Il Trattato di Versailles e le sue conseguenze: Un'analisi del primo dopoguerra
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Il Trattato di Versailles e la Società delle Nazioni
L'incontro dei vincitori della Prima Guerra Mondiale a Parigi, fortemente influenzato dalla visione del presidente americano Wilson, mirava a stabilire una pace basata sul diritto internazionale, il rispetto delle nazioni, il libero scambio, il disarmo e la democrazia. Tuttavia, la Francia, desiderosa di riparazioni per i danni subiti, spinse per una linea più dura. Il Trattato di Versailles, il più importante tra gli accordi di pace, si basò sul presupposto della responsabilità tedesca nel conflitto.
La Germania fu costretta a cedere Alsazia e Lorena alla Francia, Poznan alla Polonia e parte della Prussia Orientale, separata dal resto del territorio dal corridoio di Danzica. Le colonie tedesche vennero spartite tra i vincitori. Inoltre, la Germania dovette pagare pesanti riparazioni di guerra, cedere le miniere di carbone della Saar alla Francia, rinunciare alle sue attività all'estero e alla flotta mercantile, limitare l'esercito a 100.000 uomini e vietare l'unione con l'Austria.
Altri trattati, come quello di Saint-Germain, imposero all'Austria la cessione di tutti i territori slavi e la sua trasformazione in repubblica. L'Ungheria perse l'accesso al mare e alcuni territori a favore di Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania. La Bulgaria cedette parte del suo territorio alla Grecia, mentre l'Impero Ottomano perse territori a vantaggio di Francia e Gran Bretagna.
Il Trattato di Versailles istituì anche la Società delle Nazioni, con sede a Ginevra, per garantire la pace. L'organizzazione, composta da un'Assemblea nazionale e un Consiglio con le principali potenze (Francia, Gran Bretagna, Italia e Giappone) e quattro membri a rotazione, aveva il compito di monitorare i trattati e garantire il disarmo. L'assenza degli Stati Uniti, dei paesi sconfitti e della Russia, ne limitò l'efficacia.
Conseguenze demografiche ed economiche della guerra
La Prima Guerra Mondiale causò otto milioni di morti, sei milioni di invalidi e una devastante epidemia di influenza nel 1918. La guerra segnò anche la perdita dell'egemonia europea nell'economia globale. Francia e Germania persero rispettivamente il 30% e il 22% della loro ricchezza, e tutti i paesi europei si indebitarono con gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti, principali beneficiari del conflitto, divennero leader della finanza globale, raddoppiarono il loro prodotto nazionale lordo e sostituirono la Gran Bretagna nel commercio mondiale. Il dollaro soppiantò la sterlina come valuta internazionale. Il Giappone, grazie agli ordini europei, diversificò la sua produzione industriale, aumentò le esportazioni e avviò un'espansione commerciale nel Pacifico, nel Sud-Est asiatico e in Cina.
Implicazioni politico-territoriali
La guerra portò alla nascita di nuovi stati: Polonia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Ungheria. Le dinastie degli imperi russo, austro-ungarico, tedesco e ottomano furono rovesciate.
Cambiamenti sociali
La guerra sconvolse la struttura sociale, creando nuovi ricchi e impoverendo chi viveva di un reddito fisso. L'egemonia coloniale europea iniziò a vacillare e le donne acquisirono un nuovo ruolo nella società.