Il Triennio Liberale e il Decennio Ominoso in Spagna: Rivoluzione e Restaurazione Assolutista (1820-1833)

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Il Triennio Liberale (1820-1823)

Nel 1820, il colonnello Rafael del Riego, alla guida di una compagnia di soldati in attesa di imbarcarsi per combattere nelle colonie americane, si ribellò e percorse l'Andalusia, proclamando la Costituzione del 1812. L'azione dei liberali nelle principali città e la neutralità dei contadini costrinsero il re Ferdinando VII ad accettare la Costituzione il 10 marzo. Chiese immediatamente elezioni al Parlamento. I risultati delle elezioni diedero la maggioranza ai deputati liberali, che iniziarono rapidamente un'importante opera legislativa. Inoltre, promossero la liberalizzazione del commercio e dell'industria, con la rimozione degli ostacoli alla libera circolazione delle merci.

Furono formati comuni e consigli di contea e ricostituito il corpo della Milizia Nazionale, armata di volontari, formata dalle classi medie urbane, al fine di garantire l'ordine e difendere le riforme. Tutte queste riforme suscitarono presto l'opposizione della monarchia. Ferdinando VII, che aveva accettato il nuovo regime forzatamente, paralizzò quante più leggi poté, usando il veto che gli concedeva la Costituzione.

Le nuove misure del Triennio Liberale causarono il malcontento dei contadini. Gli ex signori divennero i nuovi proprietari terrieri e i contadini affittuari potevano essere sfrattati dalla terra se non pagavano, perdendo così i loro diritti tradizionali. Da parte sua, la nobiltà tradizionale e la Chiesa guidarono la rivolta contro i governanti del Triennio e sostennero le forze assolutiste.

Le tensioni sorsero anche tra gli stessi liberali, divisi tra i moderati, favorevoli a riforme limitate che non danneggiassero le élite sociali, e gli estremisti, che chiedevano riforme radicali a favore delle classi medio-basse.

Il Decennio Ominoso (1823-1833)

Non furono tanto i conflitti e le divisioni interne a determinare la caduta del regime liberale, quanto l'azione della Santa Alleanza. Nell'aprile del 1823, i Centomila Figli di San Luigi, sotto il comando del Duca di Angoulême, irruppero nel territorio spagnolo e restaurarono Ferdinando VII come monarca assoluto. Ferdinando VII attuò una feroce repressione contro i liberali, simile a quella del 1814.

L'altra preoccupazione principale della monarchia era il problema economico. Le difficoltà del Tesoro, aggravate dalla perdita definitiva delle colonie americane, costrinsero a un rigoroso controllo della spesa pubblica. Dal 1825, il re, pressato dai problemi economici, cercò la collaborazione del settore moderato della borghesia finanziaria e industriale di Madrid e Barcellona. Questo avvicinamento aumentò la sfiducia dei settori realisti e ultramontani della corte, molto scontenti del monarca perché non aveva ripristinato l'Inquisizione e non agiva in modo più deciso contro i liberali.

A corte, questo settore, che godeva di grande potere negli ambienti della nobiltà e del clero, si riunì attorno a Carlos María Isidro, fratello del re e suo probabile successore, dato che Ferdinando VII non aveva figli.

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