Trasformazioni Tecnologiche e Sociali della Seconda Rivoluzione Industriale
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La Seconda Rivoluzione Industriale: Contesto e Sviluppo
Crescita Demografica e Contesto Globale
Alla fine del XIX secolo si verificò una grande crescita demografica: infatti, la popolazione mondiale era raddoppiata, passando da circa 200 milioni nel 1800 a 430 milioni nel 1900. D'altra parte, l'emigrazione massiccia aveva determinato un incremento di popolazione nelle Americhe. Alla crescita impetuosa del cosiddetto "mondo dell'uomo bianco" corrispondeva il declino relativo dell'Asia e dell'Africa. Insieme alla popolazione, crescevano anche le città.
I Caratteri della Seconda Rivoluzione Industriale
La ricchezza tendeva a concentrarsi nel mondo europeo e americano. Nel 1880 il reddito pro capite era raddoppiato rispetto all'inizio del secolo, mentre nel 1913 era triplicato. L'Europa era diventata il continente più ricco, potente e sviluppato. A determinarne la crescita contribuì la rivoluzione tecnologica che, già negli ultimi decenni dell'Ottocento, registrò la nascita di innovazioni che ancora oggi risultano fondamentali:
- Il telefono (1876)
- La lampadina (1879)
- La bicicletta
- L'aeroplano
- La radio
- ecc.
Questa serie di innovazioni decretò la nascita della Seconda Rivoluzione Industriale. Quando si usa il termine "rivoluzione", si va a definire un fenomeno che segna una netta discontinuità con le età precedenti, anche se in quegli anni erano ancora presenti caratteristiche appartenenti alla Prima Rivoluzione Industriale, come la tecnologia a vapore e l'uso del ferro.
Anche per le fonti di energia, il carbone restava quella più importante, mentre quelle nuove, come l'elettricità e il petrolio, non avevano ancora assunto l'importanza odierna. Decisiva fu la realizzazione di un motore piccolo, leggero e potente: si trattava del motore a scoppio, che usava come carburante la benzina e che permise di produrre prima le automobili e poi gli aerei. Nacque così anche l'industria chimica, con la realizzazione di macchinari più efficienti costruiti in acciaio, materiale che divenne così il più utilizzato.
La Fabbrica e la Nuova Organizzazione del Lavoro
La fabbrica fu il cuore della Seconda Rivoluzione Industriale. Inizialmente, l'operaio era ancora in parte un artigiano, possedeva una sua abilità professionale e i pezzi prodotti non uscivano dalla fabbrica tutti identici. Mediante i motori elettrici, però, le macchine a vapore furono sostituite da macchinari molto più precisi e perfezionati, capaci di produrre parti meccaniche identiche tra loro, andando ad annullare progressivamente le capacità specifiche degli operai di mestiere.
A partire dal 1893, queste innovazioni portarono a un nuovo sistema di organizzazione del lavoro: il taylorismo. Esso prende il nome dall'ingegnere americano Frederick Taylor. Secondo lui, la lavorazione di un prodotto venne suddivisa in tante fasi distinte, ognuna da svolgersi in tempi fissati dalla direzione aziendale; di fatto, il lavoro dell'uomo era regolato secondo la velocità delle macchine.
Il principio del taylorismo fu applicato nella catena di montaggio, introdotta da Henry Ford per produrre automobili. Nel 1907 fu realizzata la prima autovettura di massa, il modello Ford T, e l'automobile iniziò a divenire un bene accessibile a un numero sempre maggiore di persone. Iniziò così a nascere la produzione di massa, capace di fornire grandi quantità di prodotti con caratteristiche identiche e facilmente riconoscibili.