Umberto Saba: Poesia, Vita e Temi Fondamentali

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VITA

Madre Cohen, di origini ebraiche, abbandonata dal marito durante la gravidanza.

  • L'assenza del padre è vista come la causa del dolore della madre, che lo chiamava Sasin.
  • Il risentimento materno, la mancanza paterna e l’educazione severa della madre condizionano la psiche dell’autore, che vive un’adolescenza irrequieta.
  • Viene affidato a una balia, Peppa Sabaz, da cui prende il cognome, forse per onorarla o perché era il nomignolo con cui lo chiamava la balia.
  • Soffre di malattia nevrotica, comincia a fumare, segue un percorso di psicoanalisi.

Conosce Carolina, detta Lina, che era stata abbandonata dallo sposo sull’altare. Nonostante non fosse una relazione stabile, nasce la figlia Linuccia.

In seguito all’emanazione delle leggi razziali, in quanto ebreo, fugge prima a Parigi e poi a Firenze.

Compra una libreria, la “Libreria Antiquaria”.

"Avevo"

  • Descrive il suo stato d’animo di rifugiato, costretto dalle leggi razziali a lasciare gli affetti più cari.
  • Parla di Trieste, che è una città bella, dove è nato, e che sente italiana.

IL CANZONIERE

  • Si ispira a Petrarca, con un impianto tradizionale.
  • È diviso in venticinque sezioni.
  • Caratterizzato da una poesia semplice e piana.
  • Ha un andamento discorsivo.
  • È il racconto di una situazione e del suo riflesso nell’anima del poeta, del senso della sua intera vita.

Accosta all'opera un saggio di critica letteraria intitolato "Storia e cronistoria del Canzoniere", con lo scopo di commentare, con uno pseudonimo in terza persona, le sezioni del Canzoniere e le singole poesie.

"AMAI"

  • Considerato il manifesto del poeta.
  • Appartiene alla sezione Mediterranee.
  • È un esempio di poesia soggettiva.

Il poeta dichiara di avere amato (azione conclusa, affamato d’amore) le parole molto usate (le cosiddette parole trite), che nessun poeta sceglieva, le rime comuni (come fiore-amore) e prive di originalità, e proprio per questo di difficile impiego.

Egli ha inoltre sempre amato la verità nascosta nel profondo di sé e dimenticata, che riaffiora con dolore; il cuore la teme e continuerà a temerla, nonostante ne ricavi giovamento. La poesia è onestà, è verità.

Egli ama i propri lettori e anche la propria opera (metafora della carta da gioco: dice che nella partita della sua vita ha avuto in mano una buona carta, ovvero la sua poesia, una consolazione che dura tutt’ora – "Amo" è al tempo presente) di cui, in un bilancio conclusivo, riconosce il valore.

Ha bisogno di essere accolto e ascoltato.

"A MIA MOGLIE"

  • Appartiene alla sezione Casa e campagna.
  • È dedicata alla moglie dopo essersi trasferiti in campagna nei dintorni di Trieste.

1ª STROFA - La pollastra

La paragona a una giovane e bianca pollastra che cammina altezzosa perché pensa che le donne siano più forti degli uomini. Questo suggerisce una piccola vena di misoginia e una scarsa intelligenza nell'animale.

  • Ripete un verso all’inizio e alla fine, dicendo che gli animali avvicinano a Dio, perché sono la parte della creazione più autentica e semplice. Questo porta a chiedersi: sua moglie è sempliciotta?
  • La gallina si lamenta sempre.

2ª STROFA - La vacca

La paragona a una vacca gravida, che produce latte, simbolo della potenza del creato femmineo.

La mucca vuole che le si facciano le coccole, un'azione dell’uomo.

Si lamenta sempre, l’uomo le dà in dono l’erba.

3ª STROFA - Il cane: fedeltà

Paragonata a una cagna dal corpo allungato, che guarda il padrone come se fosse un Dio.

