conforto nella tomba.
Il Carme Dei Sepolcri
Nel 1806 fu annunciato l’Editto di Saint Cloud, che imponeva la sepoltura nei cimiteri pubblici fuori dalle mura cittadine e regolamentava le iscrizioni sulle tombe. Nell’estate di quello stesso anno, Foscolo partecipa a una discussione con l’amico Pindemonte sul problema delle sepolture. Da questa discussione nasce l’idea del carme Dei Sepolcri.
Il carme è formato da 295 endecasillabi sciolti. La tomba diventa il luogo simbolico di tutta la storia della civiltà umana. Il poemetto è diviso in quattro parti:
- Dichiara in che cosa consiste l’utilità delle tombe.
- Passa in rassegna le diverse concezioni della morte che si sono succedute in Occidente.
- Si sofferma sulla relazione tra la dimensione privata e quella collettiva della morte.
- Riflette sulla funzione della poesia nella trasmissione della memoria.
Genere e Stile
Dei Sepolcri è un’opera dalla difficile classificazione. Viene definito carme nella prima edizione per dare solennità al componimento, ma nelle lettere foscoliane è chiamato epistola per la presenza di un destinatario. I numerosi temi filosofici trattati dal testo possono far considerare i Sepolcri anche un poemetto filosofico.
Lo stile dell’opera è sempre denso ed elevato. Il lessico è ricercato e ricco di raffinate metafore tratte dalle immagini della classicità.
I Temi Centrali
La divisione in quattro parti del carme è funzionale allo sviluppo di quattro nuclei tematici distinti:
- Utilità delle tombe: Si affronta il tema dell’utilità delle tombe e dei riti dedicati ai morti. I sepolcri permettono ai vivi di mantenere un contatto con chi non c’è più attraverso la memoria.
- Concezioni della morte: Foscolo presenta una descrizione dei vari usi e delle varie concezioni che si sono susseguiti rispetto alla morte nel corso della civiltà umana. Criticando il modello cattolico medievale, egli approva invece quello della civiltà classica, dove il legame tra vivi e morti è garantito dal modo intimo di colloquiare con gli estinti.
- Significato pubblico e privato: Si tratta il rapporto tra significato privato e quello pubblico della morte. Le tombe dei grandi uomini invitano a proseguire l’opera sul piano culturale, artistico e politico. Ne è prova la Chiesa di Santa Croce a Firenze, dove sono sepolti alcuni grandi del passato.
- Funzione della Poesia: Foscolo riflette sul valore morale della morte che compensa le ingiustizie della vita. La morte ha quindi una funzione positiva anche nel mondo terreno, ma è necessario che qualcuno si dedichi a tutelare e onorare la memoria dei grandi.
La Morte e il Significato della Vita
La conclusione foscoliana è che la morte è un valore morale perché compensa le ingiustizie della vita, riconoscendo i meriti dei migliori e garantendo loro la gloria meritata. È necessario tutelare e onorare la memoria dei grandi. Ciò che permette di celebrarne le virtù e di conservarne il ricordo nelle generazioni successive è la Poesia. La poesia è quindi portatrice dei valori sui quali si fonda la civiltà umana, oltre che la forma privilegiata della loro sopravvivenza nel tempo.