  • Essa ringhia per protezione e il suo amore soffre di gelosia.

4ª STROFA - La coniglia: la figliolanza

Paurosa, prepara il nido per partorire, è attenta a chi entra.

  • Saba porta a casa lo stipendio e le dà il cibo come i radicchi.

5ª STROFA - La rondine

La rondine porta la primavera, simbolo della fanciullezza. Lina non è giovane, ma Saba è attratto da ragazze/ragazzi giovani, un modo per recuperare ciò che gli è stato tolto durante la gioventù.

  • La rondine è menzionata nel primo verso; essere paragonati a questo animale è bello perché annuncia la salute della natura.

6ª STROFA - Formica ed ape: produttive

Della formica, racconta le favole la nonna al bambino, unendo i temi della fanciullezza e vecchiaia.

L’AMORE E IL DOLORE PER SABA

Una delle cause principali del dolore è l’amore, in particolare l'amore problematico per la madre.

Il dolore è radicato nei traumi dell’infanzia (abbandono del padre, separazione dalla balia) affrontati attraverso la poesia. Si manifesta un conflitto edipico con una figura materna («madre mesta») fredda e riservata, in contrasto con la balia («madre lieta»).

Il dolore è vissuto come sentimento personale e universale, che riguarda tutti gli esseri umani e gli animali.

Saba prova un senso di colpa per il dolore che ha sofferto la moglie, come espresso in «la moglie».

IDEA DI POESIA

La poesia deve essere autentica e ricercare il vero, stabilendo un rapporto semplice e onesto con la realtà.

Deve riconoscere l’amore per la vita, senza tralasciare il dolore dell’esistenza che nasce dal recupero della coscienza.

Ci sono due modi per reagire al dolore:

  • Scrivendo poesie.
  • Accettare la vita e accontentarsi di appagarsi nelle piccole cose (mentre gli altri vivono, lui guarda ed ascolta).

"LA CITTÀ VECCHIA"

  • Appartiene alla sezione "Trieste e una donna", dedicata alla città natale e a Lina.
  • È una poesia soggettiva (uso di "mia", "io").

1ª parte - LUOGHI

Descrive la strada che spesso prendeva nella parte della città vecchia, oscura e sporca, frequentata da gente comune.

In quel momento (ripetizione del "qui") la gente dall’osteria va a casa o al postribolo; gli uomini sono ciò che resta (detrito) di un grande porto di mare (riferimento alle povere cose e all’umanità marginale che si incontrano nei vicoli del porto).

Saba ritrova un valore infinito nella gente più umile (allude al sentimento di adesione e condivisione suscitato in lui dal contatto con la gente semplice).

2ª parte - PERSONE

Dal generico al particolare, nomina chi vive lì: la prostituta, il marinaio, il vecchio che bestemmia, la donna che litiga, il soldato e il friggitore.

  • La parola "friggitore" fa rima con "amore" (abbinamento genuino), "dolore" (reciproco di amore) e "Signore" (vede una comunione con le persone che soffrono).
  • Per la giovane (la prostituta) utilizza più aggettivi, mostrando la sua attrazione per la gioventù.

3ª parte - Il POETA

In compagnia degli umili, Saba sente che il suo pensiero diventa onesto, autentico, tocca la verità, come le strade malfamate.

LEGAME CON TRIESTE

Il legame di Saba per Trieste è di tipo filiale: egli l’ama profondamente, ma sente di non essere ricambiato, si affligge perché i suoi concittadini sono poco disposti a riconoscere le sue doti di poeta.

  • Usa degli ossimori: «scontrosa grazia» o «seno amaro».

Saba si propone di fare di Trieste una città italiana, legandola alla tradizione letteraria della nazione cui ancora non apparteneva politicamente.

  • Gli pare una città arretrata.
  • Non è soltanto un luogo periferico rispetto alle esperienze delle avanguardie, ma è aperta alle novità della cultura e filosofia del Mitteleuropa.

TRIESTE - Trieste e una donna

1ª STROFA

Ha attraversato tutta la città (concordanza con compl. ogg.), in cerca della solitudine ed arriva a un muricciolo (vezzeggiativo = affetto, limes confine) dove gli sembra termini la città.

2ª STROFA

La città è una «scontrosa grazia», un ragazzaccio aspro che divora, con gli occhi azzurri (come i suoi e della figlia, cielo e mare), tutto quello che arriva.

  • Prova gelosia.
  • Sente un’aria tormentata, sente odore di casa.

3ª STROFA

  • «Mia città»: man mano che la vede, si riconosce in essa.
  • È come se Trieste avesse fatto un cantuccio per lui.

MILANO

Nella vita ci sono tante cose, nulla di tutto ciò per lui si riposa.

Lui invece si riposa a Milano, nel luogo in cui c’è più gente (Piazza del Duomo), perché in mezzo alla gente riconosce i suoi stessi mali.

Se ci si sente parte di una comunità, sentiamo che siamo in una condizione collettiva di dolore (pessimismo cosmico di Leopardi).

  • Sente Milano estranea.

FIRENZE

Nomina Montale «il poeta».

  • È nella città che più gli fu cara: ci sono più “mi” e “mio” rispetto a Milano.
  • La costellazione è più organizzata di una singola stella: Firenze > Milano.

SCORCIATOIE

  • Sono 165 scritti brevissimi.
  • Nascono dall’esperienza quotidiana.
  • Sono come se fossero le sue Operette morali (più evidente la vicinanza con lo Zibaldone di Leopardi).
  • I maestri delle sue Scorciatoie devono essere Nietzsche e Freud.

Nietzsche

A lui riconosce il merito di aver voluto smascherare i luoghi comuni della morale corrente, spingendosi in fondo all’analisi della realtà e dell’uomo.

La formula nietzschiana «siamo psicologi» esprime il convincimento di Saba che occorra indagare senza reticenze nell’animo umano per accostarsi all’autentica essenza della realtà.

Lo strumento conoscitivo che consente di compiere questa indagine è la psicoanalisi freudiana. Saba applica il criterio psicoanalitico alla comprensione del reale, interpretando gli errori e le incoerenze del comportamento umano.

Le Scorciatoie si dividono in due nuclei:

  • Triestine: tono aspro e polemico.
  • Romane: leggere e rasserenate.

GOAL

L'argomento è insolito nella letteratura. Saba affronta il tema con la consueta semplicità e insieme con grande serietà e partecipazione, cogliendo l'aspetto umano e non puramente agonistico della vittoria e della sconfitta.

La poesia mette a fuoco il momento culminante della partita, quello del goal che risolve il gioco di squadra.

A Saba interessa soprattutto il risvolto psicologico dell'evento, rivolge l'attenzione al portiere sconfitto colto nel momento in cui affonda la faccia a terra con un moto di rabbia e umiliazione. Un solo compagno gli si inginocchia a fianco per consolarlo con un gesto istintivo di solidarietà e di affetto.

Con la seconda strofa lo sguardo del poeta si posa sulla folla, la cui ebbrezza non può essere contenuta negli spalti e sembra traboccare sul campo.

I componenti della squadra vincitrice si accalcano intorno all'autore del goal, lo abbracciano, si uniscono a lui come fratelli.

L'ultima strofa è legata alla prima. Il poeta delinea la figura del portiere avversario che con l'anima è anch'egli vicino ai compagni esultanti. La sua gioia si concretizza in gesti agili e leggeri come le capriole, i baci che si contrappongono a quelli pesanti e disperati del portiere sconfitto. L'ultimo verso ripropone il tema della partecipazione sentimentale all'evento nella quale il poeta coglie la caratteristica più profondamente umana del gioco del calcio.

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